Da Boccioni a Martini
La mostra nasce come iniziativa parallela rispetto a quella che si aprirà, nelle stesse date, a Gorizia su Ungaretti, completando quindi in questo modo il vasto progetto ideato e curato da Marco Goldin.
Comunicato stampa
La mostra nasce come iniziativa parallela rispetto a quella che si aprirà, nelle stesse date, a Gorizia, completando quindi in questo modo il vasto progetto ideato e curato da Marco Goldin, ed è per questo motivo che il catalogo sarà unico.
La mostra di Monfalcone intende raccontare l’arte che nelle Venezie si sviluppa nel secondo decennio del Novecento, dunque negli anni stessi in cui il poeta si trova sul Carso e scrive quelle poesie così straordinariamente nuove. Cosa accade insomma in pittura mentre la guerra sanguinosa si prepara, poi scoppia e si svolge e infine se ne devono contare le rovine fumanti.
Dire anni dieci nelle Venezie significa ovviamente dire Ca’ Pesaro, il luogo primo dell’avanguardia italiana, palazzo nelle cui mostre, dirette dal mitico Nino Barbantini, confluivano autori veneti, trentini e anche dell’attuale Friuli Venezia Giulia, oltre a “ospiti” esterni del calibro per esempio di Boccioni e Casorati.
Non mancheranno figure importanti per la regione Friuli Venezia Giulia, come per esempio Giovanni Napoleone Pellis o i triestini Gino Parin, Edgardo Sambo Cappelletto e Piero Marussig, oltre al cugino Guido, anche lui nato a Trieste, che di Ca’ Pesaro fu una delle iniziali colonne portanti, con le sue sei partecipazioni dalle due mostre del 1908 fino a quella del 1913.
L’esposizione che sarà ospitata nelle sale della Galleria comunale d’arte contemporanea di Monfalcone avrà quindi i caratteri dell’eccezionalità per gli autori che vi saranno inseriti e seguirà quel secondo decennio del secolo. Il punto di partenza sarà con la figura straordinaria di Umberto Boccioni, che nella mostra estiva del 1910 a Ca’ Pesaro è presente con 42 opere, in quella che fu una vera e propria personale.
Accanto alla sua, la seconda presenza fondamentale extra vagante rispetto al territorio delle Venezie è quella di Felice Casorati, che soprattutto nella mostra capesarina del 1913 fa la parte del leone, con 41 opere. Boccioni e Casorati saranno quindi il necessario punto di partenza della rassegna a Monfalcone.
A seguire, un panorama fatto di altri artisti importantissimi che hanno reso in quel decennio la pittura nelle Venezie la più avanzata d’Italia. Ovviamente dai due capofila, Gino Rossi con i suoi quadri e Arturo Martini con le sue sculture. Ma poi altri nomi meravigliosi, come Umberto Moggioli e Pio Semeghini, Ubaldo Oppi e Nino Springolo, Mario Cavaglieri e Teodoro Wolf Ferrari solo per dire di alcuni.
Mentre questa mostra, forte di una cinquantina di opere provenienti sia da musei sia da collezioni private, si svilupperà negli spazi più ampi al piano terra della sede monfalconese, in una ulteriore sala al piano terreno, e in un’altra al piano superiore, si potranno vedere una trentina di quadri degli stessi artisti contemporanei che a Gorizia tracceranno una sorta di mappa dei luoghi ungarettiani sul Carso. Così da far dialogare la pittura storica dei capesarini con quella degli esponenti dell’oggi. Così da collegare nel modo più proficuo Gorizia a Monfalcone e coinvolgere nel nome di Ungaretti tutto il territorio che si affaccia sul Carso, in occasione di “GO! 2025”.