A Capri arte e design da collezione in una Certosa del trecento. Report dalla fiera Nomad
Si è tenuta per la terza volta nella suggestiva Certosa di San Giacomo la rassegna “nomade” che nasce con l’obiettivo non solo di esporre il meglio dell’arte e del design internazionale ma di offrire vere e proprie esperienze in luoghi unici vibranti di storia
È la struttura più antica dell’isola la Certosa di San Giacomo, costruita nel 1371 dal conte Giacomo Arcucci, Gran Camerario della Regina Giovanna I d’Angiò, che nei secoli fu convento, prigione e liceo classico. Oggi, in attesa della nomina del nuovo presidente che si insedierà in seguito al riconoscimento di Capri come polo autonomo, oltre a ospitare il Museo Diefenbach e durante l’estate concerti ed eventi esclusivi – e (forse) anche un museo archeologico di prossima istituzione – è il teatro della fiera Nomad, rassegna “nomade” fondata nel 2017 da Giorgio Pace e Nicolas Bellavance-Lecompte, che nasce con l’obiettivo di esporre il meglio dell’arte (da quella antica a quella contemporanea) e del design internazionale in luoghi unici e non convenzionali. Tenutasi dal 4 al 7 luglio 2024, la fiera è la terza sull’isola e la quattordicesima dalla sua nascita, dopo essere passata da St. Moritz, Monaco, Venezia e Cannes.
Nomad 2024 a Capri. Tra gallerie e progetti speciali
Tra gallerie, progetti speciali e collaterali, hanno preso parte alla rassegna Brun Fine Art (Londra, Milano, Firenze), Carlocinque Gallery (Milano), Galleria Antonio Verolino (Modena), Inloco Open Storage (Dubai), Robilant+Voena (Londra, Milano, Parigi, New York), Galleria Rossana Orlandi (Milano, Porto Cervo), Secci (Milano, Pietrasanta) e Volumnia (Piacenza) insieme alla mostra fotografica di Andy Warhol presentata da The Edges Collection e curata da Martin Brûlé al Grand Hotel Quisisana, la mostra Capri perspectives dell’architetto Giuliano Dell’Uva con Italy Sotheby’s International Realty, il progetto Ginori Arte dell’azienda Ginori 1735 con l’opera dei designer internazionali Vincent Darré e India Mahdavi e quello della napoletana Fonderia Nolana con le riproduzioni in bronzo e resina di manufatti archeologici. E non solo, anche lo studio di design e architettura ATRA con sede a Città del Messico ha preso parte alla rassegna con Future Relics, unendo il minimalismo scandivano con il massimalismo messicano, mentre grazie alla collaborazione con la galleria Lia Rumma sarà possibile visitare, ancora fino a fine luglio, le opere di Anselm Kiefer (Donaueschingen, Germania, 1945) all’interno del Museo Diefenbach.
Nomad 2024 a Capri. Design e arte contemporanea (e non solo)
Si raccolgono lungo i tre lati del chiostro grande le gallerie partecipanti alla terza edizione di Nomad a Capri, a eccezione di Secci e Robilant+Voena, che si trovano nelle cappelle laterali della chiesa trecentesca, dove oggi sono visibili gli affreschi di Diodato Vespiniani e Francesco Mottola (allievi di Francesco Solimena e Luca Giordano), realizzati tra il 1699 e il 1710 sulle volte e sulle pareti. Tra arte antica, moderna e contemporanea spicca l’installazione gonfiabile The Idealized City dell’artista italiano Filippo Minelli, presentata dalla galleria Inloco Open Storage al centro del giardino del chiostro che affronta il tema dell’urbanizzazione di centri antichi ora relegati alle attrazioni turistiche. Nelle celle circostanti, Nilufar Gallery presenta i lavori del designer Christian Pellizzari e gli arredi di Etereo Design Studio ispirati alla conformazione rocciosa dell’isola, mentre Rossana Orlandi espone le creazioni di Jacopo Gonzato, Vanessa Semaino e Mandalaki tra sculture, specchi e opere luminose e Brun Fine Art propone il progetto Artspace con gli artisti Anne de Carbuccia e Andrea Jemolo, ma anche Corrado Cagli, Lucio Fontana, Sandro Chia, Pietro Melandri e Mario Botta.
Nomad 2024 a Capri. Tra arte del Novecento e design contemporaneo
Con i più grandi artisti del Novecento c’è anche Secci che porta una preziosa selezione che va da Leonor Fini a Coopley e da Fernando Botero a Giulio Turcato, passando Fausto Melotti, Salvo, Giò Pomodoro, Pietro Consagra, Yayoi Kusama, Kevin Francis Grey, Paul Jenkins e Rember Yahuarcani, mentre Robilant+Voena si concentra sulle ceramiche di Lucio Fontana. Sceglie, invece, Bruno Munari, Frank Stella, Sonia Delaunay, Ettore Sotsass, Victor Vasarely e Alexander Calder (di cui un prezioso arazzo), tra gli altri, la Galleria Antonio Verolino a fianco di Carlocinque Gallery che porta in scena Bertozzi&Casoni, Aurelio Amendola, Verter Turroni, Cosma, Roberto Mora, Francesco Fabbri e Teo Martino. Infine, Volumnia insieme a SpazioC21 offre “la possibilità di vivere un dialogo non parlato tra la selezione di design storico e le opere dell’artista contemporanea Nuria Mora, ascoltando attraverso la vista, usando lo sguardo per percepire Gabriella Crespi, Piero Fornasetti, Franco Albini, Marco Zanuso, Tito Agnoli, Lorenzo Burchiellaro e Michele De Lucchi”, raccontano dalla galleria.
Caterina Angelucci
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