Mostre e appuntamenti culturali da non perdere nelle Marche nell’estate 2024
Mostre, case museo, nuove installazioni pubbliche e – se non bastasse – il ricco programma di Pesaro Capitale della Cultura 2024. Ecco i nostri consigli artistici per chi passerà agosto nelle Marche
La produzione di importanti mostre caratterizza da sempre l’offerta culturale della regione Marche. Il 2024 si conferma con un evento espositivo di grande importanza, la mostra Federico Barocci Urbino. L’emozione della pittura moderna alla Galleria Nazionale delle Marche che ospita anche la ricognizione dello sguardo collezionistico di Paolo Volponi nel sofisticato Volponi Corporale, accompagnato in catalogo dal bel testo di Massimo Raffaeli. Ma il 2024 si conferma anche come anno di svolta per riscoperte, storie ed esperienze legate al contemporaneo. La dimensione sistemica e la disseminazione di questi anni, hanno infatti stabilizzato soggetti format e territori, e creato un nuovo rapporto tra domanda e offerta. Oggi le Marche sono nelle mappe e nei network con iniziative che creano engagement e reputazione, con lab e incubatori che attivano dialoghi locali nazionali e internazionali, disciplinari e multiculturali, come Karusel a Fermo, Casa Sponge a Pergola e An Co ad Ancona.
Prima di cominciare, già ti proponiamo il catalogo completo della grande mostra di Federico Barocci, per accompagnare il tour marchigiano:
Per punti
L’estate 2024 delle Marche
Il 2024 è anche un anno di coincidenze. La scomparsa di una collezionista straordinaria come Milena Ugolini, un soggetto attivo ben oltre i confini pesaresi e ben oltre la dimensione monumentale della sua collezione, e la comparsa (a sottolineare la scomparsa) di Alberto Garutti con il progetto Caro Alberto, promosso dallo spazio no profit Tempesta a Recanati e curata da Giacinto di Pietrantonio. Alberto Garutti ha celebrato la relazione – la sua presenza e la sua mancanza – con opere indimenticabili che sono state di ispirazione oltre che di contemplazione e riflessione sul respiro del sottosuolo, al tempo di struggenti solitudini interconnesse. La cartolina, messaggero antico e inattuale ma intatto nella promessa e nell’attesa coglie, dal punto di vista linguistico e poetico, quella necessità del transito, della distanza e del movimento espanso o trattenuto che ha rappresentato una peculiarità del suo lavoro.
Il programma di Pesaro Capitale della Cultura 2024
Dal sottosuolo arriva l’imponenza delle iniziative di Pesaro Capitale della Cultura 2024, declinata e scala differente per innervare luoghi, linguaggi, heritages. Per una città che ha costruito racconto e appartenenza con la cultura civica – indimenticabili le campagne di comunicazione pubblica di Massimo Dolcini – il progetto dei quartieri curato da Marcello Smarrelli rigenera quel dialogo che nel tempo ha sedimentato buone pratiche. È un cammino verso l’altro e verso l’altrove nei paesaggi della città e delle frazioni che si incarna nelle 12 opere site specific – alcune temporanee altre permanenti – tarate sulle comunità che cercano il dialogo con i cittadini, accolgono il conflitto laddove si generi – come accaduto alla Stele Flaminia di Lamberto Pignotti – e comunque attivano la relazione. Che sia l’aspetto giallo di Davide Mancini Schianchi che si sposta tra dipinti e colline nel Paesaggio Bello, il misterioso Meteorite gemello di Paolo Icaroduro e pesante ma collegato fisicamente e idealmente ai versi di Gianni D’Elia, o Against Sun and Dust di Cyprien Gaillard tra le mura maestose e il bosco di Villa Imperiale, un progetto complesso che interviene sulle evocazioni e le energie fini della villa e delle sue memorie, a partire da quella citazione “Pro sole pro pulvere” che dà il titolo al lavoro, come chiave di una incompiutezza e di una successione di cortocircuiti che si sviluppano tra le opere e con l’opera sonora Fields di Ihor Okuniev. La costellazione delle opere nei quartieri ha aperture in sequenza fino alla fine dell’anno: promette di essere visionario e poetico Giant Kite, il lavoro di Oliviero Fiorenzi – inaugurazione prevista il 13 settembre – che da tempo lavora sull’estetica e la poetica del volo e del muro. A Pesaro questa ricerca è divenuta un progetto di comunità con la realizzazione di un grande “aquilone collettivo”, risultato di un tempo lungo condiviso sia per la realizzazione sia per la performance di volo con gli abitanti di Pozzo Alto-Borgo Santa Maria. L’iniziativa dei quartieri, è una mappa tra le mappe di Pesaro che rinnova e attualizza le identità dello spazio pubblico. Accanto alla spettacolare e magica Sonosfera di David Monacchi, e oltre luoghi iconici come la Pescheria che accoglie Il futuro è qui, da qualche parte / The future is here, somewhere, la spettacolare installazione del collettivo Numero Cromatico, un’immersione nel B/N delle parole, dei numeri, del flusso tra persone natura e tecnologia. Affascinante e ben allestita, la mostra sollecita vari codici di comprensione e interazione, con scavalchi e sconfini tra parola e geometria, matematica e simbologia, arte scienza e tecnica.
