Tutte le grandi mostre da vedere a Milano nell’autunno 2024
La nuova stagione espositiva milanese è ricca di grandi nomi che spaziano dal primo Novecento ai nostri giorni. Ecco l’agenda con tutti gli eventi da non perdere, completa di luoghi, date e schede informative per orientarvi nella giungla milanese
Con settembre, Milano si ripopola di cittadini, e il calendario è un susseguirsi di inaugurazioni di nuovi eventi che continueranno, più o meno a lungo, per tutto il resto dell’anno. Per orientarvi tra tutte le proposte della città, raccogliamo qui tutte le grandi mostre dell’autunno 2024 a Milano, visitabili nei diversi musei e spazi espositivi diffusi da nord a sud. A cominciare dal cuore espositivo dell’arte milanese, Palazzo Reale, per proseguire con il MUDEC, la Triennale, e molte altre tappe. Segnatevi tutti gli eventi che vi interessano, e tornate qui di tanto in tanto a consultare questa guida. La troverete aggiornata con le mostre inaugurate più di recente, e i link alle nostre recensioni prodotte nel corso dei mesi.
Emma Sedini
Per punti
- Le mostre a Palazzo Reale a Milano – Autunno 2024
- Ugo Mulas – Palazzo Reale
- Le mostre al MUDEC di Milano – Autunno 2024
- Kelly Akashi per Furla Series – GAM Milano
- Le mostre alla Triennale di Milano – Autunno 2024
- Le mostre alla Fondazione Prada di Milano – Autunno 2024
- Il Seicento emiliano – Museo Bagatti Valsecchi di Milano
- Lorenzo Bartolini – Fondazione Rovati di Milano
- Alberto Martini – Castello Sforzesco di Milano
- Marcello Maloberti – PAC di Milano
- Jean Tinguely – Pirelli HangarBicocca di Milano
- Carlo Orsi – Palazzo Morando a Milano
Le mostre a Palazzo Reale a Milano – Autunno 2024
Come prima tappa espositiva dell’autunno 2024 non possiamo che guardare alla programmazione di Palazzo Reale, con un interessante calendario di proposte che pone al centro tre grandi maestri del Novecento: Picasso, Munch ed Enrico Baj. Ma non solo… non manca la fotografia, con il maestro del bianco e nero Ugo Mulas.
Picasso – Palazzo Reale
Si aprono le danze con Picasso lo straniero: un progetto curato da Annie Cohen-Solal, e Cécile Debray, che si propone di leggere il grande artista in modo inedito. La novità è nell’approccio, che intreccia attualità, politica e, ovviamente, arte.
Frutto di nuove ricerche, la mostra evidenza lo stato dell’artista spagnolo di “eterno straniero” in un contesto – come quello parigino degli inizi del Secolo scorso – tutt’altro che accogliente per gli artisti che venivano da fuori. Questo tema si avvicina dunque alle questioni contemporanee, in cui problemi come l’immigrazione e il nazionalismo sono ancora all’ordine del giorno.
Il percorso espositivo articolato in più di 90 opere (a cui si aggiunge una ricca documentazione di contorno) segue la vita di Picasso nella sua difficile ricerca di definizione della propria identità artistica, in un clima in cui era costantemente percepito come straniero. Il cuore del progetto tenta dunque di rispondere alla domanda sul come possa essere riuscito a imporre le sue visioni estetiche, in un mondo con così forti nazionalismi. Intento sviluppato grazie ai numerosi documenti inediti esposti, che testimoniano, ad esempio, come la polizia l’avesse schedato e marchiato perché estraneo. Una prospettiva nuova, dunque, che supera il pregiudizio secondo cui su Picasso – ormai – si è già detto e raccontato tutto.
Picasso lo straniero
Palazzo Reale, Milano
Dal 20 settembre 2024 al 2 febbraio 2025
Edvard Munch – Palazzo Reale
A ormai 80 anni di distanza dalla morte del pittore norvegese Edvard Munch, Palazzo Reale porta a Milano una grandiosa mostra dedicata alla sua figura. Realizzata in dialogo con il Museo MUNCH, la rassegna include oltre 100 dipinti realizzati tra il 1880 e il 1944, tutti provenienti dalla prestigiosa istituzione di Oslo.
