È morto Bill Viola. Il gigante della videoarte aveva solo 73 anni
L'Alzheimer si porta via uno dei più grandi nomi dell'arte contemporanea del dopoguerra a livello globale. Per oltre 50 anni i suoi ambienti visionari hanno aperto a una riflessione radicale sulla vita, e sulla morte
È morto a 73 anni di Alzheimer il grandissimo artista Bill Viola (1951 – 2024), pioniere nei campi dei nuovi media, dei video e dell’arte installativa. Tra i più importanti nomi dell’arte contemporanea al mondo, Viola ha realizzato in 50 anni di carriera installazioni e ambienti visionari, tra video immersivi e paesaggi sonori, concentrandosi sulle esperienze umane fondamentali: la nascita, la coscienza, la morte. Sviluppando così una riflessione che – con la guida costante dei grandi nomi della storia dell’arte, in primis Michelangelo – ha accompagnato il suo pubblico in una riscoperta de “lo sviluppo della coscienza, la rivelazione della bellezza, presente anche dopo la morte, il momento di stupore, lo spazio senza parole, il vuoto che costruisce montagne, la gioia di amare, il dolore della perdita, il dono di lasciare qualcosa per il prossimo viaggiatore“, come detto dallo stesso artista.
Bill Viola è un gigante dell’arte contemporanea
Viola è stato uno dei primi veri sperimentatori delle nuove tecnologie, di cui esplorava sistematicamente i limiti espressivi.”Ho gradualmente realizzato che l’atto della percezione era in effetti una forma praticabile di conoscenza in sé e per sé, e non semplicemente un tipo di fenomeno“, disse. “Ciò significava che quando tenevo in mano la videocamera e il microfono, tenevo in mano un sistema filosofico, non solo uno strumento di raccolta di immagini e suoni“. Opere radicali come The Reflecting Pond, The Greeting e la serie dei Martyr hanno contribuito a tutti gli effetti a far diventare il video una forma altissima di arte contemporanea, influenzando le generazioni successive.
La vita di Bill Viola
Nato nel 1951 nel Queens, a New York, Viola ha studiato Experimental Studios alla Syracuse University (qui conobbe David Ross, che sarebbe diventato il primo curatore). Dopo la laurea, Viola si è trasferito a Firenze, dove ha lavorato da art/tapes/22, incontrando Jannis Kounellis, Mario Merz, Vito Acconci e Joan Jonas. È di questo periodo la fondamentale installazione Il Vapore. Tornato negli States, Viola lavorò al WNET Thirteen Television Laboratory e nel ’76 creò l’importante He Weeps for You, un’installazione con telecamera dal vivo che ingrandiva un’immagine all’interno di una goccia d’acqua (presentata a Documenta 6 nel 1977 e al MoMA di New York nel 1979). In questo periodo Viola conobbe la futura moglie e collaboratrice creativa Kira Perov, che sarebbe diventata anche la direttrice del Bill Viola Studio, con cui viaggiò per il mondo (anche in luoghi molto remoti) registrando immagini che sarebbero state presenti nelle sue opere a venire. Fondamentale, per i due, anche lo studio del buddhismo giapponese.
Le opere celebri di Bill Viola
Nel 1985 Viola fu invitato a partecipare alla Whitney Biennial dal curatore John Hanhardt, consolidando una delle relazioni chiave della sua carriera. Fu lui a commissionargli Theater of Memory, prima opera multimediale time based installata insieme a dipinti e sculture in una biennale. Durante il solo 1992, Viola produsse 9 installazioni per un gruppo di istituzioni internazionali sui temi del sonno, della nascita e della morte, raggiungendo sempre di più un pubblico globale. Nel ’95 rappresentò gli Stati Uniti alla 46a Biennale di Venezia, presentando in anteprima le 5 installazioni Buried Secrets, tra cui l’opera iconica The Greeting, ispirata alla Visitazione del Pontormo. La prima grande personale al Whitney arrivò poco dopo, aprendo a una grande stagione di mostre in tutto il mondo, tra i Guggenheim di New York e Bilbao, la 52a Biennale di Venezia, il Mori Art Museum di Tokyo, il Busan Museum of Art della Corea del Sud e il Pushkin di Mosca.
BIll Viola e la musica
La popolarità di Viola si è estesa ben oltre il mondo dell’arte contemporanea. La sua esperienza con la musica d’avanguardia, in primis, ha portato a collaborazioni di primo piano come quella con l’Ensemble Modern di Francoforte, ma anche con la band industrial rock Nine Inch Nails e con il regista Peter Sellars e il direttore d’orchestra Esa-Pekka Salonen (per una nuova produzione del Tristano e Isotta di Wagner). Viola ha anche realizzato The Raft per le Olimpiadi del 2004 in Grecia; Crossroads, un’installazione larga 82 piedi per l’aeroporto internazionale di Hamad, commissionata dalla Qatar Museums Authority; Martyrs (Earth, Air, Fire, Water) e Mary per la cattedrale di Saint Paul, a Londra; e persino il videogioco Night Journey, completato nel 2018, con Tracy Fullerton all’USC Game Innovation Lab. Nel corso della sua carriera, Viola ha ricevuto anche numerosi premi, come la MacArthur Foundation Fellowship, il XXI Catalonia International Prize e il Praemium Imperiale della Japan Art Association.
Giulia Giaume
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