Storie dal mondo in Castello

Informazioni Evento

Luogo
CASTELLO DI RACCONIGI
Piazza Carlo Alberto 1, Racconigi, Italia
Date
Il
 

mercoledì ore 12.00

giovedì e venerdì ore 12.00 e 17.00

 

visite accompagnate in gruppo, max 25 persone, agli ambienti del Novecento e all’itinerario tematico Storie dal mondo in Castello
 

sabato, domenica e festivi

visite libere a ingresso contingentato dalle 9.00 alle 13.00 (ultimo ingresso 12.00) e dalle 14.00 alle 19.00 (ultimo ingresso 17.40)
 

lunedì e martedì

 

chiuso

Biglietti

intero € 8,00; ridotto € 2,00 dai 18 ai 25 anni; gratuito per minori di 18 anni; gratuito per docenti delle scuole italiane pubbliche e private paritarie con presentazione della certificazione del proprio stato di docente; studenti delle facoltà di Architettura, Lettere e Filosofia; titolari di Abbonamento Musei, Torino+Piemonte Card; Royal Pass; personale MiC; membri ICOM; giornalisti muniti di tessera professionale; persone con disabilità e accompagnatori.

 

Si consiglia l’acquisto del biglietto in anticipo su www.museiitaliani.it oppure tramite l’app Musei Italiani.

Generi
inaugurazione
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Apre al pubblico Storie dal mondo in Castello. Meraviglie da quattro continenti a Racconigi, il nuovo percorso espositivo permanente allestito nell’ala di levante del Castello di Racconigi.

Comunicato stampa

Apre al pubblico Storie dal mondo in Castello. Meraviglie da quattro continenti a Racconigi, il nuovo percorso espositivo permanente allestito nell’ala di levante del Castello di Racconigi. Protagonisti della nuova sezione sono oltre cento oggetti selezionati dalla raccolta di manufatti extraeuropei, studiati e restaurati in questi ultimi anni e presentati all’interno di un itinerario che ne valorizza le diverse origini, le storie di acquisizione, le funzioni e le potenzialità narrative.

Un patrimonio ancora poco noto e finora rimasto celato nei depositi, ma di grande rilievo per la storia recente della residenza. Da un lato, i beni esposti intrecciano le loro vicende con la stagione novecentesca del Castello e con le relazioni internazionali intrattenute dagli ultimi due sovrani di Casa Savoia: si tratta, infatti, di doni diplomatici, regali di ospiti illustri, omaggi o ricordi di viaggio legati alla figura di Vittorio Emanuele III e a quella di Umberto II. Dall’altro, essi si presentano come oggetti ambasciatori di una storia complessa e stratificata che, a partire dai contesti di produzione originari, non solo attraversa il tempo e lo spazio per congiungere mondi lontani, ma oggi può continuare ad arricchirsi di nuovi significati, aprendo a nuove riletture e relazioni anche con le stesse comunità di provenienza.

 

La raccolta

Il corpus esposto fa parte della raccolta di manufatti extraeuropei conservata nel Castello, formata nel suo insieme da oltre quattrocento oggetti, un nucleo di eccezionale interesse che spazia su un arco cronologico compreso tra il 1272 e il primo quarto del Novecento, con testimonianze che oscillano dalla fine del Quattrocento alla metà dell’Ottocento, fino agli inizi del secolo successivo.

Custoditi a lungo nel Deposito Armeria, i beni sono stati coinvolti in un articolato progetto di riordino e restauro a partire dal 2019. Tra il 2019 e il 2024 alcune tappe fondamentali hanno segnato i primi momenti di restituzione del lavoro intrapreso: nel 2021 si è tenuta al Castello di Racconigi la mostra temporanea Storie dal mondo in Castello, seguita dall’esposizione Nuovi incontri nel 2023, per arrivare, nell’autunno dello stesso anno, alla mostra Africa. Le collezioni dimenticate, nelle Sale Chiablese dei Musei Reali, scaturita da un accordo per lo studio, la conservazione e la valorizzazione delle collezioni extraeuropee siglato dalla Direzione regionale Musei Piemonte con i Musei Reali di Torino e il Museo di Antropologia ed Etnografia dell’Università di Torino.

