Colorescenze / Yu Ji

Informazioni Evento

Luogo
CENTRO PER L'ARTE CONTEMPORANEA LUIGI PECCI
Viale Della Repubblica 277, Prato, Italia
Date
Dal al
Vernissage
27/06/2024
Artisti
Yu Ji
Curatori
Stefano Collicelli-Cagol, Elena Magini
Generi
arte contemporanea
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Due mostre: Coloresecnze. Artiste, Toscana, Futuro e YU JIHide Me in Your Belly

Comunicato stampa

COLORESCENZE

Artiste, Toscana, Futuro

 

a cura di Stefano Collicelli Cagol e Elena Magini

28.06 - 13.10.2024

 

opening 27.06.2024

 

artiste in mostra:

 

Francesca Banchelli, Chiara Bettazzi, Chiara Camoni, Giulia Cenci, Isabella Costabile, Helena Hladilová, Christiane Löhr, Daniela De Lorenzo, Lucia Marcucci, Margherita Moscardini, Moira Ricci, Sandra Tomboloni 

 

Il Centro Pecci presenta la mostra Colorescenze. Artiste, Toscana, Futuro, a cura di Stefano Collicelli Cagol e Elena Magini, dal 28 giugno al 13 ottobre 2024.

 

L’esposizione riunisce dodici artiste, toscane di origine o di adozione, appartenenti a diverse generazioni e impegnate nella produzione di nuove forme e nuovi immaginari con materiali spesso raccolti sul territorio, sempre capaci di suggerire strumenti e vocaboli inaspettati per costruire il futuro. Il titolo è esemplificativo: una parola ispirata da un collage di Lucia Marcucci che sembra unire – attraverso il riferimento al colore e alla conoscenza – universi differenti, ma mai come oggi così vicini: l’arte, la scienza e la sapienza. Nel sistema dell’arte contemporanea questo gruppo di artiste straordinarie racconta l'unicità del contesto toscano, caratterizzato da una presenza capillare di creatività che lo differenzia dalla concentrazione di altre regioni italiane.

 

La scelta di vivere in luoghi isolati o lontani dai principali circuiti artistici si riflette nella volontà di confrontarsi con un sapere situato, un sapere che prende cioè abbrivio dalla propria quotidianità. Le opere traggono linfa dalle comunità di riferimento, dai materiali trovati –naturali o artificiali –, dalla possibilità di collaborare con maestranze artigiane e da una relazione dialogica con il paesaggio. Condividere saperi per superare la fragilità del singolo, scandagliare e ricostruire apocalissi senza timore ma con precisione e punte di irriverenza, costruire forme allo stesso tempo minimaliste e barocche, creare alleanze tra specie, di esseri mostruosi e storie fantastiche – tutte queste azioni invitano a un’esperienza unica del tempo, dello spazio e della parola. Nelle sale dell’Ala Gamberini del Centro Pecci, prende forma un’immersione inedita nella capacità di un territorio condiviso di evocare esperienze differenti, rispondenti ad attitudini personali e non assimilabili a un’unica matrice, testimoniando di una modalità di fare arte alternativa ai modelli maschili consolidati. In una fase storica caratterizzata da disastri idrogeologici, dal riscaldamento globale, dall'inquinamento dei territori, la cura posta nel recupero e nel riassemblaggio di materiali e saperi diventa un importante antidoto a un futuro di declino e disperazione che appare già scritto. La tradizione processuale italiana incontra le riflessioni sul linguaggio sviluppate dai gruppi femministi degli anni Settanta, dando vita a un canone alternativo, in apparente contrasto con un sistema di valori e conoscenze che in Italia appariva dato in maniera incontrovertibile. Colorescenze. Artiste, Toscana, Futuro raccoglie l’eredità di questa gioiosa, lucida e arrabbiata cultura dell’alterità, scrivendo un’indimenticabile pagina della storia del Centro Pecci, testimonianza di come l’arte contemporanea possa aiutarci a pensare nuovi modelli del mondo utili ad affrontare il futuro.

 

La scelta di presentare le opere di un gruppo di artiste afferenti al contesto regionale risponde al particolare ruolo del Centro Pecci e della Fondazione per le arti contemporanee in Toscana quali organismo di coordinamento della produzione artistica della regione: in questa prospettiva è nata la necessità di indagare possibili forme di progettazione specifiche per il territorio, grazie alle voci delle artiste che lo abitano. La loro rielaborazione artistica permette una riflessione fattiva su come immaginare un nuovo sistema di pensiero e azione, attraverso pratiche di resistenza e immaginari rigenerativi, capaci di proiettarci in un futuro prossimo.

