Il Design Museum di Londra dedica una mostra a Barbie: un’icona della cultura mainstream

“Barbie: The Exhibition” coincide con i 65 anni della bambola di Mattel, e ne segue l’evoluzione per raccontare come abbia saputo incarnare i cambiamenti del costume e della società. Un viaggio attraverso oltre 250 oggetti dal 1959 a oggi

Sessantacinque anni fa, Barbie faceva il suo debutto sugli scaffali dei negozi di giocattoli. Era il 1959: la bambola ideata da Mattel sarebbe diventata in fretta l’oggetto del desiderio delle bambine che in lei amavano immedesimarsi. Assurgendo, nei decenni a seguire, a icona della cultura mainstream, stereotipi compresi (si veda il film campione di incassi di Greta Gerwig; anche se il lavoro degli ultimi anni, in casa Mattel, sta provando a scardinarli).

Barbie, exhibition view at Design Museum Londra. Photo Jo Underhill for the Design Museum
Barbie, exhibition view at Design Museum Londra. Photo Jo Underhill for the Design Museum

65 anni di Barbie: la mostra a Londra

E proprio alla capacità di Barbie di trovare un posto stabile e solido nell’immaginario collettivo di tante generazioni fa appello la mostra che il Design Museum di Londra (fino all’8 settembre qui si visita anche un’accurata retrospettiva su Enzo Mari, già vista in Triennale a Milano) le dedica in occasione dell’ennesimo anniversario speciale. Un viaggio nell’universo della bambola conosciuta in tutto il mondo attraverso oltre 250 oggetti (molti provenienti dagli archivi Mattel di Los Angeles; tra questi 180 bambole e disegni degli abiti) che la raccontano e la rappresentano, comprese rare edizioni come la prima Barbie del ’59 – la Number 1 Barbie, dipinta a mano e vestita con un costume da bagno bianco e nero, di cui il museo ha acquistato un esemplare – o la Barbie parlante del 1968, e quella che, più di recente, ha trascorso sei mesi in orbita intorno alla Terra sulla Stazione Spaziale Internazionale al seguito di Samantha Cristoforetti.

Barbie e il design: un legame evidente

Il progetto, già inaugurato e allestito da Sam Jacob Studio, sarà protagonista al Design Museum fino al 23 febbraio 2025. La curatrice Danielle Thom esplicita il senso dell’operazione, evidenziando la forte dipendenza del successo di Barbie dal design: “Pochi giocattoli hanno una longevità così sorprendente e una presenza così forte nella cultura popolare. Anche se non avete mai giocato con una bambola Barbie da bambini, sapete chi è Barbie e probabilmente avete un’idea di ciò che Barbie rappresenta. E una delle chiavi di questa longevità e di questa presenza culturale risiede nel design, nel design della bambola, ma anche del suo mondo… Barbie è sempre stata un riflesso della cultura mainstream. Non è un giocattolo progettato in modo isolato da ciò che accade intorno a noi, e questo lo si vede nel modo in cui la bambola stessa, le sue case, le sue auto e così via si sono evolute nel corso degli anni“.

1959 Number 1 Barbie. Photo Mattel, Inc
1959 Number 1 Barbie. Photo Mattel, Inc

Barbie e la cultura mainstream. Dal 1959 a oggi

Tra gli “esemplari” in mostra, gli appassionati del genere riconosceranno Barbie Malibu e la Barbie Day to Night (invenzione del 1985 che riscosse grande successo), ma anche la Totally Hair Barbie del 1992, con i suoi lunghissimi capelli biondi, acquistata per più di 10 milioni di pezzi in tutto il mondo. E le creazioni degli ultimi anni, come la serie “Fashionistas”, che Mattel lanciò nel 2016 per accogliere (meglio tardi che mai?) le diversità, tra Barbie afroamericane e ispaniche o asiatiche, bambole con la sindrome di Down o in carrozzina, Barbie curvy.

1962 Barbie Dream House. © Mattel, Inc
1962 Barbie Dream House. © Mattel, Inc

La mostra di Barbie al Design Museum di Londra. Dagli amici alle mitiche case

Un focus sarà dedicato anche agli “amici” di Barbie, da Ken – di cui la mostra si preoccupa di raccontare l’evoluzione subita dalla prima apparizione nel 1961 a oggi – alla sorellina Skipper.
Ma ci sarà spazio anche per case (come la Casa dei Sogni del 1962), accessori, automobili che rappresentano l’interazione più evidente dei creativi Mattel (che ha collaborato alla produzione della mostra) con l’evoluzione del costume e della società – americana in primis – negli ultimi sessant’anni, nell’ottica di proporre un modello aspirazionale. Attenzione specifica è stata dedicata anche ai materiali utilizzati e all’innovazione tecnologica dei progetti. Con la sorpresa del confronto tra “Tac interattive” di una Barbie originale e di una contemporanea, per illustrarne le diverse strutture interne. 
L’ultima sezione è invece dedicata a Barbie come fonte di ispirazione per chi lavora nella moda, nel design, nell’arte e nel cinema.

La mostra di Barbie al Design Museum di Londra. L’allestimento

Tra chi ha avuto modo di visitare la mostra, è il Guardian a fornire la sintesi più efficace del progetto: “un tripudio di rosa che ti fa pensare. Divertente, patinata, nostalgica, perfetta per evadere”. Sul rosa, in realtà, ci sarebbe qualcosa da aggiungere: al contrario della campagna di marketing associata al film dell’estate 2023, il Design Museum ha scelto di fare un uso moderato del colore che, solo alla fine degli Anni Settanta, ha iniziato a identificare il marchio di Barbie, privilegiando, invece, un allestimento “arcobaleno e ironico”.
Al termine dell’esposizione londinese, la mostra è destinata a un tour internazionale.

Livia Montagnoli

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