Vasari racconta… lettere, progetti e segreti al tempo di Cosimo I de’ Medici e i Bardi di Vernio

Informazioni Evento

Luogo
ORATORIO DI SAN NICCOLÒ A VERNIO
Piazza del Comune, Sant'Ippolito, PO, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

dal 3 agosto al 15 settembre il sabato e la domenica dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 20. Aperture straordinarie sono previste durante le serate di “Apriti Chiostro” dalle 20 alle 23.

Vernissage
30/07/2024

ore 21

Artisti
Giorgio Vasari
Generi
documentaria

La mostra su Giorgio Vasari e le lettere inedite conservate a Vernio.

Comunicato stampa

C’è una presenza inaspettata all’Oratorio di Vernio, che martedì 30 luglio alle 21 inaugura la mostra “Vasari racconta… lettere, progetti e segreti al tempo di Cosimo I de’ Medici e i Bardi di Vernio”. Ad accogliere i visitatori all’ingresso della mostra sarà lo stesso Giorgio Vasari. Attraverso l’illusione di “un quadro vivente” il grande pittore racconta di sé, di come si è svegliato “in questa fresca e verde valle”, delle sue opere alla corte di Cosimo I e delle lettere che ha saputo essere stata ritrovate proprio a Vernio.

La mostra, un progetto del Comune di Vernio con la curatela scientifica dell’Accademia Bardi e della Fondazione CDSE, è stata realizzata grazie al contributo del bando della Regione Toscana per le “Celebrazioni dei 450 anni dalla morte di Cosimo I dei Medici e di Giorgio Vasari”.

“La rassegna di eventi di Vernio è il primo progetto nella graduatoria del bando fra quelli presentati nella provincia di Prato e l’ottavo in tutta la Toscana – sottolinea con orgoglio la sindaca Maria Lucarini – merito dei curatori che hanno saputo coniugare ricerca, racconto storico e un pizzico di curiosità per le vicende che hanno legato per tutta la vita Cosimo, Vasari e la famiglia Bardi di Vernio con il suo territorio”.

Il nucleo della mostra ruota attorno alle 7 lettere inedite scritte da Vasari nel 1564 e scoperte nell’archivio della Compagnia di San Niccolò di Bari nel 1997 da Alessandro Magini presidente dell’Accademia Bardi, che su di esse ha poi pubblicato uno studio.

“Le lettere sono al centro della ricostruzione del contesto storico che vede protagonisti i Medici, soprattutto Cosimo I, di cui Vasari fu l’artista di punta, e la famiglia Bardi – spiegano la direttrice del CDSE Alessia Cecconi e Alessandro Magini – Accanto ai documenti e ai pannelli esplicativi abbiamo voluto creare anche una presenza emozionante, Vasari vivente che a Vernio, nell’Oratorio, cerca di dialogare con un’altra epoca”. L’attore Nicola Pecci, che interpreta Vasari, e il videomaker Francesco Santillo sono gli artefici di questa sorta di magia insieme al costume storico della Società della Miseria, gentilmente prestato per l’occasione da Piero e Marcella Sarti.

L’allestimento comprende le lettere originali e una serie di pannelli con testi e illustrazioni create per la mostra da Anita Barghigiani, sarà aperto al pubblico dal 3 agosto al 15 settembre il sabato e la domenica dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 20. Aperture straordinarie sono previste durante le serate di “Apriti Chiostro” dalle 20 alle 23. Il progetto complessivo, che prosegue fino al 19 novembre, comprende anche un ventaglio di attività che spaziano da mostre a laboratori per bambini, da incontri di studio a visite sul territorio e a Pisa, alla scoperta dei fili che hanno legato il territorio di Vernio con la cultura e la politica dei Medici e del Rinascimento.

Ma torniamo alla scoperta di Vernio e ai contenuti della mostra.

Le lettere - Le 7 lettere di Vasari, destinate al cavalier Marinozzi, riguardano i lavori per la realizzazione della facciata del Palazzo dei Cavalieri a Pisa, dal 1846 sede della Scuola Normale Superiore. Risalgono tutte al 1564 e trattano dei disegni per la facciata, della ricerca di artisti capaci di realizzarla e dei soggetti da rappresentare, soffermandosi anche sulle questioni economiche relative al corretto pagamento delle maestranze. Costituiscono dunque un’importante testimonianza per ampliare la documentazione relativa alla storia di uno dei più significativi palazzi di Pisa, simbolo dei Cavalieri di Santo Stefano, ordine con cui Cosimo I volle celebrare Santo Stefano papa.

Perché a Vernio - Ma come è accaduto che le lettere di Vasari siano state trovate a Vernio? Ebbene la famiglia Bardi nel 1332 acquista la Contea di Vernio e stringe ben presto legami, testimoniati nel 1415 dal matrimonio di Cosimo il Vecchio con la Contessina de’ Bardi di Vernio futura nonna di Lorenzo il Magnifico, con la famiglia Medici in ascesa. I Bardi rimangono fidi alleati dei Medici anche nei momenti più critici, li seguono in numerose battaglie e li troviamo al fianco dei discendenti di Cosimo e Lorenzo fino all’inizio del ‘600. Le lettere di Vasari, 7 missive delle oltre mille che compongono il suo carteggio, furono scritte appunto a Leonardo Marinozzi, cavaliere di Santo Stefano e Camerlengo di Cosimo I, la cui figlia sposò un Bardi. Fu così che la corrispondenza della famiglia confluì nell’Archivio della Compagnia, dimenticata, in verità, fino alla scoperta di Magini.

Giorgio Vasari - Dopo una prima formazione ad Arezzo il giovane Vasari si trasferisce tredicenne a Firenze dove conosce fra gli altri Michelangelo e Andrea del Sarto e inizia ben presto la sua attività come pittore. Grazie ai numerosi viaggi e all’ingresso nei circoli culturali più prestigiosi, come quello del Cardinal Farnese, e relazioni come quella con papa Giulio III, si apriranno anche le porte della corte di Cosimo I, a cui nel frattempo Vasari ha dedicato la prima edizione de “Le Vite de’ più eccellenti pittori, scultore e architettori”.

Vasari diviene così l’uomo chiave per l’attuazione della politica culturale di Cosimo I. Sinceramente devoto ai Medici, diventa il regista dei numerosi cantieri pittorici, architettonici e scenografici richiesti da Cosimo, unendo dedizione, velocità di esecuzione e un’incredibile capacità organizzativa. Tre le imprese più note realizzate su commissione del Granduca la ristrutturazione di Palazzo Vecchio, l’erezione degli Uffizi, dei palazzi dell’ordine di Santo Stefano a Pisa e del celebre corridoio che collega Palazzo Vecchio con Palazzo Pitti e che ancora oggi porta il suo nome.