Ci scuserete la lesa maestà di una citazione impertinente dal grande poeta Fabrizio De André, ma effettivamente dall’estate 2023 a Genova a Via del Campo c’è una sorpresa. Una grande sorpresa, grande come sa essere un palazzo patrizio coi suoi soffitti di 11 metri, i suoi affreschi, le sue enormi finestre e le sue dimensioni fuori scala rispetto all’urbanistica dei carrugi del centro storico.
Palazzo Durazzo sta lì dalla metà del Seicento. È stato voluto infatti da Cesare Durazzo nel 1624: esatti esatti 400 anni fa. Cesare fu uno dei Durazzo assurto al ruolo di Doge di Genova (e Re di Corsica) visto che questa famiglia di antiche origini albanesi – come il nome suggerisce – diede alla Repubblica ben 9 dogi, un record. Una famiglia importante come gli Spinola, i Grimaldi, i Balbi. i Lomellini o i Doria: la grande nobiltà genovese di quando questa città era la piazza commerciale e finanziaria più potente del pianeta. E non fu una fiammata di qualche anno fortunato visto che la Superba mantenne il predominio economico mondiale per un secolo. Da qui passavano una quantità di ricchezze incommensurabili grazie al porto, alla visione imprenditoriale delle grandi famiglie della città e al peculiare sistema politico repubblicano.
Come funzionava la Genova dei Rolli
La Repubblica tendeva a non accentrare il potere, anzi a distribuirlo tra le famiglie patrizie, condividerlo e farlo passare di mano in mano senza eccessive concentrazioni in mano a quella o a questa dinastia. Lo stesso si faceva per l’ospitalità da garantire a ambasciatori, regnanti stranieri e grandi imprenditori. A Genova c’era un gran via vai di business men, aristocratici e di politici da tutte le parti del mondo: ce la dobbiamo immaginare un crocevia come oggi può essere Dubai, Singapore o New York. Soltanto che all’epoca non c’erano gli alberghi a cinque stelle per alloggiare tutta questa vasta pletora di illustri visitatori. Come fare? A Firenze ad ospitare i forestieri meritevoli di accoglienza istituzionale ci pensavano i Medici, a Napoli i Borbone, a Roma se ne occupava lo staff del Papa. A Genova? A Genova non c’era una unica famiglia regnante, visto che vigeva la Repubblica, e dunque lo stato optò per istituire una lista – un ruolo – di dimore adatte allo scopo, appartenenti alle varie famiglie. I palazzi idonei a questo ruolo erano poi suddivisi in categorie: alcuni potevano ospitare papi, sovrani e imperatori, altri di rango un po’ più inferiore erano destinati a principi o cardinali e così via a scendere. In base all’arrivo di personalità in città e in virtù di un sorteggio i palazzi che avevano questo ruolo (poi identificati come Palazzi dei Rolli) erano obbligati a gestire l’ospitalità alle personalità in visita di stato. Ad oggi si contano oltre 100 palazzi dei Rolli sparpagliati nello sconfinato centro storico della città di cui 42 protetti dall’Unesco che li identifica come un unicum assoluto a livello mondiale. Grazie alla manifestazione Rolli Days, di cui tante volte abbiamo parlato, questo network di meraviglie è diventato negli ultimi anni sempre più popolare, conosciuto e visitato.
