Marta Blue – Summer of Fear

Informazioni Evento

Luogo
FIUTO ART SPACE
Piazza Matteotti 13, Ripatransone, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Aperto mercoledì, venerdì, sabato e domenica. Tutti gli altri giorni è
possibile visitare la galleria su appuntamento: [email protected] / 3886040199.

Vernissage
10/08/2024

18.30

Contatti
Sito web: https://www.fiutoartspace.com
Artisti
Marta Blue
Curatori
Alex Urso
Generi
fotografia, personale

FIUTO Art Space apre le sue porte per un nuovo appuntamento all’insegna del contemporaneo. Ospite del progetto, curato da Alex Urso, è Marta Blue, fotografa tra le più influenti della sua generazione. In mostra una selezione di scatti, parte dei quali inediti, tratti dalla sua produzione più recente.

Comunicato stampa

Scavare in fondo ai propri desideri nascosti, guardarne gli aspetti meno rassicuranti, stupirsi, persino, di essere gli artefici di quelle visioni oscure e inconfessabili. La ricerca artistica di Marta Blue sembra spinta da queste necessità. Fotografa tra le più apprezzate
e riconoscibili della sua generazione, l'artista (creative director e fotografa per testate come New York Times e Libération) si è ritagliata un ruolo di primo piano in ambito internazionale grazie ai suoi scatti misteriosi e surreali: opere nelle quali l'assetto
scenografico è pensato in maniera certosina, con l'intento di dare vita a rappresentazioni fittizie del reale, popolate da storie e sentimenti in cui l'osservatore è invitato a riconoscersi. “Esiste un limbo nella nostra mente, una zona d’ombra, che contiene tutte le
nostre paure”, dice l'artista. “Una zona indefinita tra buio e luce, dove i nostri peggiori incubi si confondono”. Verso questi “luoghi segreti” della memoria Marta Blue rivolge il suo obiettivo, osservando e interpretando le emozioni che cullano la nostra esistenza – anche e soprattutto quelle meno rassicuranti, portate a galla con l'intento di dargli un nome, un volto, una forma.

 

Pensata appositamente per FIUTO Art Space, e curata da Alex Urso, la mostra Summer of Fear presenta una selezione diversificata di opere: si tratta di immagini, parte delle quali inedite, incluse in alcune delle serie più rappresentative della produzione dell’artista. Tra queste Anatomy of Evil – un archivio emozionale, intimo e personale, nel quale il confine tra piacere e dolore, tra amore e odio, si fa labile fino a scomparire – e Dark Ages – immagini in bianco e nero dove a dominare è la natura, tra allegorie, simbolismi e rimandi al mondo animale, qui osservato nella sua dimensione più onirica ed esoterica. Un episodio speciale del percorso espositivo è infine dedicato alle due opere più recenti e mai prima d'ora esposte: Igor e As Above, So Below, parte della serie di fotografie che dà il titolo alla mostra. “Si tratta di lavori che affrontano la teoria del trauma transgenerazionale – teoria che trova le sue fondamenta nel concetto di inconscio collettivo elaborato da Jung”, specifica Marta Blue in merito ai nuovi scatti in mostra. “Da alcuni anni studio e pratico l'ipnosi regressiva, cercando di capire a cosa siano legati alcuni miei traumi, e perché spesso vengono vissuti sotto forma di ricordo: si tratta di eventi che ho realmente esperito e che la mia memoria ha rimosso, attuando una specie di selezione protettiva, o di paure ereditate da qualcun altro? Summer of Fear parte da queste domande; è un'indagine sul mio inconscio genealogico”.

 

In questo processo di significazione, di manifestazione dell'ignoto e di rivelazione di ciò che è sepolto in noi, la scenografia della composizione ha una valenza determinante. Le opere di Marta Blue non hanno niente di improvvisato; ogni elemento presente nella fotografia è collocato nel punto esatto in cui si trova con l'intento di dare vita a immagini illusorie, estremamente cinematografiche, ma che nella loro finzione riescono a toccare le corde più profonde della nostra sfera privata. Il fittizio diventa dunque lo strumento per adunghiare fragilità e sogni nascosti, in un gioco di ruoli nel quale realtà e apparenza si attraggono e respingono, creando tensioni suscitate dallo scomodo confronto con il tema del perturbante.