Gli oggetti selezionati per il nuovo allestimento tracciano un viaggio ideale intorno al mondo che dalla vecchia Europa, tra Svezia, Balcani e Turchia, tocca oltremare Marocco, Etiopia e Yemen, per poi condurre in Argentina, Cile, Uruguay, Brasile e spingersi sino in Asia con India, Giappone e molti altri.

 

“Gli oggetti esposti, che siano doni diplomatici, souvenir di viaggio o raffinati doni per i principi bambini – osserva Filippo Masino, Direttore delle Residenze reali sabaude - Direzione regionale Musei nazionali Piemonte – ci raccontano di una residenza sabauda ormai a metà tra sede ufficiale e casa di villeggiatura per la più importante famiglia d’Italia. Una monarchia proiettata completamente nel XX secolo, moderna, curiosa e connessa con il mondo, che la passione per i viaggi e per la fotografia ci fa sentire straordinariamente vicina”.

“L’apertura di Storie dal mondo in Castello – aggiunge Alessandra Giovannini Luca, Direttrice del Castello di Racconigi – rende finalmente fruibile uno dei patrimoni nascosti più sorprendenti di questa reggia, rimasto fino ad oggi celato nei depositi. Un primo punto d’arrivo ma soprattutto un forte stimolo a ripartire con nuovi progetti per migliorare sempre di più l’accessibilità delle raccolte del Castello, che hanno ancora moltissimo da dirci, non solo sul passato, ma anche sul nostro presente”.

 

Opere di grande pregio storico-artistico si alternano infatti a manufatti d’uso quotidiano e a prodotti dell’artigianato turistico, varietà che caratterizza l’intera raccolta e le diverse circostanze di formazione. Si distinguono alcune presenze di grande prestigio, come gli oggetti facenti parte della donazione del sultano dell’Impero ottomano Abdulhamid II, ricevuta nel 1904 da Vittorio Emanuele III direttamente a Racconigi: un rarissimo miğfer giannizzero del Cinquecento in seta, cotone lino e rame dorato, una splendente parure seicentesca di testiere da parata per cavalli e un’antica spada forgiata nel 1272 con iscrizione in arabo sulla lama, il pezzo più antico nel percorso. Numerosi anche i beni di provenienza africana, per lo più testimoni dei lunghi viaggi compiuti dall’erede al trono Umberto, tra cui un prezioso cofanetto egittizzante proveniente dalla manifattura di Giuseppe Parvis al Cairo per la regina Elena del Montenegro, un raffinato scudo da parata etiope in seta, cuoio e argento, e una imponente zanna d’avorio riccamente incisa, donata a Umberto per il suo compleanno durante il viaggio in Libia del 1921. Oltre all’ambito indo-persiano, a quello palestinese e sudamericano, non manca di essere rappresentato anche l’Estremo Oriente: spicca per rarità e completezza un gruppo di bambole meccaniche Kōbe ningyō, ispirato ai personaggi delle storie di fantasmi tipiche del folclore e dell’arte nipponica.

 

Gli ambienti e il percorso di visita

Il percorso di visita si snoda lungo cinque ambienti dell’ala di levante, al piano rialzato della residenza. Questi spazi, che ospitavano appartamenti per i membri della corte e vani di servizio delle cucine, vennero costruiti su progetto dell’architetto Ernesto Melano negli anni Trenta dell’Ottocento, quando fu compiuto l’ampio programma di interventi voluto da Carlo Alberto di Savoia-Carignano, re di Sardegna dal 1831, per ammodernare la residenza, appannaggio del suo casato sin dal Seicento. Divenuto così sede delle villeggiature reali, il Castello fu poco utilizzato nel tardo Ottocento per poi tornare a essere dimora ufficiale dei soggiorni estivi della famiglia reale nel 1901, e nel 1929 venne donato all’erede al trono Umberto in occasione delle sue nozze con Maria José del Belgio.