Il titolo – Munch. Il grido interiore – preannuncia i temi del tormento e dell’inquietudine, che mai nessuno seppe esprimere meglio di lui. Dopo quarant’anni, i suoi capolavori giungono di nuovo a Milano per raccontare l’opera di questo protagonista dell’Arte Moderna, anticipatore dell’Espressionismo e interprete dei dolori universali dell’animo umano. Dolori che travolsero e inseguirono lui stesso fin dall’infanzia – da quanto perse la madre e la sorella, morte prematuramente di tubercolosi – fino alla tormentata relazione con Tulla Larsen. Tante inquietudini, tutte incorporate nella poetica del pittore, che le assemblò nelle sue immagini espressioniste: il mezzo con cui esprimere il suo “grido interiore”. Così facendo, diede vita a opere potentissime, in grado di parlare al pubblico con volti stralunati, paesaggi tempestosi, e colori prorompenti.
Tra i capolavori in catalogo per la mostra, non potrebbe mancare una delle tante versioni dell’Urlo, di cui è esposta una litografia (qui vi raccontiamo tutto sull’opera). Sono poi presenti anche la Morte di Marat, la Notte stellata, le Ragazze sul ponte e altre grandi opere provenienti dal museo di Oslo.
Munch. Il grido interiore
Palazzo Reale, Milano
Dal 14 settembre 2024 al 26 gennaio 2025
Enrico Baj – Palazzo Reale
Dopo l’interessante progetto sull’opera di Enrico Baj nel mondo dell’editoria e dei libri d’artista alla Biblioteca Braidense (leggete qui la recensione se ve lo siete perso), Milano continua con le iniziative legate al centenario dalla sua nascita. Questo autunno è il turno di Palazzo Reale, che ospita Baj chez Baj.
L’artista poliedrico originario di Vergiate torna dunque a illuminare la Sala delle Cariatidi – a dodici anni esatti dall’ultima sua mostra qui, intitolata I Funerali dell’anarchico Pinelli – con le sue opere scoppiettanti. La rassegna curata da Chiara Gatti e da Roberta Cerini Baj conta oltre cinquanta lavori, che raccontano la produzione eclettica di Baj attraversando tutte le sfere artistiche da lui esplorate. Prima il recupero del Dadaismo e del Surrealismo, poi i modi dell’Informale e il legame con il gruppo Co.Br.A. Senza dimenticare l’Arte Nucleare: movimento che fondò nel ‘51 assieme all’amico Sergio D’angelo.
Il pubblico ha dunque l’occasione di riscoprire tutto il suo mondo e i suoi protagonisti: i Generali, la parodia degli extraterrestri, l’esercito dei pezzi di Meccano e le cassettiere animate. Un carosello di creature surreali e fantascientifiche, usate dall’artista come mezzo per scardinare il conformismo e le regole borghesi. E non manca neppure la sua celebre estetica delle passamanerie e dei ninnoli, che – anzi – diventa un espediente per unire le varie sezioni del percorso, tanto diverse quanto irripetibile fu la personalità di Enrico Baj.
Baj chez Baj
Palazzo Reale, Milano
Dall’8 ottobre 2024 fino al 9 febbraio 2025
Ugo Mulas – Palazzo Reale
Come è ormai tradizione nelle rassegne autunnali di Palazzo Reale, non può mancare una mostra di fotografia. Per questo 2024 è stato scelto Ugo Mulas, protagonista di una grande retrospettiva prodotta in collaborazione con l’omonimo Archivio. Il progetto ha il doppio obiettivo di omaggiare il celebre fotografo e rendere onore alla città che lo ospita. Milano è infatti al centro della narrazione espositiva, colta nelle sue infinite sfumature dalla macchina fotografica dell’artista.
