Arriva in Versilia l’egittomania. La mostra dedicata all’Egitto e ai doni del Nilo
Ventiquattro preziosi oggetti lasciano i depositi del Museo Egizio di Torino e giungono a Forte dei Marmi per raccontare l’antica civiltà sorta sulle rive del Nilo. Tra sculture e rilievi, vasi decorati, amuleti, papiri i visitatori possono viaggiare nel tempo per scoprire i segreti dell’antico Egitto
Se c’è una civiltà che affascina proprio tutti, compresi i frequentatori più giovani di musei e mostre, è quella dell’Egitto antico: ne è prova il successo che, pressoché senza eccezioni, ottengono le esposizioni temporanee di ritrovamenti archeologici provenienti dalla valle del Nilo e non è quindi un caso se il Museo Egizio di Torino – che quest’anno festeggia il bicentenario della sua fondazione – ha istituito presso i suoi uffici un dipartimento che organizza mostre temporanee al di fuori dalla sua sede. Ecco allora che una selezione di 24 pezzi provenienti dai depositi dell’istituzione guidata da Christian Greco – il cui mandato è in scadenza a giugno del 2025 – è in trasferta a Forte dei Marmi, dove residenti e turisti della nota località balneare possono visitare Gli Egizi e i doni del Nilo. La mostra, come si intuisce dal numero dei reperti, è piccolina, tuttavia la visita è assai piacevole grazie alla scelta di opere che si prestano a tanti approfondimenti storici e culturali, nonché a un ricco apparato didattico e multimedial chee propone contenuti interessanti e alla portata di tutti, anche degli alunni che verosimilmente popoleranno le sale del Forte Leopoldo I una volta riaperte le scuole.
Nasce l’antico Egitto: il percorso della mostra a Forte dei Marmi
Il percorso segue una direttrice cronologica e si apre con un nucleo di oggetti di età predinastica, cioè quella che precede l’unificazione politica dello Stato egizio e l’introduzione della scrittura. Da osservare con attenzione una piccola giara in terracotta decorata con forme essenziali, tra cui si riconoscono due barche con lunghi remi: “Credo che sia l’oggetto più significativo esposto in mostra”, ha dichiarato ad Artribune il curatore Paolo Marini, “perché di solito questi vasi così antichi non sono decorati, e inoltre il manufatto testimonia il formarsi della civiltà egiziana come la conosciamo oggi”. Nelle vetrine accanto si possono invece ammirare due incredibili modellini ritrovati tra i corredi funerari della città di Assiut e che sono stati realizzati circa duemila anni prima di Cristo: il primo rappresenta sei rematori su una barca, il secondo mostra vari artigiani impegnati nella produzione della birra e del pane. All’età del Nuovo Regno appartiene la splendida stele funeraria di Nya, ricca delle tipiche figure in stile egizio – tra cui si riconoscono Osiride, Iside e Nefti – nonché di intriganti geroglifici che compongono una dedica al defunto. In mostra c’è anche un minuscolo amuleto raffigurante un ippopotamo, e per chi non ha una vista da falco davanti alla vetrina è stata posta una riproduzione gigante che permette di scorgere tutti i dettagli del pendente.
La mummia in mostra a Forte dei Marmi
In qualsiasi progetto sull’Egitto antico non può assolutamente mancare una mummia. Quella esposta a Forte dei Marmi è molto piccola e ha una forma un po’ strana: si tratta infatti della mummia di un gattino, e accanto vi è un sarcofago in bronzo, anch’esso dedicato a un felino domestico. Il percorso prosegue quindi con la presentazione delle tante divinità egizie, con cenni al Libro dei Morti e infine con due oggetti che documentano il passaggio e la contaminazione tra la civiltà egizia e quelle greca e romana: ne sono prova una statuetta in terracotta che fonde le rappresentazioni di Iside e Afrodite e una maschera funeraria in un materiale simile alla cartapesta decorata con uno stile ormai ibrido.
L’esperienza virtuale nella mostra a Forte dei Marmi
Il “viaggio” nell’antico Egitto prosegue al piano superiore del Fortino con un’esperienza virtuale: sono infatti proiettati due video – uno dedicato al papiro, l’altro alla pratica della mummificazione – e infine si propone un’avvincente ricostruzione virtuale e in 3D relativa al sarcofago di Butehamon realizzata in occasione della mostra Archeologia invisibile allestita al Museo Egizio nel 2019 con l’intento di far comprendere al pubblico come le più recenti tecnologie possano essere applicate anche ai reperti antichi.
Marta Santacatterina
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