Lucideddu. Tentazione
Fotografia come allegoria di femminina autodeterminazione.
Comunicato stampa
Lucia Cadeddu, in arte Lucideddu, è originaria della Sardegna e si è formata a Roma, all’Accademia di Belle Arti; ha studiato scenografia e cinema per poi dedicarsi in particolare al video e alla fotografia.
La sua ricerca riflette sull'identità di genere e la sfera del femminile che l'autrice indaga e ci rimanda sia attraverso il nudo in tutte le sue pulsioni e sfaccettature, sia tramite soggetti più evocativi e metaforici come quelli appartenenti al mondo vegetale; in particolare: la frutta. In questo caso, come nelle foto in mostra, richiama sessualità e anatomie femminili in modo straordinariamente accattivante, elegantemente sofisticato.
Scegliendo tecniche analogiche, per queste sue light paintings usa tonalità cromatiche accese, spinte, che sottolineano gli elementi in primo piano o in dettaglio solo apparentemente disposti come classiche Nature Morte ma più vicine a ideali Landscapes. In queste sue composizioni, della serie Tentazione – e non a caso, vedremo – evidenzia ad esempio, antri di ricci di castagne che paiono vulve, fichi dalle spaccature sottintese, pesche dalla sensualità muliebre, melanzane polpose, curvy, pere concupiscenti come schiene e fianchi di donna, melograni dalla simbologia antica ma anche dalle più moderne e femminine celebrazioni.
Che spettacolo questi elementi botanici, che Lucideddu rende come se interpretassero personalità, corpo e anima in scena e in cui vero e verosimile si confondono: questa è la magia. Per dirci cosa?
Procediamo con ordine.
Se i famosi, storici peperoni di Edward Weston, pure emblema di erotismo essenzialmente femminile, svettano, quasi, per profondità di campo, nitidezza, realismo e rappresentano lo sguardo maschile, esterno, sulle forme e la sessualità dell’altro da sé (o meglio: delle altre), ebbene: Lucideddu affronta il tema da pari a pari, da donna a donna, donando alle immagini il calore dell’empatia complice e un carattere teatrale o cinematografico, in ogni caso elevandolo e sottraendolo al registro narrativo per donargli riassuntiva e paradigmatica rilevanza. Perché quella Natura è qui una Queen, è Regina, origine e originale come una divinità sacrale e carnale allo stesso tempo.
Non c'è malizia, in questi scatti bensì una leggera dose di ironia nell'allusione che ci porta indirettamente ma lucidamente della riscoperta e riappropriazione del corpo, di fantasie e desideri, di emancipazione e autodeterminazione, di voluttà libera, non (più: mai più!) irreggimentata o repressa da leggi e lussuria patriarcale.