Tre gallerie d’arte italiane si scambiano idee, artisti e spazi tra Roma, Napoli e Modica

È nata nel 2019 per opera della Galleria Tiziana Di Caro, Federica Schiavo Gallery e Norma Mangione (che per l’edizione di quest’anno lascia il posto a Laveronica Gallery) l’iniziativa di scambio e condivisione che prende il nome da una raccolta di racconti di John Berger

Qui dove ci incontriamo è una raccolta di racconti scritta nel 2005 dal critico d’arte, pittore e scrittore John Berger (Londra, 1926 – Antony, 2017), in cui un viaggio in diverse città diviene pretesto per parlare di incontri, immaginazione e memoria. Da qui, prende ispirazione l’omonima iniziativa promossa da Galleria Tiziana Di Caro, Federica Schiavo Gallery e Laveronica Gallery – inizialmente, nel 2019, al posto di quest’ultima c’era Norma Mangione – che presenta una serie di mostre tra Roma, Napoli e Modica. La prima delle tre, dal titolo Per necessità di rappresentazione, è in programma fino al 6 settembre 2024 negli spazi della Galleria Tiziana Di Caro.

“Qui, dove ci incontriamo”. La mostra inaugurale a Napoli

Per necessità di rappresentazione è la prima mostra dell’edizione 2024 del progetto promosso dalle tre gallerie d’arte contemporanea che presenta a Napoli, negli spazi della Galleria Tiziana Di Caro, le opere di Igor Grubić, Shadi Harouni, e Jiajia Zhang. Tra videoinstallazioni e fotografia l’esposizione offre una riflessione critica su alcuni temi cruciali della nostra contemporaneità, tra realtà e finzione, problematiche ambientali e oppressione.

“Qui, dove ci incontriamo” a Napoli: l’opera di Jiajia Zhang

Apre la mostra Per necessità di rappresentazione Jiajia Zhang con il video Between the Acts, che prende il titolo dall’omonimo romanza di Virginia Woolf: in un’alternanza continua di momenti felici e spensierati con scene drammatiche e di crisi. Estratti presi da YouTube evocano un sentimento di spaesamento, tra leggerezza e violenza, simile a quello provato durante gli intervalli di uno spettacolo teatrale, quando improvvisamente il pensiero torna alla realtà. “Questa alternanza riflette la nostra attuale condizione di incertezza, in cui fatichiamo a distinguere tra consumare, pensare e agire”, racconta l’artista. All’opera si aggiungono due fotografie, Rose (2023), che si interroga sulla distinzione tra artificialità e autenticità, e Switch (2023), scattata in un hotel a Shanghai raffigurante un interruttore che promette di regolare anche l’umore, giocando con l’idea di controllo tecnologico sulle emozioni.

“Qui, dove ci incontriamo” a Napoli: l’opera di Shadi Harouni

Sempre attraverso la fotografia comunica Shadi Harouni che con la serie An Incomplete Timeline of Sorrow and Uprising realizza un tributo alla lotta delle donne contro l’oppressione, ispirata dall’omicidio della giovane curda Jina Mahsa Amini. Le immagini includono una mano insanguinata che alza due dita in segno di vittoria, un mattone con la scritta The Body Revolts e una lunga treccia di capelli, simbolo di lutto e resistenza. Una delle immagini più toccanti ritrae Dayeh Sharifeh, simbolo della resistenza curda, che mostra le parole Resistenza è vita.

“Qui, dove ci incontriamo” a Napoli: l’opera di Igor Grubić

L’artista croato presenta The End…or is it?, una serie fotografica del 2021 composta da cinque immagini che rielaborano un dettaglio della veduta di Napoli di Giovanni Battista Lusieri. Grubić aggiunge al paesaggio le venti stelle con la scritta The End, richiamando la casa di produzione Paramount, per sovrapporre realtà e finzione: l’opera riflette sulla ribellione della natura contro il riscaldamento globale e le conseguenze della pandemia, suggerendo un futuro distopico. La serie è stata creata nell’ambito del progetto d’arte pubblica Another Green World, composto da 50 interventi nel parco della Villa Comunale di Napoli.

Caterina Angelucci

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Caterina Angelucci

Caterina Angelucci

Caterina Angelucci (Urbino, 1995). Laureata in Lettere Moderne con specializzazione magistrale in Archeologia e Storia dell’arte presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Dal 2018 al 2023 si è occupata per ArtsLife di contenuti e approfondimenti per la sezione…

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