Ad attendere il pubblico, ci sono più di 250 immagini – di cui molte inedite e mai esposte – assieme a libri, filmati e documenti. Tanti mattoncini che ricostruiscono la storia di Ugo Mulas, dal teatro alla moda, dai nudi ai gioielli. I protagonisti del Novecento risorgono nei suoi scatti intramontabili. Artisti internazionali, esponenti della Pop Art, e figure di spicco sulla scena culturale italiana. Nomi come Dino Buzzati, Giorgio De Chirico, Marcel Duchamp, Jasper Johns, Roy Lichtenstein. E ancora Eugenio Montale, Louise Nevelson, Gio Ponti, Salvatore Quasimodo, e Giorgio Strehler. Questi e molti altri contribuiscono a popolare il panorama della produzione di questo fotografo “totale”, che in poco tempo riuscì a raccogliere l’essenza di un’epoca.
Ugo Mulas “fuori dalla mostra”
La mostra di Ugo Mulas non finisce qui, ma prosegue anche fuori da Palazzo Reale, in altri poli della città. A continuare il percorso sono infatti una serie di scatti ospitati alla Pinacoteca di Brera, al Museo del Novecento, al Poldi Pezzoli e alla Fondazione Marconi. Tutti luoghi fondamentali nella ricerca del fotografo, che invitano i visitatori ad approfondire ulteriormente gli intrecci tra vita e opere di Mulas nel territorio milanese.
Ugo Mulas, L’operazione fotografica
Palazzo Reale, Milano
Dal 10 ottobre 2024 al 2 febbraio 2025
Le mostre al MUDEC di Milano – Autunno 2024
Spostandoci in zona Navigli, il MUDEC propone un programma di eventi che omaggiano due ulteriori protagonisti della scena artistica del Secondo Novecento – sebbene non ancora molto noti al pubblico italiano – e promuovono i giovani vincitori dei premi Deutsche Bank Artist of the Year e Deloitte Photo Grant.
Niki de Saint Phalle – Mudec
La prima mostra che vi presentiamo (… anche se non in ordine di apertura) guarda all’arte contemporanea femminile, con Niki de Saint Phalle. Pittrice, scultrice, autrice di film sperimentali e performer protagonista del Nouveau Réalisme. Una “donna e artista” di origini franco-americane. Rimase segnata dalle violenze subite durante l’infanzia, da cui scaturirono opere catartiche che ancora esprimono la sua volontà di liberarsi dai tormenti subiti. Una vera forma d’arte che fu per lei anche terapia. Coeva alle grandi ondate femministe, vi si ispirò per la sua personale ricerca, sviluppatasi tra joie de vivre, femminilità, sensualità e colori sgargianti.
L’itinerario espositivo comincia nel cortile del MUDEC – con una grande scultura – per poi articolarsi in 110 opere che raccontano tutta la carriera dell’artista. Si va dagli esordi, agli ultimi lavori, in una narrazione che riprende i lavori da lei creati per “esorcizzare” i demoni d’infanzia. Sono visibili le sue celebri Nanas: figure di donna oltremodo formose, ispirate alle architetture di Gaudì e cariche di colori, accanto a una selezione di abiti di Dior: memorie, queste, del suo passato da fotomodella. Il tutto crea una mostra dall’atmosfera pop, che cerca di restituire al pubblico questa grande protagonista femminile della scena artistica del Secolo scorso.
Niki de Saint Phalle
MUDEC, Milano
Dal 5 ottobre 2024 al 16 febbraio 2025
Jean Dubuffet e l’Art Brut – MUDEC
Il secondo grande nome in programma nella stagione 2024 del MUDEC è il padre dell’Art Brut: Jean Dubuffet. Il genio che diede vita a un nuovo genere artistico, ispirato ai disegni apparentemente confusi dei bambini e degli alienati. La mostra si propone di rendere omaggio alla potenza espressiva di questo artista rivoluzionario, che ancora ha molto da raccontare al pubblico di oggi.
Il percorso – suddiviso in quattro sezioni principali – comincia da un’introduzione storica intesa a contestualizzare e porre le basi per comprendere la genesi dell’Art Brut, quale arte “grezza” e “non filtrata”. Si prosegue poi con una serie di opere di Dubuffet, che amplificano la sua ricerca, dimostrandone la profondità e la ricchezza. Per concludere, infine, con creazioni di provenienza internazionale, incentrate sui temi del corpo e delle credenze. Entrambi ricorrenti nella poetica del movimento in questione, quanto connessi al concetto di culture che caratterizza il MUDEC stesso.
