La storia di Maria Callas emoziona la Mostra del Cinema di Venezia
A vestire i panni della protagonista è l’attrice Angelina Jolie impegnata in una delle interpretazioni più attese sul grande schermo di Venezia 81. Alla regia il maestro dei ritratti cinematografici, Pablo Larrain
Il film ritratto che il regista cileno Pablo Larrain dedica a Maria Callas è emozionante. Maria, coprodotto con l’Italia, vede per protagonista una magnetica Angelina Jolie e accanto a lei i nostri Pierfrancesco Favino, Alba Rohrwacher e Valeria Golino con i costumi di Massimo Cantini Parrini. Larrain porta in scena l’ultima settimana di vita della Callas e lo fa attraverso i ricordi ma anche i demoni e gli spettri del suo passato.
Il regista Pablo Larrain alla Mostra del Cinema di Venezia
Il regista, divenuto famoso per i ritratti cinematografici di Jackie Kennedy e Lady D, questa volta racconta una donna che ha avuto un senso tragico della vita. “Maria Callas spesso finiva le sue interpretazioni con la morte in scena: come fa a risolversi un film in cui il personaggio principale è la somma delle tragedie che ha cantato? Non doveva essere un film dark, ma un film con una donna che ha trascorso la vita a cantare per gli altri, e adesso è pronta a prendersi cura di sé e trovare il suo destino”, commenta Larrain.
Maria Callas interpretata da Angelina Jolie alla Mostra del Cinema di Venezia
Larrain con Maria, più del solito, è intimo, privato, sincero. È un artista che si avvicina a un altro artista con passi da felino, leggeri, attenti e protettivi. Il dolore, la tragicità, la perdita. Ci sono tutti gli elementi del suo cinema. C’è la vulnerabilità della protagonista ma anche la forza, quella concreta che deriva dal proprio vissuto personale e pubblico. “Mi sono avvicinata a lei ascoltandola: lei insegnava e ci sono delle registrazioni disponibili, così è stato un privilegio averla come insegnante”, racconta, invece, Angelina Jolie. “L’insegnamento era che bisognasse essere disciplinati, praticare e, alla fine, far subentrare il personaggio e l’emozione. Quando la tua vita è piena di dolore, ma anche di amore, ci sono suoni che interpretano questi sentimenti: c’è un suono per ciascuno dei nostri stati d’animo. Io ho tentato di fare una cosa mai fatta prima: ero molto nervosa per il canto, ho fatto pratica per sette mesi, con Pablo non si fa nulla a metà, è esigente, chiede grande preparazione. Tremavo la prima volta che ho cantato: lui mi ha fatta iniziare in una stanza e poi portata fino alla Scala”. E riguardo la sua collaborazione sul set con Alba Rohrwacher, attrice italiana dal fiorente percorso internazionale, dice la Jolie: “Con Alba abbiamo trascorso molti giorni pieni di emozioni: dopo l’impatto con la musica, ho superato la Maria Callas che conosciamo, ho indossato i suoi occhiali, i suoi vestiti, la solitudine dell’essere umano. Non so se sia morta sapendo di essere amata, credo sia morta piena di grande dolore”.
Una Parigi degli Anni Settanta nel film “Maria”
La più grande cantante lirica del mondo è rivisitata e reinterpretata durante i suoi ultimi giorni nella Parigi degli Anni Settanta, e proprio la città è l’altra grande e bellissima protagonista, un vero e proprio palcoscenico: è il Teatro dell’Opera che esce dal suo tempio e vaga per le strade. Nella città, la Maria di Angelina Jolie vive appieno e cerca lode e adulazione prima di perdersi nelle sue più recondite visioni. La lei di ieri è la lei che domani le invade la testa e che la costringe a vivere più mondi e dimensioni. Larrain firma un film molto importante per il pubblico e per il suo percorso professionale. La celebrazione di un mito, unico e raro, raccontato attraverso i ricordi e gli amici, ma anche con il suo canto e la sua casa. Il primo sua linfa vitale, la seconda sua reggia e prigione. Due “luoghi” da cui scappa e torna.
Margherita Bordino
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