Si arricchisce di un altro capitolo la serie di interviste alle case editrici indipendenti più interessanti in Italia. Questa volta è il turno di 5 Continents Editions, fresca vincitrice MGIP BOOK AWARD 2024 con il volume Interno pompeiano. Abbiamo fatto quattro chiacchere con l’editore Eric Ghysels, per scoprire quali sono i segreti di una casa editrice d’eccellenza.
5 Continents Editions: ci racconti in breve come e quando è nata, che linea editoriale ha, a chi si rivolge.
5 Continents Editions nasce nel febbraio 2002 per realizzare libri d’arte: un grande obiettivo, senza alcun dubbio. Fin da allora, però, i volumi che pubblica sono una lente per scoprire non solo l’arte a 360 gradi, in ogni sua declinazione e in ogni parte del mondo, ma soprattutto gli esseri umani, il mondo che abitano e la creatività cui sono capaci di dare vita. La casa editrice, indipendente, è infatti “casa” di una pluralità di sguardi, di sensibilità, di incontri, di interessi. E di saperi.
Non si pone confini spaziali e temporali nei dialoghi alla base dei suoi progetti, non si accontenta del “già visto”: la sua anima si nutre ogni giorno di curiosità e scoperta. Perciò si rivolge alle anime curiose, sempre, senza confini né pregiudizi. E la sensibilità dell’editore, così come il suo stile improntato all’etica, ne sono la guida. Il risultato è che da più di 22 anni i progetti editoriali di 5 Continents Editions continuano a interessare e coinvolgere studiosi, intellettuali, galleristi, facendo nascere in molti casi una stretta collaborazione anche con le maggiori istituzioni museali sia italiane sia internazionali, con fondazioni private, artisti e collezionisti.
E poi?
In tutta la mia esperienza come editore c’è anche molto del mio “privato”: ho vissuto tutta la giovinezza in Dordogna, culla della Storia, nel sud-ovest della Francia, dove in un ex essiccatoio di tabacco osservavo mio padre Jean-Pierre, che era stato allievo di Ossip Zadkine all’Atelier de La Grande Chaumière (Parigi), creare sculture partendo da due pezzi di creta; uno dei tre contadini del luogo, in quello stesso periodo, mi insegnava la vita osservando la natura e i lavori della terra, ma non solo. Da loro ho imparato a considerare la vita e l’arte quasi come un binomio, e, in seguito, a realizzare un libro “come una scultura”, dove è fondamentale sapersi fermare per non snaturarlo!
In contesto come quello italiano, dove molte persone non leggono libri, come sopravvivono gli editori indipendenti?
Noi, in particolare, “sopravviviamo” perché facciamo quello che amiamo, e lo facciamo con passione ed entusiasmo. Siamo riusciti a trasformare la ricerca del Bello in un mestiere. Personalmente, ogni giorno riconosco la fortuna di essere libero di scegliere persone e progetti capaci di trasformare il Bello in un libro. Non nascondo che il nostro è un mestiere difficile, perché richiede anche tanti livelli di competenza – tecnica, culturale, linguistica… – e grande senso di responsabilità, perciò è necessario condividere questo mestiere, quasi artigianale, con la propria squadra. Come nello sport, che io amo, riconosco il grande impegno e le rinunce che coinvolgono il mio intero team, necessari per raggiungere i propri traguardi. Confesso che, in tutti questi anni, in Italia e all’estero ho tessuto una fitta rete di relazioni con persone sensibili all’arte, che sono riuscito a coinvolgere al punto da realizzare volumi che sono il fiore all’occhiello della mia casa editrice. E se a volte ho corso dei rischi – nessun imprenditore ne è esente – i risultati alla fine ci hanno appagato, facendomi guadagnare la stima e la fiducia di quanti hanno investito sulla mia casa editrice.
Qual è il libro o autore che più vi rappresenta o al quale siete più legati e perché?
Non ho dubbi: ciò che mi ha ispirato, e continua a farlo, direi che è la nostra comune Madre Africa e poi Madre Natura perché, in effetti, sono all’origine di tutto.
