A casa di Gustave Caillebotte. E in arrivo una grande mostra a Parigi
In occasione dei 130 anni dalla morte del celebre pittore impressionista Gustave Caillebotte, abbiamo visitato la sua casa-museo, a pochi chilometri da Parigi. E in autunno il Musée d’Orsay gli dedica una storica retrospettiva
Il Musée d’Orsay di Parigi celebrerà dall’8 ottobre 2024 al 19 gennaio 2025 i 130 anni dalla morte di Gustave Caillebotte (Parigi,1848 – Gennevilliers,1894) con la grande mostra Peindre les hommes, dedicata alla predilezione per le figure e i ritratti maschili di uno dei protagonisti dell’Impressionismo. Obiettivo dell’esposizione sarà anche quello di valorizzare Partie de bateau, una delle recenti acquisizioni del Musée d’Orsay, e Jeune homme à sa fenêtre, opera entrata da poco nelle collezioni del J. Paul Getty Museum di Los Angeles. La mostra del Musée d’Orsay, segue a distanza di trent’anni la grande retrospettiva del 1994 tenutasi al Grand Palais (la prima di importanti esposizioni internazionali che hanno segnato la riscoperta di Caillebotte) e sarà arricchita dalla presenza del quadro forse più famoso del pittore francese, Rue de Paris, temps de pluie, in prestito dall’Art Institute of Chicago. I due musei americani sono partner dell’iniziativa parigina che riunirà circa 70 opere e ospiteranno la mostra nel 2025.
Maison Caillebotte, dove nacque la passione per la pittura
Partie de bateau è un’opera emblematica dell’interesse di Caillebotte per gli sport sull’acqua e in particolare per il canottaggio e la vela, di cui fu un appassionato praticante. Nel 1879, quando partecipa alla quarta mostra degli Impressionisti, Caillebotte si presenta con una trentina fra dipinti e pastelli. E, se le ambientazioni urbane sono ancora presenti, la maggior parte delle opere raffigura scene di sport e attività legate alla nascita della civiltà del tempo libero che si ha l’abitudine di trascorrere in campagna o in riva ai fiumi. In Partie de bateau, il vogatore diventa il soggetto principale e non più soltanto un elemento tra gli altri, come capita di osservare in dipinti di Monet o Renoir. Per comprendere la genesi di questa passione sportiva bisogna recarsi a Yerres, una trentina di chilometri a sud di Parigi, in quella che fu dal 1860 al 1879 la residenza estiva della famiglia Caillebotte. La villa con una facciata in stile palladiano, circondata da un magnifico parco sulle rive del fiume Yerres, dove Gustave realizzerà più di 80 opere, è stata riallestita grazie ai molti prestiti del Mobilier National.
La casa di Caillebotte a Yerres
Si è voluta ricreare l’atmosfera di una grande casa di villeggiatura del XIX secolo e permettere ai visitatori di scoprire la vita della famiglia Caillebotte – il padre Martial, la madre Céleste Daufresne, il fratellastro Alfred (diventerà il curato di Notre Dame de Lorette, a Parigi) e il fratello Martial (stesso nome del padre). Dopo i lavori di restauro terminati nel 2017, la villa ha ritrovato le ambientazioni d’epoca, in alcuni casi con il mobilio originale, mentre l’atelier dell’artista trasformato in sala espositiva ospita regolarmente opere originali di Caillebotte e di artisti suoi contemporanei. Da notare che quando Martial Caillebotte (père), un ricco commerciante di tessuti, acquista la proprietà interviene solo parzialmente sulla villa e sul parco che erano stati progettati e costruiti negli Anni Venti e Trenta dell’Ottocento per Pierre-Frédéric Borrel, il famoso proprietario del Rocher de Cancale, uno dei più celebri ristoranti di Parigi (esiste ancora oggi) frequentato e raccontato, fra gli altri, da Balzac. Il banco da cucina con le ceramiche di Delft posto all’odierno ingresso della villa e la sala da pranzo rievocano questo passato legato ai ricevimenti delle famiglie di ricchi borghesi che si sono succedute nella maison.
