A Londra si mettono in mostra le opere dei detenuti. Il curatore è il grande artista Jeremy Deller

Da moltissimi anni, Koestler Arts opera nel Regno Unito per promuovere l’arte come strumento di riabilitazione individuale in carcere. E come ogni autunno si rinnova l’appuntamento al Southbank Centre di Londra, con la co-curatela di un ex detenuto

Dal 2008, il Southbank Centre di Londra ospita l’evento annuale curato da Koestler Arts, ente di beneficenza che dal 1962 opera nelle (e con le) strutture di detenzione, che incoraggia i detenuti a esprimersi attraverso progetti creativi. È l’arte, dunque, a rappresentare uno strumento di riscatto per chi ha perso la libertà e attende di rientrare nella società, incoraggiato anche dal potere rigenerativo della creatività. 

Koestler Arts e l’arte come riabilitazione in carcere

In seno all’ente, che promuove periodicamente mostre ed eventi in tutto il Regno Unito, sono nati con questo scopo anche i Koestler Awards: ogni anno sono oltre 4mila le persone in regime di detenzione che inviano i propri lavori (non solo produzioni visive, ma anche testi o registrazioni audio) perché siano valutati da una giuria di esperti. Ognuno riceve un feedback e un incoraggiamento, molti hanno l’opportunità di esporre le proprie opere, e di venderle tramite il circuito gestito dall’ente.
E certo la vetrina più importante è garantita dall’appuntamento autunnale al Soutbank Centre, visitato ogni anno da 10mila persone. La mostra collettiva si preoccupa di mettere in luce il talento nascosto di persone che altrimenti avrebbero difficoltà a comunicare oltre le mura del carcere. E coinvolge ogni anno curatori e artisti professionisti – da Antony Gormley a Grayson Perry – accanto ai familiari dei detenuti, alle vittime di crimini, agli ex detenuti entrati nel programma di tutoraggio di Koestler Arts. 

Ai Wei Wei per Koestler Arts

Significativo, nel 2022, l’intervento di Ai Wei Wei: l’artista e attivista cinese, che ha vissuto in prima persona l’esperienza della reclusione come dissidente politico, è stato due anni fa curatore dell’evento, concentrandosi sul ruolo delle creatività e del pensiero nella riabilitazione dell’individuo per produrre la mostra Freedom, dopo aver visitato diversi istituti penali inglesi.

“No Comment”: la mostra a cura di Jeremy Deller al Southbank Centre

L’edizione 2024 della mostra, allestita dal primo novembre al 15 dicembre, sarà invece co-curata dall’artista Jeremy Deller (Londra, 1966), vincitore del Turner Prize nel 2004, insieme a John Costi, ex detenuto condannato nel 2007 e vincitore dei Koestler Awards, che solo in prigione ha realizzato come l’arte potesse essere la sua strada. Scontata la pena, nel 2022 si è diplomato al Central St Martins in Fine Art ed è stato selezionato per una residenza alla South London Gallery, prima di aprire il suo studio alla Somerset House. Ora il cerchio si chiude con la co-curatela del progetto No Comment, che ha richiesto a Costi e Deller – da oltre 15 anni giudice dei Koestler Awards – di selezionare 200 lavori tra gli oltre 7.500 inviati da detenuti, pazienti di istituti di salute mentale, immigrati in regime di sicurezza. A coadiuvarli, sei personalità afferenti da diversi ambiti creativi: gli artisti Abbas Zahedi e Larry Achiampong, la storica dell’arte Aindrea Emelife, l’attivista Jonny Banger, il neodirettore del British Museum Nicholas Cullinan e la broadcaster Zakia Sewell.
Il titolo della mostra è un invito “a lasciar parlare l’arte”, mettendo a tacere pregiudizi e opinioni preconfezionate per accogliere l’ampia gamma di espressioni creative presentata al Southbank Centre, tra pittura, scultura, musica, design, scrittura, su temi che spaziano dalla satira politica all’emotività, al racconto di sé e della realtà contemporanea. Il pubblico avrà la possibilità di partecipare a visite guidate gratuite, di lasciare commenti per gli autori, di acquistare le loro opere sul sito di Koestler Arts.

Livia Montagnoli

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