Usare le videocamere stradali per farsi i selfie. In USA arte e protesta nell’era della sorveglianza

Un artista e programmatore americano ha creato un sito per accedere alle telecamere (pubblicamente disponibili) dell'area di New York. Con tanto di consigli per farsi delle belle foto e formati personalizzabili

“Sotto osservazione agiamo in modo meno libero, il che significa che effettivamente siamo meno liberi“, scriveva Edward Snowden nel famoso libro Permanent Record del 2019. Cinque anni dopo, la cultura della sorveglianza è solo peggiorata, tra spyware, profilazione aggressiva e telecamere di sorveglianza che mappano ogni centimetro pubblico disponibile. È per protestare contro queste onnipresenti telecamere che uno sviluppatore e artista newyorchese, Morry Kolman, ha realizzato un sito che consente a chiunque abiti a New York di individuare la telecamera stradale più vicina (che sia pubblicamente disponibile) e di utilizzarla per scattarsi dei selfie.

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L’arte nell’era della sorveglianza

Nonostante siano rimaste molto attuali, le critiche in forma d’arte della cultura della sorveglianza non sono una novità: esemplare è il lavoro di artisti e artiste come Laura Poitras direttrice del documentario (premio Oscar) su Snowden CitizenfourJacob Appelbaum, hacker, ricercatore e artista; e ancora la famosa artista e teorica tedesca Hito Steyerl, Addie Wagenknecht, Zach Blas, Julia Scher, Martin Backes, l’illustratore Daniel Šuljić e il duo di artisti e designer di Chicago Channel Two. Tutti hanno in comune la tendenza a incorporare elementi come l’osservazione tramite telecamere a circuito chiuso, la distorsione attraverso la realtà aumentata e la contestazione dell’opacità etica dei giganti digitali, comunicando la fine dell’età della privacy e l’inizio di quella del controllo.

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Il sito Traffic Cam Photoboothe di Morry Kolman

Lanciato i primi di agosto, il sito Traffic Cam Photoboothe è un take scherzoso, ma non troppo, su questa linea. “Sebbene queste telecamere siano apparentemente pensate per il traffico, servono anche ad abituarci all’idea che il monitoraggio costante sia una parte quotidiana della vita in città”, scrive Kolman sul suo sito. “Indipendentemente dall’obiettivo di questa sorveglianza, è chiaro guardando la mappa che la maggior parte dei newyorkesi viene inconsapevolmente catturata dall’obiettivo di almeno una telecamera, se non più di una, ogni giorno. TCP offre ai visitatori un modo coinvolgente e spensierato per affrontare questo argomento molto serio, attirando l’attenzione su queste telecamere facilmente ignorate. Le persone possono utilizzare i loro feed, che le loro tasse aiutano a finanziare, per scattare foto di se stessi, diffondendo la conoscenza di questo tentacolare apparato di sorveglianza attraverso divertenti autoritratti progettati per essere condivisi online”.

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I selfie delle videocamere per il traffico

Nella pratica, questo progetto – che raccoglie l’eredità di altri già sviluppati da artisti e programmatori come boringcactus e Dries Depoorter, ci tiene a ricordare Kolman – offre alla popolazione della città di New York l’accesso a più di 900 telecamere del traffico cittadino in tempo reale, collegando gli utenti che si loggano al sito ai flussi costanti di scatti resi disponibili dal Dipartimento dei Trasporti. Gli utenti – dai quali Kolman non raccoglie pressoché alcun dato – possono scegliere tra un formato Polaroid o una striscia di fototessere, uno sfondo nero o uno “brat green“, trovare la telecamera più vicina e mettersi in posa: a quel punto basta premere l’icona di cattura su TCP (rigorosamente da mobile) e ottenere così il proprio “selfie di sorveglianza”.

Giulia Giaume

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Giulia Giaume

Giulia Giaume

Amante della cultura in ogni sua forma, è divoratrice di libri, spettacoli, mostre e balletti. Laureata in Lettere Moderne, con una tesi sul Furioso, e in Scienze Storiche, indirizzo di Storia Contemporanea, ha frequentato l'VIII edizione del master di giornalismo…

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