Al Museo Civico San Domenico di Forlì una grande mostra sull’autoritratto d’artista nel 2025
Oltre 300 opere, dall’antichità al Novecento, per il progetto “Il ritratto dell'artista. Nello specchio di Narciso. Il volto, la maschera, il selfie”, con opere di Van Eyck, Caravaggio, Goya, De Chirico, Viola e molti altri. Da febbraio 2025
Strizza l’occhio anche all’era del selfie, alludendo alla mania di immortalarci in ogni luogo e situazione per dimostrare agli altri di essere presenti, il titolo della grande mostra che aprirà il 2025 del Museo Civico San Domenico di Forlì, che proprio negli ultimi giorni ha avviato una nuova fase dei lavori di rigenerazione e ampliamento che si concluderanno nel 2026, per un investimento complessivo di 7 milioni e mezzo di euro, in parte in arrivo del PNRR.
Il Museo Civico San Domenico di Forlì compie 20 anni
Il 2024 del complesso museale forlivese si è contraddistinto per il successo del monumentale progetto dedicato ai Preraffaelliti: la mostra, che si è conclusa all’inizio dell’estate, ha portato a Forlì oltre 115mila visitatori, attestandosi tra le più attrattive organizzate al San Domenico negli ultimi anni. Merito di un impegno evidente nel riunire 356 opere provenienti da 44 istituzioni culturali e collezionisti privati d’Italia e del mondo, che ha attirato nella cittadina romagnola anche un consistente numero di stranieri (il 13% delle presenze totali), con ricadute positive sull’economia locale.
E promette di non essere da meno la mostra che nel 2025 celebrerà i vent’anni della struttura museale inaugurata nel 2005 a opera della Fondazione Cassa dei Risparmi. Ad anticiparne tema e protagonisti è Gianfranco Brunelli, curatore del San Domenico, che ora ha scelto di concentrare l’attenzione sull’autoritratto “per celebrare l’arte attraverso l’artista”.
La mostra sull’autoritratto d’artista a Forlì
Il ritratto dell’artista. Nello specchio di Narciso. Il volto, la maschera, il selfie è il titolo della mostra che sarà allestita dal 22 febbraio al 29 giugno 2025, con oltre 300 opere in arrivo da tutta Italia e dal mondo per coprire un arco temporale che dall’antichità arriva al Novecento, dai mosaici di Antiochia agli affreschi di Pompei, passando per il Rinascimento fiammingo di Jan van Heyck (nelle vesti di Uomo con turbante) per giungere a Caravaggio, e poi a Francisco Goya e William Turner, solo per citarne alcuni. Ricchissimo anche il parterre novecentesco, da Otto Dix a De Chirico (con l’Autoritratto con busto di Euripide), Magritte, Severini eVan Gogh, fino a Bill Viola.
L’artista a confronto con il ritratto di sé
Tutti chiamati in causa per evidenziare come la rappresentazione di sé sia per l’artista uno strumento per proiettarsi nel mondo, per affermazione sociale – come nel Quattrocento fiammingo –, con la spinta a identificare la propria arte con una condizione personale spesso tormentata – da Michelangelo e Caravaggio, ad Artemisia Gentileschi – o con l’idea più moderna di farsi parte dell’opera per istituire un dialogo con l’osservatore. C’è poi la riflessione sull’io, che nel XX Secolo si complica in relazione alle inquietudini di una società in rapido cambiamento, e agli orrori della storia.
Confluiscono nel progetto anche il tema dello specchio – “centrale a partire dal Medioevo, dapprima come strumento, poi come allegoria”, spiega Brunelli – e del doppio, il focus sul collezionismo di autoritratti e quello sull’autoritratto delle artiste, particolarmente prolifiche nel rappresentarsi. In mostra non solo pitture, ma anche sculture e documenti che supporteranno la narrazione.
Livia Montagnoli
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