Storia e sviluppi legali di “Steamboat Willie”, il più celebre cortometraggio su Topolino
Uscì nel 1928 e fu il primo cartone animato a essere prodotto con colonna sonora, dialoghi e vari effetti audio. Oggi, a 95 dalla sua realizzazione, la Disney non ha più i diritti di proprietà intellettuale che ne riservava la riproduzione (o quasi)
È della durata di circa sette minuti e venti secondi il primo cartone animato della storia realizzato con colonna sonora, dialoghi e vari effetti audio. A produrlo è stato nel 1928 Walt Disney: in Steamboat Willie, questo il titolo dell’opera, il protagonista è Topolino, impegnato in una lotta per aggiudicarsi la guida del battello del capitano Pietro Gambadilegno. A bordo dell’imbarcazione si trova anche Minnie che, per la concitazione del momento, lascia cadere accidentalmente un ukulele e lo spartito di Turkey in the Straw (una ballata irlandese famosa agli inizi del Novecento), poi mangiato da una capra. Un capolavoro dell’animazione, che da quest’anno si caratterizza per un’ulteriore curiosità.
La scadenza del copyright di Steamboat Willie
Proprio quest’anno il cortometraggio si è liberato dal copyright che riservava alla Disney la sua riproduzione. Sono infatti maturati i 95 anni di protezione dei diritti che, anzi, sarebbero dovuti cessare già nel 2004, ma dietro le pressioni della multinazionale statunitense il limite è stato spostato di venti anni, da 75 a 95.
Topolino e la Disney
Tuttavia, il termine coinvolge soltanto la versione disegnata nel 1928 da Walt Disney e Ub Iwerks e non significa che si potrà vedere facilmente l’antica versione di Topolino in una nuova produzione. “Le versioni più moderne di Topolino non verranno influenzate dalla scadenza del diritto d’autore di ‘Steamboat Willie’ e Topolino continuerà a svolgere un ruolo di primo piano come ambasciatore globale per la Walt Disney Company nella nostra narrazione, nelle attrazioni dei parchi a tema e nel merchandise”, sottolinea la Disney.
Non solo Topolino. Le altre opere che hanno perso i diritti nel 2024
Dal primo gennaio 2024 anche altre opere hanno perso i diritti. Tra queste, come segnala il Duke Center for the Study of the Public Domain, l’archivio delle opere destinate a perdere i diritti, ci sono libri come L’amante di Lady Chatterley di D. H. Lawrence, Orlando di Virginia Woolf, Niente di nuovo sul fronte occidentale di Erich Maria Remarque e Il mistero del treno azzurro di Agatha Christie, ma anche L’opera da tre soldi di Bertolt Brecht e film come Il cameraman di Buster Keaton e Il circo di Charlie Chaplin.
Caterina Angelucci
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