Sangiuliano fa vergognare il mondo della cultura: dimissioni! Chi sarà il prossimo ministro?

Nel settore della cultura già ne avevamo abbastanza del ministro gaffeur e protagonista di mille strafalcioni. Ora abbiamo errori ancor più profondi, bugie e miserie. Il danno d’immagine diventa più grave ogni ora

Per qualche tempo ringrazieremo Maria Rosaria Boccia, protagonista di una relazione amorosa mal gestita (non da parte sua) con il Ministro della Cultura italiano del Governo Meloni Gennaro Sangiuliano. Ringrazieremo l’ambiziosa signora di Pompei per la fierezza con la quale si è giustamente difesa dalle bugie che hanno per giorni circolato sul suo conto: non è vero che lo Stato ha speso soldi per me? “Ma se era tutto sempre spesato!”. Non è vero che avevo documenti riservati sul G7? “Ma se sono piena di carte e dossier”. Non è vero che volevate nominarmi consigliere per i grandi eventi? “Ma se ci sono mail ufficiali che lo testimoniano e vi pubblico pure i vocali”. Dite che ero una millantatrice che voleva accreditarsi? “Ma se ci sono dozzine di foto in dozzine di eventi in cui è evidente che io facevo parte dell’entourage del ministro”.

Maria Rosaria Boccia e le bugie di Sangiuliano

Ad ogni presunta menzogna per minimizzare il suo ruolo e sgonfiare lo scandalo, Boccia ha replicato puntualmente e precisamente servendosi della semplice arma del suo profilo Instagram lievitato rapidamente dal nulla a oltre 70mila followers. Ogni giorno una, due, tre spallate al ministro Sangiuliano, ogni giorno un ulteriore imbarazzo al primo ministro Giorgia Meloni che ha pure tentato in tv, in una maniera spericolata, di difendere il titolare del Collegio Romano. La caparbietà di Boccia ha reso un caso nazionale quello che poteva evaporare come un gossip da fine estate. La faccenda invece, grazie alle sue precise repliche e all’insistenza della stampa (contro Sangiuliano durissimi perfino i giornali e i giornalisti di destra), si è gonfiata fino al punto da essere ingestibile e a portare alle ben probabili dimissioni di Sangiuliano che saranno questione di giorni o di ore. L’ex direttore del Tg2 sta infatti mettendo in difficoltà tutto il Governo, sta facendo inviperire la premier, sta creando problemi internazionali per via della discutibile gestione del G7 della Cultura (in programma nella seconda metà di settembre e nel quale, senza che avesse alcun incarico ufficiale, Boccia era stata coinvolta), ma soprattutto sta generando un danno d’immagine per tutto il comparto della cultura in Italia che già è in ambasce strutturalmente di per sé, senza bisogno di sgraditi contributi esterni. Un danno d’immagine che si somma alle gaffes, agli strafalcioni, alle ignoranze ostentate, rivendicate e diventate un genere letterario d’avanspettacolo nell’ultimo anno e mezzo: insomma, una vergogna. Che non si attenua dopo le scuse e le lacrime in diretta TV al TG1, anzi. Se questa onta finirà presto come sembra, non ci sarà che da ringraziare Maria Rosaria Boccia per non aver chinato il capo di fronte a quelle che hanno tutte le sembianze di goffe bugie e alle verità zoppe fatte circolare dal ministro e dal suo staff. La sua insistenza ha messo alla luce l’inadeguatezza di Sangiuliano che in questa storia ha compiuto una serie di errori che non sarebbe giusto perdonare.

Dimissioni di Sangiuliano. Il rimpasto di Governo

Ora dunque c’è da sostituire un ministro in un momento delicatissimo per Palazzo Chigi. C’è Fitto che andrà presto a fare il Commissario Europeo liberando una casella. C’è Santanché (a proposito di personaggi che ci fanno vergognare e provocano un profondo danno d’immagine ad un paese che di tutto ha bisogno men che di inanellare figuracce) che è per altri motivi indifendibile tanto quanto Sangiuliano e sarebbe difficile chiedere un passo indietro a questo senza chiederlo a quella. E allora si prospetta un rimpasto di Governo assai articolato che si intreccia anche con importanti elezioni regionali alle porte dove si misureranno ancora una volta i pesi tra Fratelli d’Italia e Lega, in special modo in Veneto. Temporeggiare però, come Meloni ha fatto il 3 settembre incontrando Sangiuliano per un’ora e mezza e poi evitando di accettarne le dimissioni, è – ribadiamolo – un danno d’immagine per un settore strategico per l’identità e l’economia dell’Italia. 

Chi sarà il prossimo Ministro della Cultura?

Il punto è anche che, come dimostra la nomina di Sangiuliano stesso, la destra è abbastanza sprovvista di figure credibili, in special modo nel campo della cultura. I nomi sono pochi, ma comunque ci sono. E dunque chi potrebbe essere un sostituto capace finalmente di portare serietà, efficacia e standing al palazzo del Collegio Romano? Chi opta per una soluzione semplice indica la banale promozione da sottosegretario a ministro di Antonio Mazza, uomo che si occupa di spettacolo dal vivo, musica leggera e che è stato coinvolto nella gestione dell’Arena. C’è poi il candidato più forte: Alessandro Giuli. Anche lui giornalista come Sangiuliano, si è distinto alla presidenza del Maxxi per una condotta sobria, è apprezzato dal suo team di lavoro, ha indicato figure autorevoli laddove doveva effettuare nomine al museo; ovviamente non è stato impermeabile alle pressioni della politica (chi lo è del tutto?), ma sempre cum grano salis. Ad esempio, la Lega è riuscita ad inserire nomi graditi al Maxxi? Sì, ma ci si è premurati che fossero nomi di qualità e presentabili. C’è poi una riserva della Repubblica come Umberto Croppi: già assessore alla cultura a Roma, già volitivo presidente della Quadriennale, si avvicina ai 70 ed ha tutto il carisma e la stazza istituzionale per un ruolo simile anche se sta benissimo sulla sua poltrona di direttore generale di Federculture. Si tratterebbe di una nomina di alto profilo. Come di alto profilo sarebbe il ritorno di una donna al Collegio Romano, mossa utile anche per equilibrare le quote rosa della compagine di Governo in vista del probabile rimpasto di cui sopra. Possiamo sognare? E allora diciamo Flavia Perina. Nomi indubbiamente affascinanti anche quelli di Giordano Bruno Guerri e di Angelo Crespi. Dopodiché i sogni si possono anche trasformare in incubi e allora le dinamiche Meloni-Salvini potrebbero portare anche ad un Ministero della Cultura che transiti in quota Lega. Con magari una nomina dell’esperto di mercato dell’arte Claudio Borghi. Così potremmo sancire il passaggio dalla padella alla brace.

Massimiliano Tonelli

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Massimiliano Tonelli

Massimiliano Tonelli

È laureato in Scienze della Comunicazione all’Università di Siena. Dal 1999 al 2011 è stato direttore della piattaforma editoriale cartacea e web Exibart. Direttore editoriale del Gambero Rosso dal 2012 al 2021. Ha moderato e preso parte come relatore a…

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