Per scoprire a fondo la Capitale della Cultura ed esplorarne tutti i segreti, ti consigliamo questa guida alla città:
La mostra di Olivo Barbieri a Pesaro
Davvero imperdibile Spazi a tempo la mostra di Olivo Barbieri, allestita a Palazzo Mosca, curata da Alessandro Dandini da Sylva, con il bel catalogo edito da Quodlibet. La mostra è una selezione ragionata di site specific che Olivo Barbieri ha realizzato negli ultimi 20 anni in tutto il mondo. L’apertura è dedicata alla Città Perfetta, il progetto sostenuto dall’Associazione Demanio Marittimo.KM-278 e dal MAXXI e dedicato alla città adriatica. Un lavoro che unisce la visione dall’elicottero – poetica e statement di questo lungo e importante ciclo di opere, insieme al fuoco selettivo – con lo sguardo da terra in oltre 7000 immagini accompagnate da una colonna sonora potente e performativa. Negli spazi labirintici del museo ogni stanza è dentro l’altra, e il passaggio degli sguardi e delle visioni tra architetture e città, monumenti e nature, è un’alternanza tra l’immensità e il dettaglio. Olivo Barbieri è un rabdomante e al contempo un esegeta dell’immagine che ci ha educato a sovvertire i punti di vista, e ci ha fatto comprendere con le fotografie e i film cos’è la città contemporanea sotto tutte le latitudini. Questo ciclo straordinario è restituito in una selezione accurata e ragionata di rimbalzi e assonanze, stridori e prossimità, sempre accompagnato e quel codice linguistico che si ripete come un mantra e una matrice.
La casa museo di Giovan Battista Vicari
Le influenze del programma pesarese hanno dato vita a iniziative diffuse e originali. Sfiziosa e doverosa la visita all’Archivio del Caffè al Casino del Sole a Montecalvo in Foglia. Giovan Battista Vicari è stato un intellettuale e artista eclettico, inventore di una rivista epica alla quale hanno partecipato letterati, filosofi, satirici del Novecento italiano ed europeo. Oggi la sua casa museo marchigiana è visitabile su appuntamento, e tra le cose affascinanti di quella dimora, ci sono i dipinti su vetro, mai esposti prima, realizzati a partire dal 1969, opere che furono molto amate e studiate da Marco Vallora. Ravennate di origine, Vicari si era diplomato all’Accademia di Belle Arti di Ravenna, aveva un spiccata sensibilità per il disegno, l’illustrazione e la grafica, tanto che l’influenza del mosaico, di Galla Placidia e San Vitale si avvertono nelle forme e nei colori, nel blu di fondo e nell’oro. I quadri sono realizzati con una tecnica complessa e un procedimento al contrario – Vicari partiva dai contorni e dai dettagli e finiva con i fondi, immaginava a sinistra quello che sarebbe stato poi a destra, e per le opere di grandi dimensioni realizzava disegni preparatori a penna su fogli bianchi.
Altri appuntamenti da non perdere nelle Marche
Sempre su appuntamento, molto speciale è anche la visita al progetto più recente della Fondazione Ermanno Casoli – Fiori diversi al naturale dell’artista Agostino Iacurci realizzato nello stabilimento di Aiforce a Cerreto d’Esi. Il rapporto tra luoghi del lavoro, comunità professionali e arte contemporanea ha nella Fondazione Casoli una storia esemplare, interessante da conoscere anche nel contatto spaziale tra autorialità e produzione industriale. Nel territorio le contaminazioni tra le discipline percorrono strade sorprendenti. Se Demanio Marittimo.Km-278 da 14 anni attiva committenze di confine tra arte, architettura e design, esperienze come Rebel Arena – alla seconda edizione – sperimenta sconfini interessanti tra musica, arte e archeologia. L’anfiteatro di Suasa è il luogo di un originale progetto che lo scorso anno esibiva il sipario d’artista di Giovanni Gaggia e quest’anno per la Women Arena Fest prevede di valorizzare creatività tutte al femminile. In un luogo sospeso e mistico che si trasforma con la musica e gli sguardi di autori diversi. Il progetto fa parte di una filiera culturale che si affianca alla Rebel House, e dalla primavera del 2024 un’altra iniziativa di speciale qualità, Sopravènto a Fano.
Cristiana Colli
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