 

 

 

YU JI

Hide Me in Your Belly

 

A cura di Stefano Collicelli Cagol

28.06 – 08.09.2024

opening 27.06.2024

Il Centro Pecci presenta anche la prima personale in Italia di Yu Ji, artista cinese che si è imposta all’attenzione internazionale con la Biennale d’arte di Venezia del 2019. L’opera di Yu Ji trae ispirazione per la sua pratica di scultrice dal contesto in cui si trova a vivere e lavorare, dando vita a forme non finite che evocano corpi e situazioni in transizione e legate al quotidiano. La mostra nasce dal confronto quotidiano con il contesto della città di Prato e gli spazi del Centro Pecci dentro i quali l’artista produrrà nuove opere accanto a già esistenti. La mostra continua l’indagine iniziata dall’artista presso il CCA Berlin in occasione della sua personale nel 2023 di cui Hide Me in Your Belly costituisce un’ideale prosecuzione.

 

YU JI

Hide Me in Your Belly

 

a cura di Stefano Collicelli Cagol

28.06 - 08.09.2024

 

opening 27.06.2024

 

Il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci presenta Hide Me in Your Belly la prima personale in Italia di Yu Ji, artista cinese che si è imposta all’attenzione internazionale con la Biennale d’arte di Venezia del 2019. L’opera di Yu Ji trae ispirazione per la sua pratica di scultrice dal contesto in cui si trova a vivere e lavorare, dando vita a forme non finite che evocano corpi e situazioni in transizione e legate al quotidiano. La mostra nasce dal confronto quotidiano con il contesto della città di Prato e gli spazi del Centro Pecci dentro i quali l’artista produrrà nuove opere accanto a già esistenti. La mostra continua l’indagine iniziata dall’artista presso il CCA Berlin in occasione della sua personale nel 2023 di cui Hide Me in Your Belly costituisce un’ideale prosecuzione.

L’artista, nata a Shangai nel 1985, ha trascorso due mesi in residenza a Prato insieme a suo figlio, trasformando questo spazio del Centro Pecci nel suo studio. Yu Ji ha interpretato la curva dell’Ala Piccola Nio come l’interno a spirale di una conchiglia o di una chiocciola, una struttura che offre riparo a chi la abita, spesso un ricercato nutrimento per altre creature, come confermano tanti piatti prelibati. Il titolo della mostra richiama il mondo delle favole, dove l’invito a nascondersi nella pancia può servire sia a proteggere, sia a trarre in inganno il malcapitato, spingendolo verso l’essere mangiato.

Questa ambiguità pervade anche la ricerca artistica di Yu Ji, una pratica aperta e in continua

trasformazione. La mostra, infatti, è parte di una ricerca avviata dall’artista nel 2023 presso il CCA Berlin con la mostra Miss Shell, Delta, and Two Noughts. Alcune sculture di gesso realizzate in quell’occasione sono state trasformate per la mostra di Prato, attraverso un processo di continua rimodellazione. Altre sculture in cemento, che avevano già raggiunto la loro conformazione definitiva, sono state invece ricontestualizzate in questo nuovo spazio espositivo. I torsi privi di testa, di braccia e di gambe appaiono come figure misteriose, esauste, ma resistenti. Nei video l’artista associa i movimenti della sua pratica scultorea ai momenti di gioco con il bambino, due dimensioni che si sono sempre intrecciate nello spazio a spirale del Centro e che documentano i diversi utilizzi che l’artista ne ha fatto: studio, playground per il figlio, luogo di ricerca, in un dialogo a distanza con

 

 

 

 

 

Mario Merz, artista che proprio alla spirale aveva dedicato una memorabile mostra al Centro Pecci nel 1990.

Il tempo è il protagonista della ricerca di Yu Ji: la sua opera accoglie infatti tutti gli accadimenti della sua vita personale. L’artista si muove tra diverse città e impegni lavorativi, riprogrammando la propria vita e la propria pratica anche in base alle esigenze di suo figlio. Il lavoro di artista si fonde con quello di madre: oltre a produrre opere, Yu Ji ha il compito di inventare nuovi giochi e negoziare con le istituzioni che la ospitano l’organizzazione del suo impegno e le sue condizioni di produzione. Hide Me in Your Belly è la traccia più importante del passaggio di Yu Ji a Prato. Non sarà l’unica: qui, in città, l’artista ha iniziato a lavorare ai calchi dal corpo del suo bambino sparsi sul pavimento della mostra, prima elaborazione di un progetto che vedrà presto la luce presso l’Università di Lovanio.