Dubuffet e l’Art Brut
MUDEC, Milano
Dal 12 ottobre 2024 al 16 febbraio 2025
La Chola Poblete – MUDEC
Vincitrice dell’edizione 2023 del prestigioso premio di arte contemporanea Deutsche Bank Artist of the Year, La Chola Poblete arriva al MUDEC con il suo progetto itinerante Guaymallén. Prosegue dunque anche quest’anno la collaborazione tra la Banca tedesca e il Museo di Milano, che ospita la seconda tappa della mostra di questa giovane artista argentina. Si consolida così l’impegno ad avvicinare il pubblico italiano a interessanti nomi del panorama contemporaneo che trattano tematiche attuali; impegno rafforzato dal ricco calendario di eventi paralleli all’esposizione, compreso un Artist Talk in cui sarà l’artista stessa a raccontare il suo lavoro.
Guaymallén – titolo ripreso dalla sua città natale nel nord dell’Argentina – raccoglie una serie di opere che vogliono esprimere le radici indigene dell’autrice, la sua esperienza artistica e personale e la sua identità queer. Immagini forti, che raccontano le conseguenze del colonialismo nel suo Paese e la battaglia per i diritti LGBTQ+ di cui La Chola Poblete è forte sostenitrice. Tutto questo attraverso disegni, installazioni, fotografia e performance che non mancano di esprimere energia e bellezza.
Per la mostra al MUDEC è stato pensato un percorso molto speciale, che dialoga tanto con il Museo, quanto con la città. È allestito come una “chiesa del disegno” contemporanea – uno spazio che richiama lo stile architettonico del Barocco andino – carico di simboli religiosi, politici, erotici, pop-culturali e indigeni. Tra le opere esposte, oltre ad acquerelli e foto, vi sono anche delle inedite sculture di pasta di pane cotta in forno: un materiale imprevedibile, libero e vivo. Proprio in occasione di questo progetto, è stata attivata una collaborazione con il Panificio milanese di Davide Longoni, presso cui La Chola ha cotto alcune opere antropomorfe a grandezza naturale. Così facendo, si crea un originale parallelismo tra il rito di panificazione e quello di creazione artistica.
La Chola Poblete, Guaymallén
MUDEC, Milano
Dal 13 settembre al 20 ottobre 2024
Deloitte Photo Grant 2024 – MUDEC
Dopo la prima edizione del 2023, continua anche quest’anno la sfida lanciata dal prestigioso premio Deloitte Photo Grant. Un progetto a sostegno delle nuove promesse della fotografia, chiamate a lasciarsi ispirare dai temi proposti.
Per il 2024, il titolo da seguire era Possibilities: un invito a cogliere le sfumature delle possibilità di cambiamento e sviluppi del futuro che tutti – dalla società nel suo complesso, ai singoli individui – si trovano tra le mani. Uno spunto per riflettere sulle responsabilità a nostro carico, e sugli effetti che ogni nostra azione può avere sulla realtà e sugli altri. Grazie alle conoscenze acquisite nei secoli e alle tecnologie avanzatissime che sono state sviluppate, il genere umano ha oggi davanti a sé molteplici strade percorribili, in una varietà di campi pressoché infinita. Questa abbondanza è però un’arma potenzialmente dannosa altrettanto potente, che richiede massima consapevolezza da chi ha il potere – e dunque la responsabilità – di deciderne degli impieghi e delle prossime strategie.
La mostra prevista per questo autunno espone i vincitori del Premio: i migliori interpreti del tema Possibilities, selezionati dalla giuria, annunciati nel mese di settembre. Assieme a loro, c’è anche l’esito del progetto Dust From Home della fotografa Fernanda Liberti, prima classificata dell’edizione passata. Si tratta del risultato inedito ispirato alla sua personale storia di migrazione, realizzato durante tutto quest’anno con il contributo della vincita.
Deloitte Photo Grant 2024: Possibilities
MUDEC, Milano
Dal 7 novembre 2024 al 15 dicembre 2024
Kelly Akashi per Furla Series – GAM Milano
Alla Galleria di Arte Moderna di Milano in Porta Venezia torna la rassegna annuale Furla Series, promossa dalla Fondazione dell’omonimo brand di moda a sostegno dell’arte al femminile. Per la sesta edizione 2024, è stata selezionata Kelly Akashi: artista americana di origini giapponesi, che porta avanti una particolare riflessione sul tempo, lo spazio, la transitorietà umana e l’entropia.
