Tutte le grandi mostre del 2013 a Milano. Da Adrian Paci a Modigliani, passando per Warhol e Piero Manzoni. E arriva anche la collezione del Whitney
Periodo strano quello a ridosso di Capodanno: non sai mai se guardare indietro e contare le cicatrici – o i trionfi, per i più fortunati – oppure puntare l’obiettivo in avanti e concentrarsi su cosa riserva il futuro. Ammesso non si sia tutti inconsapevolmente defunti e si viva in una strana bolla spazio-tempo post-apocalisse Maya, […]
Periodo strano quello a ridosso di Capodanno: non sai mai se guardare indietro e contare le cicatrici – o i trionfi, per i più fortunati – oppure puntare l’obiettivo in avanti e concentrarsi su cosa riserva il futuro. Ammesso non si sia tutti inconsapevolmente defunti e si viva in una strana bolla spazio-tempo post-apocalisse Maya, tanto vale scorrere il calendario e vedere che 2013 sarà. Almeno sul profilo mostre, partendo da una Milano che, fedele ai retaggi di un ordine asburgico, sembra ormai aver definito tutto o quasi tutto.
Palazzo Reale si appresta a dire arrivederci a Picasso: mostra dell’anno, capace di numeri prossimi ai 5000 accessi giornalieri, per un totale che entro il 27 gennaio può tranquillamente arrivare a quota mezzo milione. Via un big sotto l’altro: si ricompone all’ombra della Madonnina la collezione Jonas Netter, centrata sul nucleo di opere di Modigliani più ricco mai messo insieme, impreziosito da pezzi dei vari Soutine e Utrillo. Promettono suggestione, in autunno, i marmi di Rodin piazzati alla Sala delle Cariatidi, prima della retrospettiva dedicata a Bernardino Luini. Dubbi preventivi su quest’ultima: trattasi di mostra “vera” o semplice spoglio di chiese e musei milanesi, perennemente visitabili a stretto giro di passeggiata in centro? Insomma: dopo il low-prophile del Bramantino al Castello Sforzesco ci si prende la mano a pensar male…
Dal fronte del contemporaneo ci si attende un ricordo di Piero Manzoni – nel 2013 cade il cinquantesimo dalla scomparsa – e l’arrivo via Whitney di una mostra preconfezionata di arte a stelle strisce, che parte da Pollock e chiude con la pop-art. Un genere che trova spazio pure al Museo del Novecento con “Andy Warhol Stardust”: in mostra le stampe della collezione Bank of America.
Al PAC tocca in prima battuta alle foto di Jeff Wall, in autunno alla personale di Adrian Paci prodotta a braccetto con il Jeu de Paume, il Trondheim Kunstmuseum e il Roda Sten Konsthall di Goteborg. Nella dirimpettaia Villa Reale è tempo di traslochi: il corpus delle opere di Marino Marini finisce al Museo del Novecento e libera 300 metri quadri distribuiti su sei sale. In vista un riallestimento dei pezzi di Medardo Rosso.
– Francesco Sala
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