Morto Jean – Pierre Ghysels, l’artista dei volumi e dell’astrazione

Scomparso a 92 anni lo scultore belga lascia in eredità la sua “astrazione lirica”, corrente che identifica la rielaborazione della realtà secondo lo stato d'animo dell'artista 

La scultura per l’artista belga Jean – Pierre Ghysels era “un mestiere d’artigiano” che “bilancia l’uomo”. Questi, scomparso il 23 luglio 2024 a seguito di un malore, ha sempre manifestato una certa fascinazione verso le tecniche classiche, realizzando nel corso della sua carriera opere (monumentali e non) in bronzo e rame, contraddistinte da levigature e minuziose finiture capaci di creare giochi di luci e di ombre nello spazio. 

Jean – Pierre Ghysels: la vita

Classe 1932, nato a Bruxelles, Jean – Pierre Ghysels studiò la lavorazione del rame e l’arte dell’oreficeria presso l’École d’Art de Maredsous. Dopo essersi diplomato nel 1953, il governo francese gli offrì una borsa di studio che gli permise di seguire i corsi dell’artista Ossip Zadkine (amico di Amedeo Modigliani) all’Académie de la Grande Chaumière, nonché i corsi di George Saupique all’Académie des Beaux Arts di Parigi. Subito dopo ottenne la commissione per la sua prima scultura monumentale dal titolo Il Calvario, che collocò all’ingresso dell’hotel comunale di Rixensart in Belgio. Nel 1955, terminato il suo servizio militare, aprì il suo studio a rue Marconi a Bruxelles e, nel 1957, vinse il premio Godecharle grazie al quale intraprese un viaggio in India e Nepal, dipingendo affreschi per la cappella dei Padri Bianchi di Rayak e a Beirut. Un viaggio che forgiò tanto l’artista quanto la sua pratica artistica, passando dalle forme figurative all’astrazione. 

Sculture di Jean Pierre Ghysels
Sculture di Jean Pierre Ghysels

La carriera artistica di Jean – Pierre Ghysels

Nell’ottobre 1966 si tenne la prima mostra personale dell’artista, ospitata all’Ufficio provinciale del Brabante a Bruxelles. Tra le opere degne di nota si ricordano la sua ultima scultura figurativa, Vague, così come la prima astratta, Forma ripiegata, risalente al 1965. Ghysels iniziò scolpendo statue religiose in stile figurativo ma si orientò rapidamente verso un’astrazione con curve tenere, volumi traforati che lasciano giocare l’ombra e la luce. Realizzò così sculture monumentali e di formato ridotto, in gesso, rame e bronzo, con superfici lisce, opache e lucide, con alcune parti ruvide. 

Nel corso della sua lunga carriera prese parte a numerose mostre collettive, in particolare nel 1958 alla Giovane Scultura Belga e all’Esposizione Universale di Bruxelles, per la quale realizzò anche una scultura monumentale. Nel 1961, 1963, 1965 e 1969 partecipò alla Biennale di scultura all’aperto del Middelheim Museum di Anversa, e nel 1964 e 1965 era tra i protagonisti della mostra itinerante Art d’Aujourd’hui in Belgio organizzata dal Crédit Communal de Belgique. Nel 1961 fu selezionato per l’Esposizione internazionale di scultura contemporanea organizzata al Museo Rodin di Parigi. Infine, nel 1967 rappresentò, assieme ad altri colleghi, la scultura belga al padiglione delle Comunità europee e al padiglione del Belgio all’Esposizione universale di Montreal.

Sculture di Jean Pierre Ghysels
Sculture di Jean Pierre Ghysels

La scultura secondo Jean – Pierre Ghysels

“Scolpire è, tra quello che faccio, la cosa più completa”, così l’artista belga riassumeva ciò che la scultura rappresentava per lui. “Le mie mani, la mia testa, il mio cuore, il mio corpo trovano lì la loro gioia. È un mestiere di artigiano, bilancia l’uomo. (…) Mi piacciono i vecchi strumenti che mostrano il senso del lavoro. Portano l’impronta della tradizione, sono il linguaggio della mano e i testimoni del lavoro svolto”.

Valentina Muzi 

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Valentina Muzi

Valentina Muzi

Valentina Muzi (Roma, 1991) è diplomata in lingue presso il liceo G.V. Catullo, matura esperienze all’estero e si specializza in lingua francese e spagnola con corsi di approfondimento DELF e DELE. La passione per l’arte l’ha portata a iscriversi alla…

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