Il Ministero della Difesa tenta di affidare in concessione caserme, ville e fari

Sono 33 gli immobili da riqualificare messi a bando in concessione per 50 anni. E intanto anche l’Agenzia del Demanio propone nuovi fari, torri e palazzi storici a chi voglia investire per farne spazi turistici e culturali. Ma conviene davvero?

Prosegue ininterrotta dal 2009 l’attività della società Difesa Servizi, nata in seno al Ministero della Difesa italiano per recuperare e valorizzare il patrimonio immobiliare e territoriale di pertinenza del dicastero stesso. Un impegno che ora si concretizza in un nuovo bando di concessione che coinvolge 33 immobili da riqualificare sul territorio nazionale, tra caserme, ville e fari che saranno affidati per un massimo di 50 anni a decorrere dall’individuazione dei gestori. 

I 33 immobili del Ministero della Difesa in concessione

Gli investitori interessati dovranno presentare domanda entro il 15 novembre 2024, allegando la proposta di finanza di progetto per la riqualificazione, valorizzazione e sfruttamento economico degli immobili e tutti i documenti necessari per partecipare.
Il patrimonio immobiliare interessato, finora in uso a Esercito, Marina Militare e Aeronautica, ha un valore complessivo di 240 milioni di euro, ed è stato classificato in quattro raggruppamenti che indicano le potenzialità di riqualificazione di ciascun edificio in base alle possibili destinazioni d’uso, dall’indirizzo turistico-ricettivo all’eventuale trasformazione in complesso sportivo o ricreativo, agli immobili che si prestano per funzioni logistiche (come depositi o magazzini). Gruppo a sé costituiscono i sei idroscali compresi nel bando, a Desenzano del Garda (Bs), Bracciano (Rm), Cagnano Varano (Fg), Taranto, Marsala (Tp) e Siracusa. Spiccano nell’elenco anche ville e palazzi storici, come il cinquecentesco Castello di Carlo V a Capua o la settecentesca Palazzina Livia a Firenze, e poi molte ex caserme e depositi carburanti, con una distribuzione nella Penisola piuttosto capillare.

Il bando per aggiudicarsi tre fari del Ministero della Difesa

Finora, dei circa 60 gli immobili affidati a Difesa Servizi per avviarne la valorizzazione, 36 sono stati messi sul mercato attraverso l’avviso esplorativo e il cosiddetto “bando fari”. E 33, tra cui 9 fari, sono stati effettivamente riqualificati da investimenti privati o sono attualmente oggetto di contrattualizzazione. In questa direzione procede anche il bando di gara (con scadenza 20 novembre 2024) che coinvolge 3 fari della Marina Militare – Isola di Capo Rizzuto (Crotone), Vieste (Foggia), e Punta Polveraia all’Isola d’Elba (Livorno) – per trovare investitori che vogliano convertirli in strutture ricettive. 

Il nuovo bando dell’Agenzia del Demanio: 18 immobili per uso turistico e culturale

Mentre scade il 3 dicembre 2024 il bando promosso a luglio dall’Agenzia del Demanio per l’affidamento in concessione di 18 immobili pubblici di proprietà statale. Iniziativa anch’essa consolidata e compresa nel programma nazionale Valore Paese Italia, attraverso cui, ormai da diversi anni, lo Stato chiama investitori privati (persone fisiche, imprese individuali, società commerciali, società cooperative, associazioni, fondazioni, consorzi) a recuperare e riattivare porzioni del patrimonio demaniale non più in uso e a rischio degrado. Con il vincolo di destinarli al turismo sostenibile, all’ospitalità o alla cultura. Il bando in corso assicura agevolazioni a concessionari del Terzo Settore – solo in relazione a quattro dei beni proposti – e mette sul piatto, tra gli altri immobili, anche la Torre di Carlo III sul promontorio di Isola Capo Rizzuto in Calabria, il faro di Capo Grosso sull’isola di Levanzo in Sicilia, ville d’epoca in Friuli Venezia Giulia e Veneto. E ancora l’ex Casa del Fascio di Ardore (sempre in Calabria), il Fabbricato delle Vecchia Carceri di Vigevano, l’ex Deposito del Fulmicotone a Genova.

Riqualificare il patrimonio pubblico per fare impresa conviene?

Nel corso degli anni, spiega l’Agenzia del Demanio, sono stati selezionati progetti innovativi in grado di ripensare l’uso del patrimonio pubblico non utilizzato, assicurandone la tutela e la funzione pubblica attraverso nuove attività, tra cui ospitalità, eventi culturali, ricreativi, sportivi, di presidio, scoperta del territorio, iniziative legate alla promozione dell’arte, della cultura e dei prodotti locali. In numeri, a partire dal 2015, l’Agenzia ha affidato in concessione oltre 50 immobili, molti dei quali sono già strutture riqualificate e aperte al pubblico. Questi dati, però, non cancellano un dubbio doveroso: stanti le dinamiche e i tempi della burocrazia italiana, quanto è oneroso farsi carico di un immobile in concessione – peraltro nella maggior parte dei casi bisognoso di un ingente investimento economico iniziale – con l’idea di fare impresa con tutti i vincoli del nostro sistema?

Livia Montagnoli

Qui il bando di concessione dei 33 immobili di Difesa Servizi
Qui il bando di concessione di 18 immobili dell’Agenzia del Demanio

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati