Tra Bernini e Canova. La mostra di Louise Bourgeois alla Galleria Borghese di Roma
Una mostra irripetibile che parla di metamorfosi, memoria, espressione di stati emotivi e psicologici, ma anche del rapporto con la psicoanalisi e con il femminismo
Quando nel 1967 Louise Bourgeois arriva a Roma è quella che, allora, si definiva una donna di mezza età, aveva all’incirca 55 anni e l’Italia costituisce per lei un vero e proprio viaggio nella tradizione e nei materiali della storia dell’arte. Tra i luoghi che visita ci sono anche il Casino Borghese, i Giardini segreti e il padiglione dell’Uccelliera. Oggi, a oltre cinquant’anni di distanza da quel primo incontro, ideata da Cloé Perrone, curata con Geraldine Leardi e Philip Larratt-Smith, la Galleria Borghese le dedica la mostra L’inconscio della memoria, in cui si intreccia la complessa poetica dell’artista, nella quale la dimensione personale è precipua, con il percorso espositivo: dalla scultura antica alla pittura di Caravaggio alla scultura di Gian Lorenzo Bernini e di Antonio Canova.
Louise Bourgeois, Bernini e Canova
I motivi su cui è incentrata questa mostra irripetibile (curiosa la simultaneità di altre due mostre sull’artista, a Napoli nella Galleria Trisorio e al Museo Novecento di Firenze) sono la metamorfosi, la memoria, l’espressione di stati emotivo e psicologici, ma anche il rapporto con la psicoanalisi e con il femminismo, che l’artista nata nel 1911, vive in maniera del tutto particolare rispetto alle donne della sua generazione.
In mostra sono alcune Cells, stanze autonome, realizzate a partire dagli anni ’90, in cui sono collocati oggetti, objects trouvés, opere, che per certi versi costituiscono una summa dell’arte del Novecento a cui Bourgeois è stata profondamente legata da Duchamp al Surrealismo. Passage Dangereux, la Cell più grande, esposta nel Salone del Lanfranco, racchiude il viaggio di una bambina che dall’innocenza infantile passa alla dimensione di giovane donna.
In The Last Climb, la penultima Cell da lei realizzata il tema portante è quello della spirale, che ricorre lungo tutto la sua opera. Momento portante in tal senso sono Spiral Woman, esposta nell’Uccelliera ma anche la scala a chiocciola di The Last Climb, metafora dei cicli infiniti della vita e del suo viaggio. Nell’opera sono alcune sfere blu in cui il richiamo è al concetto di spiritualità non in senso religioso, ma a una spiritualità laica, universale in cui trovano spazio il cielo, la natura.
La mostra alla Galleria Borghese di Roma
In mostra sono parecchi busti di tessuto, un richiamo palese alle sue origini, alla sua famiglia di restauratori di arazzi, ma anche un richiamo a certo Primitivismo. Fa parte della collezione della Galleria Borghese l’Apollo e Dafne del Bernini, un’opera che richiama la mitologia greca e che fa riferimento alla metamorfosi in senso complesso: la donna sfugge da colui che la vuole possedere, rapire e si trasforma in una pianta di alloro. E la metamorfosi è un tema centrale dell’opera dell’artista franco-statunitense, che si sviluppa attraverso Janus Fleuri, Topiary e Passage Dangereux. Il riferimento primigenio è a Giano bifronte, divinità latina del doppio, che è presente, appunto, nella sua scultura Janus Fleuri rivolta in due direzioni, in cui la doppiezza è anche una forma di fluidità sessuale, oggi assai dibattuta ma negli anni in cui se ne occupava Louise Bourgeois raramente accennata.
Le opere di Louise Bourgeois
Tra le opere più intense in mostra, alcune realizzate in marmo rosa e in bronzo della serie The Welcoming Hands che presentano il calco delle vecchie mani nodose dell’artista intrecciate a quelle di Jerry Gorovoy, per molti anni suo assistente e amico affezionatissimo. In mostra non poteva mancare il ragno, che connota la sua ricerca: un grande Spider, di bronzo è collocato negli stupendi Giardini Segreti. L’animale, che torna nel corso degli anni, è un richiamo alla sua protettiva madre, figura determinante nella sua storia di donna e di artista. La mostra sottolinea un dialogo imprescindibile fra le opere della collezione e quella di Bourgeois, una delle artiste più significative del XX Secolo, che pone lo spettatore in maniera interrogativa di fronte alle opere del passato, che possono essere lette con strumenti ea accezioni diverse.
Angela Madesani
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