Uno dei più bei libri che abbiamo pubblicato? Quello dedicato a Bill Traylor: nato schiavo intorno al 1853-1854 in una piantagione di cotone a Benton, in Alabama, Traylor è stato uno degli artisti autodidatti più importanti del XX secolo e sicuramente tra i più celebri artisti afroamericani, insieme a Thornton Dial e William Edmondson. La sua vita potrebbe ispirare un romanzo: a 85 anni Traylor ha cominciato a disegnare su pezzi di carta raccolti per strada! Il nostro volume raccoglie 150 suoi disegni, oggi parte di importanti collezioni, molto apprezzati dal mercato. Ma voglio aggiungere altri due autori, rappresentativi di 5 Continents: Paul Starosta, per la sua capacità di compiere un viaggio quasi intimo nella sconcertante bellezza della natura, e Luigi Spina, che ha pubblicato numerosi titoli con noi, tra cui l’acclamato volume fotografico Interno pompeiano, tradotto in 5 lingue (come Loving, altro nostro bestseller), che ha ottenuto recentemente prestigiosi premi e riconoscimenti internazionali.
Può segnalarci un editore indipendente di cui vi piace particolarmente il lavoro?
Per me uno dei più grandi editori rimane Xavier Barral, di Atelier EXB: benché scomparso pochi anni fa (era il 2019), per mia/nostra fortuna continua a vivere attraverso i suoi libri e i suoi ex collaboratori. Ma ricordo con stima anche Franco Maria Ricci, con cui mi sono formato appena arrivato in Italia: era geniale. Citandoli, penso a una persona e alla sua storia. Il dramma dell’editoria di oggi è la perdita di personalità, a causa della ricerca ossessiva dei risultati di mercato secondo le logiche del marketing.
Come questi due editori che ho appena nominato, faccio libri per diffondere il cosiddetto “colpo di fulmine” al più vasto pubblico possibile e per trasmettere arte, pura e semplice. Do voce ad artisti noti ma spesso anche poco noti, diventando l’ambasciatore di quanti meritano che la propria opera venga fatta conoscere. Noi editori d’arte abbiamo una sensibilità artistica, ma dobbiamo rimanere in ascolto. Onnipresenti e in disparte al tempo stesso.
Qualche anticipazione sui libri in uscita nei prossimi mesi?
Mi affascinano il microcosmo e il macrocosmo. Il mio preferito è Semi di Paul Starosta, che ho deciso di ripubblicare. Nella magia del seme si vede tutta la scultura contemporanea, da Brâncuși a Chillida, da Moore a Serra. 5 Continents Editions è riuscita a fare emergere questa assonanza, rendendo le immagini tridimensionali!
Altri grandi libri previsti per l’anno prossimo sono: un’antologia sull’architettura in terra cruda vista attraverso l’occhio di una settantina di fotografi internazionali attivi in altrettanti Paesi del mondo. Il volume sarà curato da Jean Dethier, per 30 anni curatore del dipartimento di Architettura del Centre Pompidou e uno dei massimi esperti di questo tema, che si collega alla mia vita e al mio amore per il lavoro dei grandi architetti/muratori/scultori, e alle loro abilità ancestrali.
Altre news?
Vi anticipo anche la monografia dedicata a El Anatsui, artista ghanese noto per le sue opere d’arte realizzate con rifiuti e materiali di recupero: un grande gesto di rispetto per la Terra da parte di un personaggio le cui opere oggi sono esposte in tutti i musei del mondo.
Infine, uno dei progetti di cui vado più fiero è il volume dedicato all’arte grafica delle donne Inuit, finora ancora sconosciute, curato da Carl Norac, poeta nazionale belga, notissimo autore di libri per l’infanzia e grande collezionista di questi lavori. Il volume esplora una forma d’arte che non ha mai avuto contatti con il mondo dell’arte contemporanea internazionale, anche se le sue prime testimonianze risalgono agli anni Cinquanta: sono i disegni e le stampe realizzati dal popolo Inuit canadese.
Ultima domanda: il libro assolutamente da leggere una volta nella vita.
Io sono affascinato dal “libro che non esiste ancora” e che immagino sarà in assoluto il più bello! A dire il vero, credo che ognuno di noi dovrebbe leggere con passione il dizionario per scoprire i molteplici significati e la magia delle parole, le loro sfumature, la loro etimologia. È un esercizio utilissimo, per le persone di tutte le età! Invece Fayçal Zaouali, direttore artistico di 5 Continents Editions e da sempre al mio fianco con la sua sensibilità di cittadino del mondo, suggerisce a tutti noi di leggere Ingegnere del tempo perduto. Conversazione con Pierre Cabanne, di Marcel Duchamp: un viaggio nella libertà del fare, del pensare e dell’agire. Le parole-guida che descrivono da sempre 5 Continents Editions ed è giusto e naturale che voglia condividerle con voi.
Dario Moalli
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