Avvicinarsi all’architettura di Luigi Franciosini con un libro 

Dopo la mostra che il Politecnico di Milano ha dedicato all’architetto Luigi Franciosini, il libro edito da LetteraVentidue è la prima monografia focalizzata sull’opera del progettista orvietano e riunisce una selezione di disegni dai suoi album

I libri di e sugli architetti possiedono alcune caratteristiche che li differenziano uno dall’altro. Un quid che si sedimenta nella memoria del lettore e lascia tracce che non si sciolgono come neve al sole, ma diventano indelebili. Ciò avviene se, come a volte accade, le storie che raccolgono e documentano hanno la capacità di esprimere emozioni, comunicare interrogativi, sollevare questioni che superano il personale per divenire espressione comune di una generazione o persino di una scuola. Nel caso del volume di Gaetano De Francesco dal titolo Luigi Franciosini, con cui debutta la collana editoriale Imprinting, tutto ciò si può cogliere anche soltanto sfogliandolo, per la forza comunicativa che possiedono i disegni messi in mostra. Alludo alla prospettiva per il recupero e la sistemazione dell’area dei bastioni di Porta Vecchia (1990-94) e a quella per la sistemazione di piazza degli Anguillara e il restauro dell’antico lavatoio (2001-2002), entrambi a Sutri. A ciò si aggiungono i disegni per il Concorso internazionale nell’area dei Fori a Roma (2015-2016) e per la Cittadella Expo dopo l’Expo a Milano (2016), ma anche quelli per la piazza parco Guido Rossa a Settecamini (1999-2005), nonché per la piazza pubblica con parcheggi a raso e interrati, al Divino Amore (2007) anche queste a Roma. 

La forza comunicativa dei disegni dell’architetto Luigi Franciosini 

Non mancano i disegni del Parco archeologico multimediale a Verrocchio (2011), per la riqualificazione e valorizzazione dell’area archeologica e antiquario di Tindari, a Patti (2021) e per il Polo scolastico di eccellenza alberghiero e agroalimentare ad Ariano Irpino (2017-2023). Queste belle tavole sono dotate della capacità di fermare lo sguardo mentre la mente vaga e cerca di comprendere l’origine del messaggio che veicolano. Si chiede quali siano i presupposti che ne sono all’origine, ad iniziare dall’equilibrato rapporto con una natura che ricorda un’origine incontaminata mentre l’opera dell’uomo è capace di esprimere le potenzialità del luogo. Si interroga su chi siano i maestri che hanno influenzato quelle immagini, non solo per il primo approccio ma nella visione generale, ma fino al particolare, all’ultimo dettaglio. Ai margini di quelle composizioni si coglie il magistero di un personaggio come Mario Ridolfi che, per percorsi sotterranei, giunge a Danilo Guerri, ad Alessandro Anselmi, a Paolo Portoghesi, fino a Francesco Cellini e ad altri protagonisti del sodalizio romano.  

Da Scarpa ad Aymonino: la storia dell’architetto Luigi Franciosini 

Figlio di un medico e di una maestra, Luigi Franciosini nasce a Orvieto e trascorre la sua infanzia tra Sutri e Monte Rosa, in un paesaggio primordiale dove ancora appare la lezione degli Etruschi. Studia a Roma con Carlo Aymonino, Gianfranco Caniggia, Alberto Gatti; all’università fa amicizia con Antonino Saggio con cui realizza il primo progetto: la villa di 500 mq a Sutri per il padre. Si tratta di un rettangolo su due livelli adagiato su un terreno leggermente scosceso che mostra riferimenti kahniani e al primo Botta, mentre il rapporto tra lunghezza e larghezza è di uno a tre. Diane Ghirardo scrive a proposito: “la semplice struttura in blocchi di cemento e cemento armato richiama i blocchi tufacei della tradizione strutturale locale senza imitarli, e lo spazio soggiorno, pranzo e cucina circondano un cortile che ricorda la tipica disposizione degli ambienti delle antiche ville romane”. Nelle opere seguenti si coglie anche la lezione di Carlo Scarpa, mentre dalla famosa Biennale del 1980 il nostro progettista comprende la necessità dell’architettura “di doversi confrontare con la storia italiana e con l’abilità costruttrice di cui era custode”. Per gli interventi urbani annota a proposito concetti che vale la pena ricordare: “Ho sempre guardato all’edificato in continuità con il suolo, alla costruzione quale stensione del suolo. Vedere il travertino, vedere i laterizi, i peperini, i grigi e le tonalità bluastre delle pietre mi riconduceva a una percezione di un mondo, quello più antico distante dalla idea della città moderna”. 

Mario Pisani  

Gaetano De Francesco ‒ Luigi Franciosini 
LetteraVentidue, Imprinting, Siracusa 2023 
Pagg, 156 € 18,00 

ISBN 9788862428507 

https://www.letteraventidue.com

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Mario Pisani

Mario Pisani

Mario Pisani (Roma, 1947) laureato a La Sapienza in Architettura con 110 e lode e pubblicazione della tesi, ha insegnato Storia dell'Architettura Contemporanea, Storia del Design e Storia del Giardino e del Paesaggio all'Università della Campania Luigi Vanvitelli dal 1990…

Scopri di più