La bellezza dell’Est Europa come non l’avete mai vista nella fotografia di moda

A Budapest una mostra scardina i luoghi comuni e ridefinisce la “bellezza dell’Est Europa” attraverso gli scatti di fotografi e fotografe della regione. Per superare il trend estetico delle top model in passerella negli Anni Dieci

Meteore polacche titolava nel 2011 Vogue Italia riferendosi a quelle modelle, polacche appunto, che nel primo decennio degli anni Duemila passarono dall’essere perfette (anche esteticamente) sconosciute allo status di top model. E lo erano sul serio. Monika Jagaciak debuttò sulle passerelle nel 2008 e in meno di un anno aprì la sfilata Calvin Klein. Ma la lista è lunga e si compone di nomi quali Zuzanna Bijoch, Anja Rubike Janeta Samp. Oggi tutte, di nuovo, sconosciute ai più, ma famosissime, impegnatissime e pagatissime ai tempi. 

foto martin wanda La bellezza dell’Est Europa come non l’avete mai vista nella fotografia di moda
Foto Martin Wanda

Il canone di bellezza delle top model dell’Est Europa

Non solo, hanno plasmato un certo ideale di bellezza forzato da talent scout di influenti agenzie e relativi brand che si affidavano a loro, tra corpi filiformi, capelli biondi e pelle diafana. Rendendo la bellezza delle donne provenienti dall’Est Europa un canone universale, e indelebile nella storia della moda fatta di vite basse, abiti attillati e tacchi con plateau. Tant’è che a Budapest, presso il Robert Capa Contemporary Photography Center, è stata inaugurata una mostra che ambiscea sovvertire una certa rappresentazione visiva, rifiutando implicitamente una narrazione basata solo su modelle poste in contesti distanti dalle proprie origini. 

foto szarvas valentin La bellezza dell’Est Europa come non l’avete mai vista nella fotografia di moda
Foto Szarvas Valentin

A Budapest una mostra sulla bellezza dell’Est Europa

Visitabile fino al 6 ottobre 2024, la retrospettiva Eastern European Beauty parte dai concetti di “glamour” e “cool”, molto inflazionati nel sistema moda, che se ne serve per creare mondi paralleli il cui apparente splendore è alimentato dalla fotografia. Che li associa da sempre a un’estetica familiare all’Europa occidentale. Eppure a Natale 2016, Kim Kardashian appariva con un maglione con falce e martello, un modello frutto della collaborazione di Vetements x Svmoscow Communist, diventato virale su Internet e ripreso da vari blog di moda che scrivevano di “estetica dell’Europa dell’Est”, “Blocco dell’Est”, “Nuovo Est”. Da allora, qualcosa si è smosso, e l’attenzione nei confronti dell’Europa Orientale è cresciuta, complice il successo del direttore creativo di Balenciaga, Demna Gvasalia, di origine georgiana, nonché ex co-creative director di Vetements, adesso nelle mani del fratello. Ma la mostra curata da Emese Mucsi si pone una domanda: fino a che punto gli autori delle opinioni per lo più vaghe pubblicate sulla stampa internazionale hanno effettivamente compreso o frainteso cosa significhi “estetica dell’Europa dell’Est”? 

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Foto Tombor Zoltán

L’Eastern European Beauty secondo la fotografia di moda

Così, anziché lasciare la parola alla solita parte di Europa che monopolizza la rappresentazione della moda, la retrospettiva dà voce a fotografi e fotografe ungheresi. Attraverso diciassette progetti fotografici, Eastern European Beauty offre possibili spiegazioni sull’“estetica dell’Europa dell’Est”, su quali sono le sue caratteristiche principali e quali significati può assumere nel panorama internazionale dell’arte, della fotografia e della moda. Lo spazio espositivo funziona come un’antologia tridimensionale. In una metà della mostra, fotografi ungheresi come András Ladocsi e Éva Szombat presentano le loro idee sulla propria professione e sull’estetica dell’Europa orientale. Nell’altra metà della galleria, diversi esperti esprimono il loro punto di vista sull’argomento servendosi di una personale selezione di fotografie di moda, immagini fotogiornalistiche, libri fotografici, pubblicazioni o presentando una figura distintiva o un’icona della moda della regione. Insomma, un modo per ridefinire il glamour e il cool dell’Europa orientale, processo non facile dopo anni di grigiore e fascino esotico. Non si tratta, però, di invenzione, ma dell’elaborazione di tensioni e contraddizioni diventate linguaggio visivo per fotografi e fotografe di moda della regione. Dimostrazione che non esistono solo modelle dell’Est Europa, ma un intero territorio inesplorato da marchi e magazine patinati. E questa mostra è un invito a rivalutarlo.

Giulio Solfrizzi

Eastern European Beauty
Fino al 6 ottobre 2024
Robert Capa Contemporary Photography Center
https://capacenter.hu/en/ 

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Giulio Solfrizzi

Giulio Solfrizzi

Barese trapiantato a Milano, da sempre ammaliato dall’arte del vestire e del sapersi vestire. Successivamente appassionato di arte a tutto tondo, perseguendo il motto “l’arte per l’arte”. Studente, giornalista di moda e costume, ma anche esperto di comunicazione in crescita.

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