L’arte intima di Diego Esposito in una mostra diffusa tra i siti culturali di Teramo
Una mostra diffusa a Teramo porta l'arte minimale e concettuale di Diego Esposito in luoghi diversi della città. Il progetto coinvolge lavori storici e di nuova realizzazione, più un’opera permanente
Prosegue fino al 10 settembre 2024, a Teramo, Diego Esposito. LVX ILLVMINAT LVCEM, mostra che segna il ritorno dell’artista in città dopo anni di “peregrinazioni” in giro per il mondo. Figura tra le più rappresentative del panorama nazionale, legato ai temi della memoria, dello spazio e del tempo, il pittore e scultore Diego Esposito, oggi 84enne, sceglie di fare rientro nella sua terra natale con una serie di opere diramate in luoghi diversi della città, collocate in una manciata di siti appositamente scelti per il loro significato spirituale, sociale e culturale.
La mostra di Diego Esposito a Teramo
Curata da Marco Meneguzzo e Aldo Iori (e organizzata da Rotary Club Teramo Est in collaborazione con Galleria Allegra Ravizza di Lugano), la rassegna prende idealmente il via dall’Arca-Laboratorio per le Arti Contemporanee. Negli ambienti della sede polifunzionale, Diego Esposito mette in scena un corpus di dieci opere di grandi e medie dimensioni, intime e spesso monocolore, messe in relazione tra loro con lo scopo di innescare riflessioni sui temi dello spazio e della luce. Tra queste anche Cosmogonia del 2023, realizzata con sedici elementi monocromi: un’installazione dinamica, che trova la sua essenza nei riflessi di luce che si infrangono sulle superfici dei singoli pannelli che la compongono.
La mostra di Diego Esposito a Teramo. I siti coinvolti
Il dialogo con il luogo ospite è anche al centro dell’allestimento pensato per la Cattedrale di Santa Maria Assunta, dove protagonista è il lavoro forse più rappresentativo dell’interno progetto, al punto da prestargli il titolo: LVX ILLVMINAT LVCEM, una lastra di ceramica dorata delicatamente poggiata su un panno di lino bianco. Ispirata a una pietra lapidea della facciata della stessa chiesa, l’opera presenta sulla parte superiore una scritta in epigrafico romano, omaggio alla luminosità aurea del grande polittico del veneziano Jacobello del Fiore del 1439, restituito alla cittadinanza lo scorso anno dopo il restauro.
La mostra di Diego Esposito a Teramo. Le altre sedi coinvolte nel progetto
Il percorso di visita coinvolge altri tre siti d’eccezione. Si tratta della Biblioteca regionale “Melchiorre Delfico” (scelta come sede per una serie di opere cartacee, taccuini di viaggio e acquerelli realizzati da Esposito in seguito alla lettura di testi poetici e filosofici); la Pinacoteca Civica (dove spicca il dittico L’arte è sempre contemporanea, una rivisitazione di una parte di mosaico pavimentale di epoca romana recentemente rinvenuto in una via del centro storico); e la Villa Comunale di Teramo. È qui che il tragitto espositivo idealmente si conclude, scegliendo come epilogo la scultura Mappa Celeste, collocata nel verde dell’edificio in maniera permanente. L’intera esperienza espositiva e i temi indagati all’interno del progetto sono racchiusi nel catalogo della mostra: un elegante volume edito da Silvana Editoriale, che sarà presentato il 6 settembre alle 18:00 presso L’Arca-Laboratorio per le Arti Contemporanee.
Alex Urso
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