Com’è andata l’edizione 2024 di Primavera dei Teatri a Castrovillari
Un reportage sulla 24esima edizione del festival calabrese dedicato all’esplorazione dei nuovi linguaggi della scena performativa contemporanea. 11 intense giornate di teatro, danza, musica, residenze, laboratori, mostre, incontri
Tra un anno saranno venticinque le edizioni di Primavera dei Teatri, il festival ideato da Dario De Luca, Saverio La Ruina e Settimio Pisano, uniti da un lungo sodalizio e dalla scelta di restare in Calabria, a Castrovillari. Pur coltivando, ognuno, la sua individualità artistica e di sguardo, i tre hanno saputo costruire un’identità resistente (in parallelo all’attività della compagnia Scena Verticale) consapevoli di aver creato un valore culturale che a Sud è inestimabile.
Il festival Primavera dei Teatri a Castrovillari
Il viaggio verso Castrovillari, tra le montagne del Pollino, è lungo ma si torna sempre volentieri per l’atmosfera conviviale e un fuso orario più rilassato, occasione per rallentare e ritrovarsi in quell’appuntamento di fine maggio, bloccato in agenda per artisti, operatori e pubblico.
A un anno dall’edizione d’argento, i direttori artistici hanno allargato la proposta creando PRIMA – esperimento di piattaforma internazionale – che rivolge lo sguardo ai festival oltreconfine, ospita giovani performer con creazioni in divenire e residenze (sezione Open Studio) e artisti del panorama non solo nazionale (sezione Programma) tra cui Chiara Bersani, Annamaria Ajmone, Panzetti e Ticconi, Mauro Lamanna e Aguilera Giustiniano, Dalila Belaza, Marco Da Silva Ferrera, Maria Hassabi, Arkadi Zaides.
I nomi del festival Primavera dei Teatri.
Primavere dei Teatri apre la stagione dei festival estivi e, da sempre, ha cercato di intercettare nuove forme di drammaturgia in continuità con alcuni artisti e compagnie che tornano a debuttare a Castrovillari. Il programma 2024 ha investito sulle nuove generazioni con temi che rimandano alla complessità e criticità della società contemporanea. Dal denso calendario ci soffermiamo su alcune proposte.
Affogo dell’autore calabrese Dino Lopardo: una sorpresa e la conferma di un talento recentemente premiato dal “Dante Cappelletti” e “In-Box”. Il ritorno di Mariano Dammacco e Serena Balivo con La morte ovvero il pranzo della domenica in prima assoluta: un affondo sul tema del congedo, scritto per l’attrice Serena Balivo, sempre sorprendente che interpreta una figlia di genitori ultranovantenni evocando inevitabili riflessioni sul grande tema della perdita. La chiave è lieve, a tratti umoristica, grazie alla sapiente e delicata scrittura di Mariano Dammacco, con cui il rito del pranzo della domenica diventa il rito di tutte le famiglie. La forma monologo torna anche in Spezzata. Rapsodia (per intercessione del Silenzio) di Fabio Pisano, regia di Livia Gionfrida, con Mariangela Granelli. Un debutto che fa emergere le tante potenzialità della scrittura. La storia, come spesso accade nei testi di Fabio Pisano, si ispira a un fatto reale ed emerge con ritmi sincopati, resi dall’interpretazione della Granelli, ma appesantiti dalla regia della Gionfrida.
Play di Caroline Baglioni, regia di Michelangelo Bellani, interpretato dalla stessa Baglioni e Annibale Pavone, tocca il tema del meToo (gli abusi psicologici e di potere da parte di un regista su un’attrice) anche se la resa finale non conferma le aspettative. Prima volta anche per una delle promesse della generazione under35: Pier Lorenzo Pisano (autore e regista) con Totale, sul tema della fine di un amore. Gli attori Gioia Salvatori e Andrea Cosentino donano presenza ironica al gioco di coppia che, nel finale, si rivela srotolando un lungo scontrino, metafora della loro storia.
Lunghi applausi per Album dei Kepler-452 (Nicola Borghesi e Enrico Baraldi) che affronta il tema della perdita della memoria nelle malattie degenerative allargandolo a metafora di una malattia sociale e di un presente oscillante tra vita e catastrofi incombenti. Anche questo lavoro conferma un filo rosso di riflessioni sul presente e la realtà di un paese che invecchia inesorabilmente. Nella stessa sera, la prova d’attore di Marco Sgrosso che, con A colpi d’ascia di Thomas Bernhard, ha incollato occhi e pensieri del pubblico alle parole del grande autore viennese.
Musica, fiaba e arte a Primavera dei Teatri 2024
Lo spettacolo di Dario De Luca, I 4 desideri di Santu Martinu. Favolazzo osceno adatto ad essere recitato dopo i pasti è una riscrittura in dialetto calabrese liberamente tratta da alcuni fabliaux anonimi medievali. De Luca conquista il pubblico con il suo narrare, tra dialetto e fiaba, accompagnato dalla musica originale di Gianfranco De Franco, creatore di sonorità e storico collaboratore di Scena Verticale. In con-DANSE, live-performance (omaggio a La Danse di Matisse) sempre De Franco crea atmosfere sonore che si fondono ai video di Mario Giordano e alla voce jazz di Cecilia Foti, nel rimando ai tre elementi cielo-terra-figure danzanti del quadro.
La dedica del festival Primavera dei Teatri
Cuore e radici: all’inizio del libretto del Festival2024 c’è una dedica, un filo amoroso di memoria viva:” a Massimiliano De Luca, fratello di Dario e di noi tutti; Giuseppe Di Maio, amico caro nostro e del festival; Enzo Moscato, che ci ha nutriti con le sue straordinarie drammaturgie. “
Rosalba Ruggeri
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