Si tratta della sua prima mostra in Italia, che porta a Milano il suo approccio creativo improntato sulla fusione di concetto e manualità. Nelle sue opere, i temi universali che accomunano tutti gli esseri umani vengono trattati attraverso materiali vitali e in attesa di essere plasmati. Vetro, cera, bronzo: tutti attraggono la sensibilità di Kelly Akashi, che li modella donando loro forme ispirate alla natura, come piante, fiori e parti del corpo. Ciascuna intesa ad esprimere il passare inesorabile del tempo. L’obiettivo dell’artista è di indurre il pubblico ad acquisire una nuova prospettiva nel guardare la realtà: meno antropocentrica e più aperta.
Furla Series – Kelly Akashi
GAM, Milano
Dal 13 settembre all’8 dicembre 2024
Le mostre alla Triennale di Milano – Autunno 2024
Al ritorno “sui banchi di scuola”, la Triennale inaugura la stagione con una novità: il nuovo dipartimento di moda, che rafforza una collaborazione con il settore già sperimentata in precedenza. A partire dalla settimana della Fashion Weekfemminile, parte una serie di progetti a cavallo tra moda e design, che comincia con due nomi interessanti: quelli dell’intramontabile Elio Fiorucci e di Monica Bolzoni. Come ogni anno, poi, non possono mancare i progetti di arte e design, con personaggi ormai parte della storia, e nuove promesse che meritano visibilità.
Monica Bolzoni – Triennale Milano
Il primo progetto dedicato alla moda vede protagonista Monica Bolzoni: designer di abiti, gioielli e accessori, ma anche grande progettista di ambienti e allestimenti. La mostra si propone di illustrare al pubblico la sua figura, approfondendone l’approccio progettuale, il rapporto tra forme e materiali e la sua visione contemporanea declinata tanto nell’ambito del fashion, quanto in quello dell’architettura d’interni.
Lungo il percorso, sono ricostruite alcune delle tappe fondamentali della sua carriera. Si parte con gli esordi che la videro fashion coordinator tra Milano e Parigi negli anni ‘70, firmando capi per Frank Olivier prima, e per Fiorucci poi. Fu un periodo ricco di spunti per Bolzoni, che fece da base per la sua produzione successiva.
Monica Bolzoni, Il Modulo
Triennale, Milano
Dal 25 ottobre 2024 al 12 gennaio 2025
Elio Fiorucci – Triennale Milano
La seconda grande mostra che interseca l’universo del fashion al design è dedicata ad Elio Fiorucci. La proposta raccoglie le tante dimensioni creative dell’iconico personaggio – designer, stilista, cool hunter e imprenditore – raccontando la storia di un marchio, il suo, che ha rivoluzionato la scena del costume e dell’arte contemporanea italiana a partire dagli Anni Sessanta. Indimenticabili i suoi concept store: molto più di semplici negozi di abbigliamento, sono diventati un hub creativo capace di attirare appassionati della moda, artisti e intellettuali. Si trattava infatti di luoghi in cui veniva offerto al pubblico un mix poliedrico di abiti, dischi, pubblicazioni e oggetti curiosi. E non mancavano performance ed eventi di musica, arte contemporanea e cultura pop.
La proposta espositiva della Triennale legge la figura di Fiorucci ripercorrendo la sua vita, e focalizzandosi proprio su questa. L’intento è reso con una serie di registrazioni audio che diffondono i pensieri e le testimonianze rilasciate dall’artista stesso, utilizzando materiali inediti mai presentati al pubblico prima d’ora.
Elio Fiorucci
Triennale, Milano
Dal 6 novembre 2024 al 16 marzo 2025
Gae Aulenti – Triennale Milano
Per tutto il 2024 continua anche la grandiosa mostra dedicata alla figura poliedrica di Gae Aulenti. Architetto e designer, ma non solo: fu una donna visionaria, che progettò allestimenti anche per il teatro – incluse le scenografie di alcuni spettacoli alla Scala di Milano – e l’arte contemporanea.
