In Molise mostra sulla guerra con un artista americano che nel ‘44 era volontario lungo la Linea Gustav
Tra il 1943 e il 1944, William Congdon fu in Molise al seguito dei volontari dell’American Field Service. Una mostra diffusa riprende i suoi scritti e i disegni realizzati sul campo per ricordare la sofferenza della popolazione locale, nell’ottantesimo anniversario della battaglia di Cassino
Un nuovo progetto culturale diffuso in Molise. Sul Molise e per il Molise. Il trait d’union è William Congdon (Providence, 1912 – Milano, 1998), artista che elaborò una personale interpretazione dell’Action Painting, tra i principali esponenti della Scuola di New York. In Molise Congdon arrivò negli Anni Quaranta, al seguito dell’esercito americano, arruolato nell’associazione di volontari ambulanzieri dell’American Field Service, che molto si spese per aiutare la popolazione prostrata dalla guerra.
La guerra in Molise sulla Linea Gustav
Per circa 9 mesi – tra il settembre-ottobre 1943 e il maggio-giugno 1944 – infatti, il fiume Sangro, insieme al bastione di Montecassino, segnò lo spartiacque (ribattezzato Linea Gustav) tra le truppe naziste e gli eserciti degli Alleati in avanzata. Congdon era lì, a registrare nei suoi scritti e con le corrispondenze dal fronte la sofferenza dei civili, in preda alle rappresaglie tedesche, da una parte, e dei bombardamenti “di precisione” alleati, dall’altra. Riflessioni confluite nel memoriale In the Death of One, cui si aggiungono i disegni sul luogo, prima della fama come pittore che conoscerà a partire negli anni Cinquanta, rientrato in America (la sua vita, però, trascorrerà a lungo in Italia, tra Venezia, Assisi e Buccinasco, nel monastero benedettino dove finirà i suoi giorni).
William Congdon e il Molise
In Molise, prima di ripartire, Congdon farà in tempo a elaborare anche un piano urbanistico per la ricostruzione della città di Isernia, semidistrutta dai bombardamenti, insieme all’architetto John Harkness, anche lui prestato alla causa come ambulanziere (diventerà poi collaboratore di Gropius). E di nuovo, nel 1946, vi farà ritorno, con una missione dei Quaccheri, per facilitare la ricostruzione dei paesi distrutti dalla guerra, anticipando gli interventi del Piano Marshall e dell’UNRRA.
Nel 2024 ricorre l’’ottantesimo anniversario della campale Battaglia di Cassino, e proprio attraverso la figura dell’artista americano si è scelto di ricordare le vicende di cui fu vittima il popolo molisano, promuovendo una mostra articolata tra tre sedi museali regionali: il Museo Sannitico di Campobasso, il Museo Nazionale di Castello Pandone a Venafro e il Castello di Civitacampomarano (borgo rinato all’insegna della street art, che ha recentemente ospitato una nuova edizione del Cvtà Street Fest).
“La Pace non è anch’essa un’emergenza?”. La mostra diffusa in Molise
La Pace non è anch’essa un’emergenza?, recita il titolo della mostra diffusa – a cura di Rodolfo Balzarotti, Cinthia Benvenuto, Francesco Gesti, fino al 24 ottobre 2024 – prendendo in prestito l’ultima frase del memoriale di Congdon, ed evocando il tradimento dell’umanità denunciato dall’artista nei suoi scritti dal fronte, mentre provava, con i suoi compagni volontari, a dichiarare “guerra alla guerra”.
Parte essenziale del progetto è la condivisione dell’apparato storico-documentario che ricostruisce con pannelli didascalici, fotografie, infografiche, mappe gli episodi della guerra in Molise, e la storia dell’American Field Service. Ma c’è spazio anche per approfondire il progetto urbanistico elaborato per Isernia. Gli scritti di Congdon, invece, sono stati resi fruibili al pubblico attraverso un progetto multimediale dell’ITSOS “Albe Steiner” di Milano. Ma dell’artista americano, grazie alla collaborazione con la William G. Congdon Foundation, arrivano in Molise anche una trentina di opere a olio (esposte al Castello Pandone), che documentano le fasi salienti della sua carriera, dal dopoguerra agli ultimi lavori. A Campobasso, invece, saranno visibili i disegni eseguiti da Congdon tra il 1942 e il 1945, negli intervalli del suo servizio come ambulanziere. Mentre il Castello di Civitacampomarano accoglierà alcuni pastelli dell’artista, tra i numerosissimi che egli produsse nell’ultima stagione della sua vita, tra il 1982 e la morte.
Livia Montagnoli
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