500 anni fa nasceva Plautilla Nelli. Storia incredibile della prima pittrice del Rinascimento
Prima donna in ordine di tempo citata nelle Vite di Giorgio Vasari, Plautilla Nelli fu un caso di artista incredibile. Un vero “miracolo” della pittura fiorentina del Cinquecento
Nel panorama della storia dell’arte al femminile, Plautilla Nelli (Firenze, 1524 – 1588) occupa un posto speciale. Benché meno nota di altre sue colleghe che giunsero poco dopo, rimane la prima a essere citata nelle Vite di Giorgio Vasari. In cima alla lista delle donne di cui il biografo elogia le opere, sottolineando l’importanza e la straordinarietà della sua carriera. Plautilla Nelli era infatti una suora che, nonostante la vita passata tra le mura di un convento femminile, riuscì a mettere su una fiorente bottega. E – cosa ancor più incredibile per l’epoca – ottenne commissioni da tutta l’alta borghesia fiorentina del Rinascimento. Ripercorriamo qui la sua storia, che inizia a Firenze esattamente cinquecento anni fa, ossia nel 1524.
Per punti
Firenze ai tempi di Plautilla Nelli
Per comprendere a pieno la storia del successo straordinario di Plautilla Nelli bisogna prima considerare il contesto attorno a lei. Siamo nella Firenze di inizio Cinquecento: una Firenze appena uscita da un periodo turbolento e travagliato. Dopo il 1492 – anno di morte di Lorenzo il Magnifico – la città cadde in preda allo scompiglio. Prima le prediche apocalittiche di Girolamo Savonarola, culminate nei roghi della vanità, in cui anche Botticelli bruciò alcune sue opere, e poi la calata dei Francesi e l’instaurazione della Repubblica. Con l’inizio del nuovo Secolo, però, la situazione cominciò a cambiare rotta in positivo: di lì a poco sarebbero tornati i Medici in città, riportando dunque la Signoria.
Plautilla Nelli. Una giovane suora pittrice
La giovinezza
Il suo nome originario di battesimo era Margherita, sebbene la storia dell’arte la conosca come suor Plautilla Nelli. La sua vita fuori dal convento fu infatti molto breve. Nata nel 1524, a soli tredici anni – morta la madre, e a seguito del secondo matrimonio del padre – fu costretta a entrare in convento. Nel 1437 si unì alle consorelle del Convento di Santa Caterina, allora affacciato su Via Larga (odierna Via Cavour), e a due passi dal Monastero domenicano maschile. Proprio allora, il Convento si stava arricchendo di opere d’arte, commissionate ai pittori – in prevalenza frati e religiosi – attivi nei dintorni. Un’occasione d’oro per chi, come Plautilla, aveva bisogno di modelli da cui apprendere l’arte del dipingere.
I primi passi nella pittura di Plautilla
Le scarse notizie sul suo conto ci impediscono di avere informazioni certe sul suo apprendistato. Tuttavia, alcune fonti raccontano che mosse i primi passi nella pittura imparando da un’altra suora del convento, Maria Cleofe di Lorenzo, che già si dava da fare col disegno. Il contributo maggiore venne però quasi certamente dall’osservazione attenta delle opere di loro proprietà, tra cui spiccano quelle di Fra’ Bartolomeo e Lorenzo di Credi. Due pittori piuttosto celebri, attivi nella Toscana del tempo, a cui il Convento aveva di recente richiesto alcuni dipinti.
La bottega artistica di Plautilla
Al di là della sua misteriosa formazione, quello che più stupisce di Plautilla Nelli è la capacità imprenditoriale che dimostrò nel mettere in piedi una vera bottega artistica all’interno del convento.
Partendo dalla convinzione di contribuire – grazie ai proventi dell’attività pittorica – all’autonomo sostentamento della struttura, la suora pittrice si diede da fare per intessere rapporti commerciali che andavano ben al di là delle mura stesse del convento. Laddove, di solito, le donne – soprattutto se religiose – riuscivano a destinare le loro opere solo a una clientela molto vicina e ristretta, Plautilla Nelli ebbe l’ardire di rivolgersi all’aristocrazia della città. E i nobili fiorentini risposero positivamente davanti al talento di questa pittrice che non sfigurava affatto a fianco dei migliori maestri dell’epoca. Di più: furono in molti ad apprezzarne lo stile, e a commissionarle opere con la convinzione che – in quanto dipinte da una suora – esse fossero permeate di un’aura sacra di spiritualità. L’ideale per adornare le loro ricche cappelle di famiglia.
Le opere di Plautilla Nelli
È Giorgio Vasari il primo a riconoscere un carattere unico – per così dire – delle opere di Plautilla Nelli. Quello di non aver mai dipinto “Cristi”… ma “Criste”. E di aver sempre popolato le scene (anche distaccandosi dalle narrazioni evangeliche) di un cospicuo numero di figure femminili. È innegabile – guardando i volti tracciati dalla mano della pittrice – riconoscere sempre una certa dolcezza di lineamenti ed espressioni. Caratteri, questi, attribuibili alle donne, e invece poco verosimili per gli uomini. Se si osserva attentamente ad esempio L’ultima Cena, dipinto che realizzò per il refettorio del Monastero di Santa Maria Novella a Firenze, si noterà qualcosa di insolito. Pare di trovarsi davanti a una tavolata popolata da soggetti femminili. Questo si spiega facilmente se si ripercorre la storia appena detta di Plautilla: quella di un’artista che visse e lavorò per tutta la vita circondata solo da suore. Gli unici modelli che ebbe davanti agli occhi quando fu chiamata a realizzare i dipinti erano dunque donne. Naturale che il suo pennello finisse per riprenderne i tratti anche per i soggetti maschili, e persino per i Cristi.
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L’eredità di Plautilla Nelli
Le vicende biografiche di Plautilla Nelli sono sufficienti per intuire la straordinarietà di questa donna nel panorama artistico rinascimentale. Una donna che – malgrado le limitazioni imposte dalle mura del convento – riuscì a coltivare il suo talento pittorico e a farsi conoscere per questo in tutta Firenze. E non solo: al posto di limitarsi ai comuni soggetti pittorici con cui si cimentavano di solito le poche pittrici – nature morte e ritratti di altre donne – ebbe il coraggio di affrontare temi molto complessi. A cominciare dal Cenacolo che realizzò per Santa Maria Novella: un soggetto estremamente ambizioso, se si considera il livello altissimo (che pochi altri allora osarono sfidare) raggiunto da Leonardo qualche anno prima. Tutt’altro che intimorita, Plautilla portò a termine la commissione, con un risultato meritevole. Risultato che – sommato a tutto il resto – le valse la menzione di Giorgio Vasari, e dunque un posto d’onore nella storia dell’arte al femminile.
Emma Sedini
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