La storia di Palazzo Durazzo-Cattaneo-Adorno a Genova
L’abbiamo presa larga, ma ora arriviamo al nostro palazzo in Via del Campo. Palazzo Durazzo (o meglio per distinguerlo da altri palazzi con nome simile Palazzo Durazzo-Cattaneo-Adorno) è uno dei Rolli nella lista Unesco e sta appunto in una delle strade più aristocratiche del centro poi decaduta per la sua vicinanza col porto e resa celebre da Fabrizio De André in una canzone dove si sancisce una volta per tutte che dai diamanti non nasce niente mentre dal letame nascono i fiori. Abbiamo parlato nel titolo di una sorpresa, a Via del Campo. Quale è la sorpresa? Che da qualche tempo questo edificio è tornato ad essere uno dei palazzi dei Rolli con la funzione originaria, ovvero di ospitalità d’altissimo profilo. Palazzo Durazzo è diventato l’albergo più straordinario di Genova, proprio perché permette di alloggiare nelle camere originali che furono del Doge e dei suoi ospiti. A Genova oggi i Rolli hanno varie funzioni: uffici, abitazioni, musei, sedi istituzionali e ci sono anche alcuni Rolli trasformati in alberghi. A Palazzo Durazzo però salvo alcuni interventi contemporanei misurati e qualche spunto scenografico nulla è cambiato, l’intervento architettonico ha conservato i volumi, gli spazi, le altezze in particolare del piano nobile dove è possibile dormire in un palazzo nobiliare del Seicento rivivendo l’atmosfera autentica. Con un plus, visto che Palazzo Durazzo è uno dei pochissimi Rolli a guardare il mare e così si può dormire sotto ad un sontuoso letto a baldacchino sovrastati dagli affreschi di Domenico Parodi realizzati in occasione del restauro settecentesco del palazzo ad opera di Giovanni Battista Storace, un contesto che – assieme agli altri Rolli – secondo il pittore Rubens (che sui rolli pubblicò un libro illustrato) era il massimo esempio di eleganza europea dell’epoca.
Il cantiere di Palazzo Durazzo raccontato dall’architetto Emanuela Brignone Cattaneo
“Quando abbiamo iniziato ci prendevano tutti per pazzi” racconta ad Artribune Emanuela Brignone Cattaneo architetto che ha seguito i restauri e proprietaria dell’edificio assieme al marito e noto produttore di vino Marchese Giacomo Cattaneo Adorno “perché Via del Campo non è certo la strada classica dove potrebbe affacciare un hotel di alto livello, ci sono tanti immigrati, minimarket e macellerie arabe. E però ci sono anche palazzi incredibili come il nostro e altri e c’è un’aria straordinaria. E questa sua multiculturalità è perfettamente coerente con l’identità di questi palazzi che erano pensati per ospitare. Ricordiamoci che in questo genere di palazzi la famiglia non abitava mai davvero, erano pensati proprio per rappresentanza, eventi e ospitalità“. Da non trascurare il fatto che gli attuali proprietari dell’edificio sono i diretti discendenti del Doge che ne commissionò la costruzione
Il cantiere di Palazzo Durazzo è durato 7 anni (“un disastro il fenomeno della paura della firma degli uffici“) e l’idea iniziale era approntare l’edificio ad uffici in affitto. Poi anche vista la scarsa richiesta il cambio d’idea: fare un hotel che a Genova non c’era. Grazie alla direzione artistica dell’artista e scenografo Cesare Barro si è impostata tutta la tematizzazione delle stanze sul concetto del viaggio. Le stanze sono al momento 12 “ma contiamo di portarle a 17 quanto prima e poi di sviluppare ulteriormente il progetto aggiungendo la parte di ristorazione” ci spiega Brignone Cattaneo “questo palazzo nei secoli ha ospitato personalità illustrissime, gli vogliamo dare lo stesso prestigio”.
Le suite di Palazzo Durazzo e l’arte contemporanea
Le suite sono ovviamente tutte diverse. Al piano nobile sono alte 7 metri e affrescate, alcune affacciano sulla grande facciata rococò affrescata del palazzo che dà sul Porto Antico; altre hanno al loro interno una cappella privata. Al piano superiore ci sono invece progetti più contemporanei. Su entrambi i piani c’è una gran profusione di oggetti di modernariato, antiquariato e design comprati appositamente o prelevati dalle collezioni di famiglia. E poi, infine, non manca l’arte contemporanea visto che i proprietari sono collezionisti: girando per il prestigioso maniero non è difficile incontrare opere di grandi artisti del Novecento come Nam June Paik o nomi più attuali come Tomàs Saraceno e Sam Falls nella grande hall di fronte al bar volendo accessibile anche agli esterni. E i prezzi, sono accessibili anche loro? Dipende dai punti di vista e dalla volontà di investire su un’esperienza del tutto particolare: le camere più economiche possono essere trovate anche attorno ai 300 euro, per quelle speciali con affreschi e cappelle di devozione privata, beh, bisogna sborsarne più di di 1000 per una notte. Dormire come un principe ha inevitabilmente i suoi prezzi e non può essere per tutti, proprio come ai tempi della Superba Repubblica di Genova.
Massimiliano Tonelli
Palazzo Durazzo
Via del Campo 12, Genova
www.palazzodurazzo.com
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