Gennaro Sangiuliano si è dimesso dopo quasi 2 anni da Ministro della Cultura: Alessandro Giuli nuovo ministro

Dopo il primo tentativo di dimissioni momentaneamente stoppato dalla premier Meloni l’ormai ex ministro cede all’imbarazzo per il caso Boccia e lascia la poltrona del Collegio Romano. Alessandro Giuli lascia la presidenza del Maxxi e firma come nuovo Ministro della Cultura

Ci ha provato fino all’ultimo Gennario Sangiuliano fino a poco fa Ministro della Cultura che nelle ultime ore aveva addirittura dichiarato di essere lieto che la Corte dei conti avesse l’intenzione di aprire un fascicolo sulla vicenda Boccia che lo ha visto protagonista nelle ultime settimane così da poter dimostrare la sua innocenza. Ma lo stesso Palazzo Chigi, che inizialmente aveva cercato di salvarlo, ha ceduto e ha preferito procedere con le dimissioni prima che Maria Rosaria Boccia, l’amante insignita del ruolo di consigliera per i grandi eventi, compromettesse ulteriormente non solo la credibilità di Sangiuliano ma dell’intero governo Meloni, magari proprio con le prossime interviste televisive che la vedranno protagonista. Sui social un tripudio a favore della esperta di eventi di Pompei: “hai fatto più tu in due giorni che l’opposizione in due anni, se fai cadere il governo ti facciamo una statua” è il tenore dei commenti.

Gennaro Sangiuliano si dimette

Così prima ancora che fosse trasmessa l’intervista di Boccia a In Onda su La7 in programma per venerdì 6 settembre alle 20.30 Gennaro Sangiuliano saluta la poltrona del Collegio Romano e in una lettera ufficiale ringrazia Giorgia Meloni “per avermi difeso con decisione e per l’affetto”, spiegando che le sue dimissioni sono irrevocabili perché “il lavoro non può essere maggiato dal gossip”. Nonostante questo si dichiara “fiero dei risultati raggiunti sulle politiche culturali”. 

La lettera di dimissioni di Gennaro Sangiuliano

Caro presidente, cara Giorgia, dopo aver a lungo meditato, in giornate dolorose e cariche di odio nei miei confronti da parte di un certo sistema politico mediatico, ho deciso di rassegnare in termini irrevocabili le mie dimissioni da Ministro della Cultura. Ti ringrazio per avermi difeso con decisione, per aver già respinto una prima richiesta di dimissioni e per l’affetto che ancora una volta mi hai testimoniato. Ma ritengo necessario per le Istituzioni e per me stesso di rassegnare le dimissioni. Come hai ricordato di recente, stiamo facendo grandi cose, e lo dico come comunità politica e umana alla quale mi sento di appartenere. Sono fiero dei risultati raggiunti sulle politiche culturali in questi quasi due anni di Governo. A partire dall’aver messo fine alla vergogna tutta italiana dei musei e dei siti culturali chiusi durante i periodi di ferie, aver incrementato in appena un anno il numero dei visitatori dei musei (più 22 per cento) e gli incassi degli stessi (più 33 per cento). A dicembre a Milano aprirà palazzo Citterio acquistato dal ministero nei primi anni Settanta e poi rimasto inutilizzato per decenni. Sono ben avvianti grandi progetti come l’ex Albergo dei Poveri di Napoli, l’ampliamento degli Uffizi in altre sedi e l’investimento per la Biennale di Venezia. Per la prima volta in Italia sono state organizzate grandi mostre su autori e personaggi storici che la sinistra aveva ignorato per ragioni ideologiche. Sono consapevole, inoltre, di aver toccato un nervo sensibile e di essermi attirato molte inimicizie avendo scelto di rivedere il sistema dei contributi al cinema ricercando più efficienza e meno sprechi. Questo lavoro non può essere macchiato e soprattutto fermato da questioni di gossip. Le Istituzioni sono un valore troppo alto e non devono sottostare alle ragioni dei singoli. Io ho bisogno di tranquillità personale, di stare accanto a mia moglie che amo, ma soprattutto di avere le mani libere per agire in tutte le sedi legali contro chi mi ha procurato questo danno, a cominciare da un imminente esposto alla Procura della Repubblica, che intendo presentare. Qui è in gioco la mia onorabilità e giudico importante poter agire per dimostrare la mia assoluta trasparenza e correttezza, senza coinvolgere il Governo. Mai un euro del Ministero è stato speso per attività improprie. L’ho detto e lo dimostrerò in ogni sede. Non solo. Andrò fino in fondo per verificare se alla vicenda abbiano concorso interessi diversi e agirò contro chi ha pubblicato fake news in questi giorni”.

Alessandro Giuli nuovo Ministro della Cultura

Come anticipato negli ultimi giorni, il ruolo di nuovo Ministro della Cultura è stato immediatamente preso da Alessandro Giuli. Anch’egli giornalista come Sangiuliano, Giuli (romano, classe 1975) si è distinto nei suoi 21 mesi da presidente del Maxxi. Ma si sapeva che quel ruolo sarebbe stato per lui temporaneo visto che era predestinato ad incarichi ancor più prestigiosi come la presidenza della Rai. Forse neppure Giuli si aspettava di arrivare al Collegio Romano ma dal momento che lo spazio si è creato, gli accordi convergevano su di lui. Tanto più che si tratta di una figura che può – speriamo – rapidamente far dimenticare le gaffes, le piccole strafottenze, le dimostrazioni di inadeguatezza dell’uscente Sangiuliano. L’unico modo per “abbattere l’egemonia culturale della sinistra” per dirla con Giorgia Meloni è la sobrietà, la preparazione, l’efficacia dei provvedimenti e la condotta ispirata alla serietà e alle buone pratiche internazionali, altro che amanti nominate consigliere del Ministero. Buon lavoro ad Alessandro Giuli ed in bocca al lupo alla Fondazione Maxxi per la nomina di un nuovo presidente.

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Sergio Mattarella e Alessandro Giuli, 6 settembre 2024

Caterina Angelucci

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Caterina Angelucci

Caterina Angelucci

Caterina Angelucci (Urbino, 1995). Laureata in Lettere Moderne con specializzazione magistrale in Archeologia e Storia dell’arte presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Dal 2018 al 2023 si è occupata per ArtsLife di contenuti e approfondimenti per la sezione…

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