Caillebotte e la predilezione per la pittura en plein-air e per le rive del fiume
A partire dagli Anni Settanta, Gustave Caillebotte dipinge ripetutamente scorci della proprietà di famiglia: il colonnato del Casin (nome col quale viene identificato l’edificio principale), l’esedra, il giardino, lo splendido parco all’inglese fatto sistemare da Borrel, l’orto (l’orticoltura diventerà poi una delle altre passioni dell’artista). Ma sono anche le acque del fiume Yerres che scorrono tranquille a lato della proprietà ad attirare l’attenzione di Caillebotte. Nel 1872 affronta il soggetto delle rive boscose del fiume nel quadro Saules au bord de l’Yerres e nel 1875 vi ritorna con L’Yerres, effet de pluire un dipinto che si concentra sull’effetto grafico dei cerchi provocati dalle gocce di pioggia che cadono sull’acqua. Dello stesso anno è Yerres, sur l’ètang: nymphéas che, ben prima di Monet a Giverny, fa diventare le ninfee protagoniste del quadro. Ma, come si accennava, sono i temi sportivi e del tempo libero ad attrarre il pittore con insistenza: i canottieri ripresi in due opere del 1877 dallo stesso titolo Périssoires sur l’Yerres (oggi a Milwaukee e a Washington) e poi ancora in Canotiers ramant sur l’Yerres, impressionante per la modernità della rappresentazione dei due canottieri in primissimo piano, come se l’artista si trovasse in quel momento sulla barca e scattasse un’istantanea. Un’opera che può essere avvicinata a Partie de bateau, che come detto sarà protagonista al Musée d’Orsay in autunno. A Yerres, Caillebotte dipingerà altri soggetti legati alla vita sul fiume, soprattutto pescatori e bagnanti.
L’approdo a Petit Gennevilliers e la passione per la vela
La visita alla Maison Caillebotte apre altri orizzonti sulla vita del giovane scapolo (morirà a soli 46 anni) di ricca famiglia, con molti interessi oltre alla pittura: la filatelia (assieme al fratello Martial fu considerato uno dei più importanti collezionisti della sua epoca), l’orticultura e la progettazione di barche. Dopo la morte della madre nel 1878, lui e il fratello decidono di vendere la villa di Yerres. Con i soldi ricavati, Gustave acquisterà una nuova proprietà a Petit Gennevilliers sulle rive della Senna, a nord di Parigi. Sono almeno due le ragioni che spinsero il pittore a scegliere questa nuova destinazione. Da appassionato di vela privilegia una località dove il Cercle de la Voile de Paris possiede un pontone ed è qui che avrà un proprio piccolo cantiere di costruzioni navali in cui fa costruire le imbarcazioni che lui stesso disegna. Al tempo stesso, Petit Gennevilliers si trova di fronte ad Argenteuil, la località sulle rive della Senna che era già la residenza di Monet e Renoir. Non bisogna infatti dimenticare che Gustave Caillebotte fu anche un grande mecenate. Grazie alla sua disponibilità finanziaria, fu fra i primi a sostenere i suoi amici Impressionisti e ad acquistare i loro quadri. La Gare Saint-Lazare di Monet, il Bal au moulin de la Galette di Renoir, Le Ballet di Degas, per citare solo alcuni titoli, furono fra le prime opere ad entrare nella sua collezione privata che divenne fra le più rappresentative della pittura Impressionista. Nel suo testamento designò lo Sato francese come destinatario di gran parte della sua collezione. Gli esecutori testamentari, il fratello Martial e Renoir, incontrarono non poche difficoltà a far accettare il lascito ai rappresentanti pubblici. Soltanto una quarantina di opere furono acquisite e oggi costituiscono il nucleo storico della pittura impressionista al Musée d’Orsay. Le altre furono vendute, soprattutto ad acquirenti americani, e oggi arricchiscono le sale di molti musei degli Stati Uniti.
L’esposizione temporanea alla Ferme Ornée della Maison Caillebotte
La Maison Caillebotte di Yerres è anche un centro espositivo. La mostra in corso (fino al 17 novembre 2024) è dedicata alla collezione fotografica Gilman e Gonzalez-Falla. Sonda Gilman (1926-2021), esperta d’arte, produttrice di spettacoli musicali a Broadway, membro del Board del Whitney Museum of American Art fin dal 1978, ha creato assieme a Celso Gonzalez-Falla, una delle più importanti collezioni private di fotografia al mondo. Lei stessa è stata immortalata da Andy Warhol e Robert Mapplethorpe. Sonda ha cominciato a collezionare foto nel 1970 e dagli Anni Ottanta ha condiviso questa passione con il secondo marito, Celso Gonzalez-Falla. Presences propone una selezione di 140 capolavori della storia della fotografia, prevalentemente ritratti. Presenti opere di Diane Arbus e Brassaï, di Man Ray e Alexander Rodchenko, de Robert Doisneau e Willy Ronis, di Dorothea Lange e Henry Cartier-Bresson, per citare alcuni dei nomi più noti.
Dario Bragaglia
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