Laura Barbarini – Passacaglia
E’ una sorta di Giverny alla Garbatella la nuova proposta di Laura Barbarini, una degli artisti fondatori di Blocco 13.
Comunicato stampa
La pittura che si fa ambiente, inteso quale spazio autonomo e autosufficiente più che come contesto naturale. E colori che si aggregano, armonizzano, respingono e rilasciano seguendo una sorta di pentagramma ideale che porta le forme, ispirate a quelle di un giardino, a costruire un’articolazione cromatica che, al tempo stesso, sfonda il perimentro architettonico aprendo una “bocca di lupo” sull’ambiente esterno, non necessariamente naturale. E’ una sorta di Giverny alla Garbatella la nuova proposta di Laura Barbarini, una degli artisti fondatori di Blocco 13, che dal 20 settembre porta in via Benzoni 13 la sua installazione pittorica, una specie di danza floreale che, senza soluzione ideale di continuità, avvolge l’interno della galleria e apre all’esterno, coinvolgendo lo spettatore in un girotondo pittorico. Spiega l’artista stessa: “Con questo mio lavooro specifico per lo spazio di Blocco 13 ho pensato di occupare tutte le pareti della galleria circondando il luogo con una fascia di pittura stretta: una fessura nel muro dalla quale vedere la ricchezza di varietà di forme e colori che la natura ci può offrire, ma come compressa dal restante bianco dell’intonaco che quasi potrebbe farla scomparire. Questa sorta di fregio, dettato da un ritmo vitale che può essere assimilato a quello delle composizioni musicali, è anche un diario pittorico in cui, sulla tela, anzi: sulle tele, ho lasciato tracce giorno dopo giorno, dal 2023 ad oggi”.
La mostra sarà accompagnata da una presentazione di Francesca Bottari.
Cenni Biografici – Laura Barbarini nasce a San Paolo in Brasile nel 1956, nel 1958 si trasferisce con la famiglia a Roma dove compie gli studi artistici. All’Accademia di belle arti segue il corso di pittura di Enzo Brunori.
La sua prima mostra personale è del 1993 a Roma, alla galleria Il Segno di Angelica Savino. Nel 1996 è invitata da Marco Goldin alla mostra Pitture. Il sentimento e la forma alla Casa dei Carraresi di Treviso. Del 1999 è la personale Distanze, un ciclo di opere dedicate al poeta Zbigniew Herbert, all’Istituto Polacco di Roma e del 2002 è Pittura da camera, personale in un’abitazione privata a Roma con un testo in catalogo di Enzo Bilardello. Del 2005 è la personale Ascolti Verticali, con una presentazione in catalogo di Carlo Fabrizio Carli. Nel 2006 è invitata da Mariano Apa alla XXII edizione della Biennale d’arte sacra a San Gabriele (Teramo) e nel 2008 espone insieme a O. Casalini, C. Givani, M. Pierfranceschi, V. Scolamiero e A. Zelli nelle sale del palazzo Berardi Mochi Zamperoli a Cagli nella mostra Antico e Novissimo. Nel 2009 è presente alla mostra Pittura d’Italia. Paesaggi veri e dell’anima a Rimini nelle sale del Castel Sismondo, curata da Marco Goldin, e allestisce la personale Un artista a Palazzo nel Palazzo della direzione generale della Bnl a Roma.
E’ del 2012 la personale In Natura alla Galleria Maniero di Roma. Del 2014, Polvere di stelle alla Galleria Baccina Techne di Roma (testo in catalogo di Gianfranco Evangelista). Nel 2015, da un’idea di Bruno Toscano, partecipa alla collettiva Atelier dei Monti Martani a San Gemini, alla quale farà seguito, nel 2017, la personale La natura del colore a cura di Bianca Pedace. Dal 2018 ha partecipato a diverse esposizioni in Cina (Fenghuang, Pechino, Xiamen e Quanzhou). È del 2019 la personale Verso l’astrazione. Inediti su carta alla Casa delle Letterature di Roma, mostra inserita nella rassegna Doppio passo, incontri di arte e letteratura a cura di Maria Ida Gaeta: un incontro tra le opere di Barbarini e le poesie di Claudio Damiani. Nel 2021 partecipa alla mostra Attorno a Van Gogh. Otto pittori e i colori della vita nel Centro San Gaetano a Padova, a cura di Marco Goldin. Nel 2022 allestisce una personale a Shanghai dove tornerà nel 2024 con una doppia personale insieme all'artista cinese Gulistan.
Negli ultimi anni il suo sguardo sulla natura si è rivolto a dettagli, particolari, frammenti e la sua ricerca si è orientata sempre più verso una visione ravvicinata nella quale appare comunque evidente che trae origine dall’esperienza del mondo naturale.