Piero Fogliati. L’artista della città fantastica arriva in Veneto
Tra i grandi nomi della scena italiana del secondo Novecento, Piero Fogliati si afferma con la sua riflessione sulla struttura urbana, che culmina nel progetto della “città fantastica”. Scopri di cosa si tratta in questa mostra
La città fantastica è il titolo della mostra, ospitata da Atipografia ad Arzignano – una cittadina veneta vicino a Verona – che vede protagonista uno dei più particolari artisti italiani della seconda metà del XX Secolo. Piero Fogliati (Canelli, 1930 – Torino, 2016). Personalità schiva e sorprendente al tempo stesso, ha lavorato con la luce nella sua chiave più materica e concettuale.
Il contesto espositivo di Atipografia ad Arzignano
L’esposizione, realizzata in collaborazione con l’Archivio Fogliati, è il primo appuntamento che Atipografia dedica a un artista storicizzato.
Il contesto è affascinante: un vecchio edificio industriale, ristrutturato alla perfezione, collocato nel centro dell’operosa cittadina veneta di Arzignano. Il clima che si viene a creare è di grande impatto. Le opere dialogano con il luogo e riescono a raccontare il cammino di una personalità unica nel panorama dell’arte italiana della seconda metà del Novecento.
La città fantastica di Piero Fogliati in mostra da Atipografia
Filo rosso della mostra è la ricerca e la costruzione della città fantastica, progetto che l’artista inaugura a partire dai primi Anni Sessanta, in risposta al progressivo dilagare del fenomeno dell’urbanizzazione e al suo impatto sull’ambiente e sul paesaggio. Un tema caro alla cultura di quel particolare momento storico, caratterizzato da Italo Calvino, dalle mitiche Olivetti, e dallo sviluppo della disciplina urbanistica.
Nell’opera dell’artista piemontese il disegno assume una valenza progettuale e in mostra ci sono alcuni esempi di straordinario interesse. Ma è con la scultura e con l’installazione che si realizza l’utopia.
Piero Fogliati in mostra da Atipografia
Fogliati è un uomo del mondo sebbene viva in una dimensione solitaria di ricerca e di studio. La struttura urbana è la protagonista del suo universo poetico e poietico. Poietico nel senso del fare: nonostante la valenza concettuale della sua opera vi è anche una significativa dimensione operativa in cui l’artista è artefice del tutto. Le sue sono opere complesse, in cui chi guarda è spettatore emancipato chiamato a partecipare da un punto di vista esperienziale, e dunque sensoriale.
La mostra di Atipografia costituisce un importante appuntamento con il lavoro di Fogliati, che nel corso della sua vita ha partecipato alla Biennale di Venezia nel 1978 e nel 1986, e alla Biennale giapponese ARTEC di Nagoya del 1997.
Come spesso accade, nonostante i grandi riconoscimenti di valenza internazionale, la consacrazione nella città in cui ha vissuto e ha operato per tutta la vita giunge solo nel 2003, con una grande mostra alla Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino.
Nel 2006 viene, inoltre, invitato a FASTER! BIGGER! BETTER! Signet works of the collections, la prestigiosa rassegna dedicata all’arte contemporanea degli ultimi cinquant’anni presso lo ZKM di Karlsruhe.
L’ombra nell’opera di Piero Fogliati
Nel lavoro di Fogliati anche l’ombra gioca un ruolo portante, in una dimensione che sottolinea l’ampiezza del suo sguardo, che sicuramente andava ben oltre il confine del mondo al quale apparteneva. Una dimensione che da un lato giunse alla tradizionale cultura orientale, e dall’altro a quel mondo poetico che ci riporta alla lanterna magica e al mondo precinematografico.
Angela Madesani
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