In Umbria il Castello Bufalini si trasforma in teatro della storia grazie agli architetti Migliore+Servetto
L’allestimento museale della storica residenza della famiglia Bufalini, nell’Alta Valle del Tevere, sarà rinnovato all’insegna dell’accessibilità e della multimedialità dallo studio milanese. Intanto il Castello apre il suo labirinto vegetale: uno dei più antichi d’Europa
Bisognerà attendere il 2026 per il completamento del progetto di restauro e riallestimento del Castello Bufalini, fortezza umbra edificata nel Trecento nell’Alta Valle del Tevere, al confine con la Toscana. Per finanziarne il ripristino, il Ministero della Cultura è sceso in campo con i fondi del piano strategico Grandi progetti beni culturali, a testimoniare il pregio del castello (e del suo giardino), che fu ripensato nel Rinascimento da Giovanni di Alesso detto Nanni Unghero, architetto della cerchia dei Sangallo.
La storia del Castello Bufalini nell’Alta Valle del Tevere
Dell’architettura di San Giustino stupisce, innanzitutto lo stato di conservazione: la struttura, raro esempio di dimora storica signorile, si è conservata pressoché integra nelle sue componenti architettoniche e storico-artistiche, come pure negli arredi e nelle suppellettili, tramandando intatto anche l’archivio familiare dei Bufalini, fautori dell’ammodernamento del castello nel XVI Secolo. Nata come fortilizio militare della famiglia ghibellina dei Dotti di Sansepolcro, infatti, in seguito alla battaglia di Anghiari, nel 1440, la struttura divenne avamposto militare a difesa del territorio di Città di Castello e fu distrutta sul finire del Quattrocento per ordine della Repubblica Fiorentina. Poco dopo, il nuovo proprietario Niccolò di Manno Bufalini fece ricostruire sul sito una fortezza a pianta quadrata irregolare, che i suoi diretti discendenti vollero trasformare in residenza più confortevole e rispondente a precise esigenze sociali e culturali. Sul nuovo progetto, dopo Nanni Unghero, intervenne anche il Vignola, mentre risalgono alla fine del Seicento il ciclo decorativo delle sale, la collezione di opere tardo barocche e l’allestimento del giardino all’italiana, poi implementato nel Settecento, con una galleria vegetale, un roseto, l’angolo del “paradiso” e un labirinto di verzure.
Le visite straordinarie al labirinto del Castello Bufalini
Proprio il labirinto, ideato in attuazione di un preciso programma esoterico, costituisce oggi la principale attrazione del Castello: lo scorso aprile, per la prima volta nella storia del sito – appartenuto ai Bufalini fino al 1989, poi passato allo Stato e musealizzato – quello che è considerato uno dei più antichi labirinti vegetali d’Europa ha aperto al pubblico per un ciclo di visite straordinarie, ogni terza domenica del mese fino a ottobre 2024 (solo su prenotazione, per gruppi di massimo 10 persone alla volta). Il labirinto, creato per lo svago dei signori e formato da alte siepi di bosso, costituisce una delle 7 aree tematiche del giardino sviluppato su 13mila metri quadri. Il suo tracciato, che misura circa 670 metri quadri, è di forma trapezoidale con tre centri distinti, e un unico accesso, ai cui lati, il 4 novembre 1694, furono piantati due cipressi, ancora viventi, che sono tra gli alberi più antichi del giardino. L’archivio del castello conserva alcuni disegni relativi alla sua progettazione e realizzazione, in particolare una planimetria databile al 1706, che evidenzia come il suo tracciato sia rimasto invariato nei secoli: ciò fa pensare che almeno in parte, anche le piante di bosso siano quelle interrate nel 1692.
Il progetto di riallestimento museale di Migliore+Servetto
Nel frattempo si appresta a iniziare il cantiere di rinnovamento degli spazi interni ed esterni affidato allo studio milanese Migliore+Servetto (di Ico Migliore e Mara Servetto). Per il progetto, il Ministero della Cultura ha stanziato 2 milioni e mezzo di euro, che si sommano alla cifra equivalente spesa negli ultimi anni per la manutenzione del sito e della sua collezione. I lavori partiranno nel 2025 per concludersi l’anno seguente, procedendo per settori per evitare la chiusura totale del museo. Migliore+Servetto interverrà nel rispetto delle preesistenze storiche per potenziare i servizi al pubblico, l’accessibilità e l’inclusione, e valorizzare gli spazi con un riallestimento che riguarderà 1470 metri quadri di superficie, comprese le cantine, il cortile e il loggiato panoramico del primo piano.
Il concept creativo punta sulla semplificazione dei percorsi attraverso molteplici livelli di narrazione, per una lettura guidata dell’architettura storica in relazione al territorio umbro, la valorizzazione degli affreschi del pittore tardo-rinascimentale Cristoforo Gherardi (appena restaurati e visibili da agosto 2024), un focus sulle suppellettili e gli arredi storici. Un risultato che si otterrà lavorando sul concetto di stratificazione, con un progetto ambientale integrato imperniato sui concetti di identità e funzionalità. La tecnologia giocherà quindi un ruolo fondamentale favorendo le interazioni dinamiche, la creazione di scenari emozionali e la personalizzazione dell’esperienza di visita. Complementare è in tal senso il progetto di wayfinding, che attraverso un sistema di QR code e a un’app dedicata darà la possibilità di approfondire il percorso a livello visivo e sonoro.
Livia Montagnoli
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