Joker. Cinque anni dal cult di Todd Phillips
Cinque anni fa il film veniva presentato in anteprima mondiale alla Mostra del Cinema di Venezia, vincendo il Leone d’Oro e avviando una rivoluzione dei cinecomics
Chi l’avrebbe mai detto che le inedite origini dell’iconico villain nemico di Batman avrebbero cambiato il modo di narrare al cinema i supereroi? Nel 2019, a dieci anni dal suo primo film, Todd Philips presenta Joker in anteprima mondiale alla Mostra del Cinema di Venezia, vince il Leone d’Oro e avvia una vera rivoluzione. Da quel momento il pubblico stesso ha iniziato a guardare i cinecomics con occhio e intenzione diversa. “Mi ha sempre attratto la complessità di Joker e ho pensato che sarebbe stato interessante esplorarne le origini visto che nessuno lo aveva ancora fatto”, afferma il regista. “Parte del suo mistero stava proprio nel non avere un’origine definita, quindi Silver Scott e io ci siamo seduti a scrivere una versione di come poteva essere prima che tutti lo conoscessimo. Abbiamo conservato certi elementi canonici e abbiamo ambientato la storia in una fatiscente Gotham City a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta, epoca a cui risalgono alcuni grandi studi di personalità del cinema che amo. L’abbiamo scritta pensando a Joaquin Phoenix perché quando recita è capace di trasformarsi e va sempre fino in fondo. Speriamo di aver creato un personaggio per il quale emozionarsi, per cui parteggiare, fino al punto in cui non sarà più possibile”.
La maschera di Joaquin Phoenix
Joaquin Phoenix, che ha indossato la maschera di Joker, è stato favoloso. L’attore americano per prepararsi a questo ruolo ha incontrato diverse persone affette da sindrome pseudobulbare, una condizione che non permette di controllare i muscoli facciali e porta a episodi di pianto o riso non provocati da vere emozioni. In questo modo il dolore che viveva il personaggio ha assunto una sfumatura più reale, come risultato delle crudeltà umane. Oltre alla preparazione mentale c’è stata anche quella fisica: Phoenix si è sottoposto a una durissima dieta con cui ha perso 23,6 kg. Il nutrizionista che lo ha seguito era lo stesso che lo aveva aiutato nella perdita di peso per The Master nel 2012.
Ispirazioni e citazioni nel film Joker
Joaquin Phoenix ha fatto per il suo Joker un profondo lavoro che riguarda la realtà ma molte sono anche le ispirazioni e citazioni. Prima di tutto, si è rifatto al suo maestro studiando i i celebri movimenti facciali di uno dei re delle pellicole mute, Buster Keaton. Tra le altre fonti a cui ha attinto c’è anche una vecchia pellicola, L’uomo che ride, film senza suono del 1928 firmato Paul Leni in cui appare un clown, interpretato da Conrad Veidt, che sembra una sorta di Joker ante litteram. E per quanto riguarda appunto questo aspetto, il trucco, è stato usato per la trasformazione Phoenix in Joker qualcosa di simile a quello che si faceva John Wayne Gacy, serial killer noto come Pogo il Clown, accusato di aver rapito, torturato, sodomizzato e ucciso 33 vittime tra il 1972 e il 1978. Il Joker di Philips ha anche al suo interno diversi tributi cinematografici,uno tra tutti fa riferimento a Jack Nicholson e alla sua versione di Joker nel Batman di Tim Burton (1989). Non è un caso quindi che le vicende narrate dal film di Philips sono le stesse riprese Burton a loro volta ispirate al Batman: The Killing Joke, fumetto di Alan Moore e Brian Bolland, pubblicata dalla Dc Comics nel 1988.
Joker, un film cult
Due, infine, le chicche del film. La prima riguarda una location: l’indimenticabile scena della scalinata ha creato una nuova attrazione newyorkese e si trova al 1165 di Shakespeare Avenue, nel Bronx. La seconda riguarda lo stesso Phoenix che ha ammesso di non essere stato influenzato da nessuno dei Joker precedenti ovvero Heath Ledger (The Dark Knight – Il cavaliere oscuro), Jack Nicholson (Batman), Cesar Romero (Batman, la serie Tv) e Jared Leto (Suicide Squad). Ed ora non resta che attendere il 2024, con precisione il 4 ottobre, e l’uscita in sala di Joker: Folié à Deux in cui ci sarà anche Lady Gaga nei panni di Harley Quinn.
Margherita Bordino
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