Adibiti dal secondo dopoguerra a locali di deposito, gli ambienti sono stati restaurati per ospitare il nuovo itinerario tematico Storie dal mondo in Castello, secondo un allestimento che non intende ometterne l’originaria funzione abitativa, bensì valorizzarne gli elementi conservati fino ad oggi. Arredi, tappezzerie di percalle, volte affrescate e parquet tuttora in situ risalgono all’epoca degli interventi ottocenteschi e sono stati mantenuti e integrati nel percorso di visita.

Al suo interno, gli oltre cento pezzi, tra armi e manufatti, provenienti dal Deposito Armeria, sono distribuiti tra le sale sulla base di due criteri di ordinamento: l’ambito culturale degli oggetti e le occasioni di incontro che ne hanno determinato l’ingresso nelle raccolte sabaude, dalle prime delegazioni straniere ricevute a Racconigi all’inizio del secolo sino ai viaggi all’estero compiuti da Umberto negli anni Venti e Trenta del Novecento. Il corridoio, il primo in ordine di ingresso, accoglie una breve introduzione alla raccolta e una selezione di manufatti ottomani, giapponesi e africani, collegando l’arrivo delle opere alle vicende del Castello. Gli episodi e gli argomenti qui tratteggiati sono approfonditi e contestualizzati nelle sale successive, dedicate rispettivamente ai rapporti con l’Africa, protagonista della seconda sala, con la Persia, che compare nella terza, con l’Impero ottomano, presente nel terzo e nel quarto ambiente, e con altri paesi e culture del mondo, tra cui Cina, Giappone, Nord Europa, Sudamerica e Terra Santa, raccontati nella quinta e ultima sezione.

Oltre agli studi condotti, la conoscenza del contesto storico di formazione della raccolta è stata indagata anche attraverso le migliaia di immagini conservate in numerosi album fotografici presenti nel Castello. Nell’ambito del progetto Storie di scatti, memorie di luoghi. Connessioni fotografiche al Castello di Racconigi, vincitore dell’avviso pubblico “Strategia Fotografia 2020”, promosso e sostenuto dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea, nel 2021 è stato possibile concludere gli interventi conservativi sul nucleo fotografico di soggetto extraeuropeo, già al centro di appositi interventi nelle edizioni 2019 e 2020 del progetto “Sleeping Beauty”, promosso e sostenuto dalla Direzione Generale Musei. Un lavoro di restauro e digitalizzazione che ha permesso di schedare e rendere disponibili online ben 43 album e serie fotografiche, oggi indispensabile supporto tanto ai materiali di approfondimento digitale presenti lungo il percorso di visita, quanto al volume cartaceo Storie dal mondo in Castello, pubblicato in vista dell’apertura.

 

Le attività collaterali

In parallelo al nuovo itinerario tematico è stato avviato un percorso di riflessione con alcune realtà associative del territorio, che mira a favorire nuove occasioni di incontro e confronto tra le persone a partire dalla raccolta extraeuropea conservata nel Castello.

Questi oggetti, infatti, sono non solo testimoni del passato, ma anche potenti attivatori di ricordi personali, di legami affettivi e di memorie collettive che in genere rimangono fuori dallo spazio museale: il proposito della rete di alleanze che si è andata costruendo nei mesi scorsi è quello di delineare una prospettiva più ampia e inclusiva e far dialogare voci e punti di vista differenti, anche dissonanti, sia per sperimentare nuove modalità narrative, sia per creare opportunità concrete di partecipazione, condivisione e avvicinamento al patrimonio come parte dell’identità culturale di ciascuno.

Questo impegno prende forma in un primo programma di attività collaterali quali laboratori, seminari, presentazioni, incontri, visite tematiche e attività didattiche.