Tra arte e moda: l’artista totale Eva Jospin al Museo Fortuny di Venezia
L’artista francese si muove da sempre senza limite alcuno tra scultura, installazione, video, disegno e fiber art. E moda. Con collaborazioni tra LVMH e Dior
Se Palazzo Pesaro degli Orfei si potesse paragonare a una pozione magica, la custodia della ricca produzione di Mariano Fortuny (dipinti, fotografie e realizzazioni tessili) sarebbe il suo principale ingrediente. Lì, come in moltissimi altri spazi, ad ogni Biennale fiorisce una nuova esposizione, sempre intonata al luogo che la ospita. Attualmente il portego di questo spazio gotico è occupato da Selva, la personale in cui Eva Jospin dialoga comunque intensamente con quanto custodito ai piani superiori. L’artista francese si muove da sempre senza limite alcuno tra scultura, installazione, video, disegno e fiber art: lo fa costruendo foreste e paesaggi architettonici realizzati con carta, cartone, inserti in metallo, fibre vegetali e tessuti.
Chi è Eva Jospin
Si è da poco conclusa alla Reggia di Versailles la sua esposizione Chambre de soie per la quale ha realizzato un arazzo di oltre 100 metri con tessuto di seta ricamato da fili di canapa, lino e cotone. Il mondo della moda non ha comunque aspettato questa consacrazione per avvalersi della sua opera. Eva Jospin, che è la nipote dell’ex primo ministro francese Lionel Jospin, vive a Parigi dove è entrata in contatto con il super gruppo del lusso LVMH che nella capitale francese è una presenza di rilievo. Una prima versione di Chambre de Soie, (ispirata alla Sala dei ricami di Palazzo Colonna a Roma e al romanzo Virginia Woolf Una stanza tutta per sé) era già apparsa in una versione di 350 metri come scenografia della presentazione della collezione Haute couture di Dior dell’autunno-inverno 2021-2.
Eva Jospin e la moda
Nel 2022 ancora Dior le ha affidato l’ideazione di un’edizione limitata del profumo Miss Dior che Jospin ha avvolto in un bauletto ricamato a mano. Lo stesso anno in Piazza del Liberty a Milano è arrivata un’installazione a concepita come un giardino d’inverno per il negozio Max Mara. Del 2023 è invece l’installazione commissionatagli da Ruinart per la serie Carte Blanche che caratterizza l’impegno sul versante artistico dello champagne che fa parte della sezione Moet Hennessy di LVMH: in Promenade(s) Jospin si era ispirata ai paesaggi tipici dei vigneti del committente con lavori presentati prima a Miart, poi a Frieze, ma soprattutto ad Art Basel: a Hong Kong, Basilea, Miami e Parigi
La predisposizione per un approccio “totale” al lavoro artistico di Jospin è dunque evidente. Anche a Venezia, proprio come Mariano Fortuny a suo tempo, Jospin ha messo in atto l’unione di più forme d’espressione artistica affiancate a un complesso di interventi artigianali tipici dell’universo teatrale.
L’arte totale di Jospin a Palazzo Fortuny
Al centro del portego una composizione plastica di grandi dimensioni accoglie il visitatore con un passaggio ad arco: il tutto realizzato con cartone, legno e materiali vari non riconoscibili al primo sguardo. Le due estremità di questo corridoio non sono speculari. Galleria (2021-2024, riproduce a dimensione naturale una sezione di foresta realizzata come un trompe-l’oeil nei colori bruni del legno. All’interno del passaggio una sequenza di pannelli che raffigurano vedute fiabesche da osservare a distanza ravvicinata. La seconda entrata, Nymphées (2022- 2024) è un omaggio alla tradizione architettonica veneziana: una trifora articolata da due trabeate laterali accolgono ricami incorniciati, secondo una modalità espositiva che ricorre anche nell’allestimento dell’atelier di Mariano Fortuny al piano superiore. Di fronte ai due ingressi due tavole raffigurano paesaggi vegetali ricamati in seta visibili in prospettiva, da entrambi i lati. Al fondo del portego, si accede a una sala dove compaiono prove grafiche a inchiostro riferibili a questi ricami e il Carmontelle (2023), un panorama “in movimento” dove compaiono vedute incise su tela fatte ruotare su un rotolo teso tra due strutture cilindriche usate come sfondo per azioni sceniche e teatrali.
Le opere di Eva Jospin a Venezia
Tutti i lavori di Jospin sono sospesi tra naturalismo e artificio, paesaggi reali e memoria, veglia e sonno. Non fanno eccezione i due video proiettati nello spazio adiacente il cortile del museo. Forêt (2023) basato sul concetto di dissimulazione dove appare un bosco costruito per suscitare la “meraviglia” tipica del barocco e raggiungere la categoria del “sublime” nell’accezione romantica. E Carmontelle (2023), che fa da eco in forma animata all’installazione omonima esposta nella sala precedente. I due filmati testimoniano di un’attitudine alla sperimentazione che limiti della tecnologia dell’epoca non hanno concesso a Mariano Fortuny. Ma di cui certo anch’egli avrebbe approfittato.
Aldo Premoli
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