L’attore Willem Dafoe è il nuovo direttore della Biennale Teatro di Venezia
Dopo i successi del grande schermo, l'attore e doppiatore americano (ma romano d'adozione) torna a vivere il teatro in qualità di direttore artistico, guidando la kermesse veneziana per il biennio 2025 - 2026
Dopo numerosi riconoscimenti cinematografici, l’attore e doppiattore di fama internazionale Willem Dafoe (Stati Uniti, 1955) può arricchire il suo curriculum con la nomina di direttore artistico del settore Teatro della Biennale di Venezia per il 2025 – 2026. “È un onore poter annunciare la nomina di Willem Dafoe”, così parla il presidente della Biennale di Venezia Pietrangelo Buttafuoco. “Il teatro è di fatto la casa originale della sua luminosa carriera. Tra i fondatori del leggendario Wooster Group nel 1977, nel perfetto controllo del suo corpo scenico ci sono sempre state la disciplina, la conoscenza, la passione e la profonda consapevolezza del teatro. Non vedo l’ora, come tutti, di poter essere spettatore del Festival che costruirà da Direttore Artistico e vedere crescere nell’arte, le ragazze e i ragazzi del College di teatro”. Una nomina che segna il ritorno alla kermesse veneziana da parte di Dafoe, dopo aver partecipato nel 2016 nella sezione masterclass con un laboratorio dedicato alla recitazione e alla professione di attore.
Il teatro nella carriera di Willem Dafoe
Attore dalla vocazione sperimentale e dalle scelte eterodosse, Willem Dafoe ha iniziato il suo persorso artistico fin dai tempi universitari a Milwaukee, dove a 19 anni entra a far parte del Theatre X e con cui va in scena in Insulti al pubblicoscritto da Peter Handke, oltre che interpretare molte delle sceneggiature scritte e dirette da John Schneider. Oltre a calcare i palcoscenici americani, Defoe da lustro di sé anche in Europa come in Folter Follies scritto dal regista e artista visivo Ritsaert ten Cate nel leggendario Mickery Theatredi Amsterdam negli Anni Settanta.
Successivamente, a New York inizia la sua più importante formazione teatrale, dove è cofondatore (insieme alla regista Elizabeth LeCompte e agli attori Ron Vawter, Kate Valk, Jim Clayburgh, Peyton Smith) di The Wooster Group, con cui calcherà le scene fino al 2003, partecipando a molte delle produzioni contraddistinte da intrecci di linguaggi e di testi da cui emerge la sfera underground newyorchese degli Anni ’80. Un periodo importante e florido per la sua carriera che lo ha portato a collaborare con artisti di calibro internazionale, quali: Ken Kobland, Jim Strahs, Richard Foreman, Trisha Brown, John Lurie, Bruce Odland, Steve Buscemi, Jennifer Tipton, Frances McDormand, Hans Peter Kuhn, Amir ElSaffar.
Willem Dafoe e il grande schermo
Willem Dafoe – che da tempo vive a Roma – è noto al grande pubblico anche per la vastità di personaggi che ha saputo interpretare nel corso della sua carriera cinematografica, attraverso i quali ha ricevuto diversi riconoscimenti internazionali, come la Coppa Volpi alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2018 per Van Gogh – Sulla soglia dell’eternità – At Eternity’s Gate di Julian Schnabel. Oltre a questo si annoverano quattro nomination ai Premi Oscar e quattro Golden Globe, l’ultima volta proprio nel 2024 per Poor Things – Povere creature! di Yorgos Lanthimos, film Leone d’oro alla Mostra di Venezia. Non solo, il regista greco lo ha scelto nuovamente per il suo nuovo film Kinds of Kindness (visibile al cinema), e sarà protagonista del film di apertura dell’81. Mostra del Cinema in programma dal prossimo 28 agosto (e fino al 7 settembre) con Beetlejuice Beetlejuice di Tim Burton.
Parola all’attore Willem Dafoe
“Sono stato prima sorpreso e poi felice di ricevere l’invito di Pietrangelo Buttafuoco come Direttore del Festival Internazionale del Teatro della Biennale di Venezia 2025-2026”, spiega Willem Dafoe. “Sono consapevole di essere noto come attore di cinema ma io sono nato in teatro, il teatro mi ha formato e mi ha scosso. Sono un animale da palcoscenico. Sono un attore. Il teatro mi ha educato all’arte e alla vita. Ho lavorato con il Wooster Group per ventisette anni, ho collaborato con grandi registi da Richard Foreman a Bob Wilson. La direzione del mio programma Teatro sarà tracciata dalla mia formazione personale. Una sorta di esplorazione dell’essenza del corpo”.
Valentina Muzi
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