A Firenze riapre il Museo della Moda e del Costume di Palazzo Pitti con tante novità

Nuova veste e nuovo percorso per uno dei pochi musei di moda in Italia che a cinque anni dalla chiusura al pubblico ha riaperto interamente 

È finalmente visitabile per intero il Museo della Moda e del Costume di Palazzo Pitti a Firenze, uno dei pochi in Italia dedicati interamente alla storia del costume e della moda. La prima riapertura risale a dicembre 2023, con le sezioni che approfondiscono il fashion del Novecento e dei primi anni del Ventunesimo secolo, completata il 16 luglio 2024 dopo quasi cinque anni di chiusura al pubblico. Il risultato è un riallestimento generale che ne ha ammodernato e attualizzato il volto e l’estetica.

Il nuovo percorso del Museo della Moda e del Costume di Palazzo Pitti

Innanzitutto è diverso il percorso di visita, che adesso vede esposti gli abiti del nucleo centrale della collezione permanente, ordinati secondo criteri storico-cronologici che accompagnano il visitatore nella storia del costume e della moda dal XVIII al XXI secolo, grazie alla curatela di Vanessa Gavioli. Si contano circa sessanta capi e altrettanti accessori tra scarpe, borse, ventagli, ombrelli, guanti e cappelli. Fanno da controcanto alle creazioni di moda grandi ritrattisti del Settecento e del primo Ottocento come Carle Vanloo e Clemente Alberi, ed eleganti ritratti dell’Ottocento maturo di Tito Conti e Giovanni Boldini. A questi si aggiungono alcuni degli artisti più rilevanti dell’avanguardia italiana, in dialogo con importanti stilisti della moda novecentesca. Perché, come dice il direttore delle Gallerie degli Uffizi Simone Verde,il costume e la sua storia sono intrinsecamente connessi con l’arte”.

Museo della Moda e del Costume di Palazzo Pitti a Firenze
Museo della Moda e del Costume di Palazzo Pitti a Firenze. Foto di Leonardo Salvini

Le nuove sale inaugurate nel Museo della Moda e del Costume di Palazzo Pitti

Invece, nelle sale appena inaugurate si possono ammirare abiti settecenteschi, esempio di un’epoca in cui era la corte a stabilire le mode del vestire secondo una logica del potere stabilita dai regolamenti d’etichetta; capi in stile Impero, come quello in crêpe di seta avorio ornato da ricami in laminetta d’argento e appartenuto a Massimilla Celano, consorte di Prailo Mayo, terzogenito del governatore del Principato abruzzese di Francavilla; capi del periodo Restaurazione, quando il punto vita si riabbassa e le vesti si impreziosiscono di applicazioni che sembrano bassorilievi scultorei. Il percorso continua tra abiti da sposa ottocenteschi, la veste Liberty in chiffon giallo e verdedi Raphael Goudstikker e il vestito in rete ad ago meccanico nera su raso di seta avorio di Catherine Donovan, couturière newyorkese detta “la sarta pioniera che aveva vestito l’élite cittadina”. 

Museo della Moda e del Costume di Palazzo Pitti a Firenze
Museo della Moda e del Costume di Palazzo Pitti a Firenze. Foto di Leonardo Salvini

Museo della Moda e del Costume di Palazzo Pitti. Le sale della Moda del Novecento

Indimenticabili anche le sale della Moda del Novecento, che sono state riaperte a dicembre scorso dopo quarant’anni dalla fondazione del Museo all’interno del complesso delle Gallerie degli Uffizi. Si spazia dal mantello-kimono di Mariano Fortuny per Eleonora Duse alla tunica flipper Anni Venti di Coco Chanel, dagli abiti surreali di Elsa Schiaparelli a quello datato anni Ottanta e firmato Gianni Versace per Patty Pravo. Proseguendo ci sono gli abiti del sarto delle dive anni Cinquanta Emilio Schubert, i vestiti barocchi Gianfranco Ferré per Dior e la guaina nera di Jean Paul Gaultier indossata da Madonna. E ancora: creazioni di Miuccia Prada, John Galliano e Giorgio Armani. Insomma, tutta la moda che ha fatto la storia del costume, e che adesso si può vedere nella sua completezza.

Giulio Solfrizzi

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Giulio Solfrizzi

Giulio Solfrizzi

Barese trapiantato a Milano, da sempre ammaliato dall’arte del vestire e del sapersi vestire. Successivamente appassionato di arte a tutto tondo, perseguendo il motto “l’arte per l’arte”. Studente, giornalista di moda e costume, ma anche esperto di comunicazione in crescita.

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