Il percorso espositivo proposto dalla Triennale ricostruisce gran parte della sua carriera, raccontandola in tredici ambienti. Ambienti che ricostruiscono ora il negozio Olivetti – da lei disegnato a Buenos Aires – ora lo showroom innovativo pensato per la Fiat a Zurigo nel 1973. E si continua, poi, toccando l’esposizione di Christo tenutasi alla Rotonda della Besana nello stesso anno, fino all’Aeroporto di Perugia. Per tutti i dettagli sulla mostra leggete qui la nostra recensione.
Gae Aulenti (1927 – 2012)
Triennale, Milano
Dal 21 maggio 2024 al 12 gennaio 2025
Gianni Politi – Triennale Milano
Tra le proposte di arte della Triennale, si comincia con un curioso progetto dell’italiano Gianni Politi. Conosciuto per la sua ricerca che oscilla tra astrazione e figurazione, l’artista presenta un’installazione inedita – realizzata proprio per l’istituzione milanese – in cui un nuovo lavoro dialoga con una serie passata.
Ciò che caratterizza in particolare la pratica di Politi è il processo creativo che l’ha portato per diversi anni a lavorare sempre su uno stesso ritratto. Il medesimo soggetto, riprodotto un numero incredibile di volte. Prima in piccolo formato, poi in dimensioni sempre più grandi, fino a raggiungere entità enormi.
L’immaginario a cui attinge l’artista spazia dalla vita alla morte, dalla memoria alla rinascita. Nell’esposizione in Triennale, le opere ragionano però sull’idea di metamorfosi e sul passaggio tra mondi diversi, attraverso elementi scultorei che richiamano rane e altri anfibi.
Gianni Politi, Le stelle per te, dentro
Triennale, Milano
Dal 28 settembre al 27 ottobre 2024
Le mostre alla Fondazione Prada di Milano – Autunno 2024
Nelle due sedi milanesi della Fondazione Prada, il programma autunnale si presenta come di consueto caratterizzato da sperimentazioni e commistioni di linguaggi, che gettano uno sguardo critico alla realtà contemporanea.
Meriem Bennani – Fondazione Prada
Umorismo, realismo magico e pluralismo di linguaggi come si vede spesso nei video di YouTube, nei documentari, o nelle grandi programmazioni televisive. Sono gli ingredienti della ricerca performativa dell’artista marocchina Meriem Bennani, protagonista del grande progetto che dà vita in questi mesi agli spazi di Largo Isarco della Fondazione. For my best family indaga i diversi modi di stare insieme che caratterizzano gli ecosistemi sociali di oggi, attraverso un’installazione site-specific e un film d’arte co-diretto con Orian Barki. Un lavoro estremamente complesso – che ha richiesto a Bennani oltre due anni di creazione – che legge il tema e lo rappresenta tanto dal punto di vista dei contesti pubblici, quanto privati. È il risultato delle sue sperimentazioni artistiche, che nel corso del tempo si sono mosse tra varie pratiche: film, sculture, installazioni immersive. Tutte intese a mettere in discussione la società contemporanea e le sue complicazioni sociali e tecnologiche.
La mostra pensata per la Fondazione Prada anima i due livelli del Podium. Al pianterreno c’è Sole crushing – una grande opera meccanica composta da centinaia di infradito – ove le singole parti sembrano muoversi a ritmo di una danza-rivolta accompagnate da un sottofondo musicale. Ogni elemento pare vivo e contribuisce a creare uno spazio ludico che richiama le performance musicali tipiche della tradizione marocchina, legata alle origini dell’artista.
Spostandosi al piano superiore, è invece possibile vedere il film d’artista realizzato da Bennani, For Aicha. Si tratta di una commistione tra animazione 3D e documentario, ambientato in un mondo tra New York e Casablanca, abitato da esseri antropomorfi. Realismo, finzione e autobiografia si fondono in una pellicola che ha come protagonista una regista dalle sembianze di sciacallo.
Meriem Bennani, For my best family
Fondazione Prada, Milano
Dal 31 ottobre 2024 al 24 febbraio 2025
Il Seicento emiliano – Museo Bagatti Valsecchi di Milano
Continua fino a metà novembre la rassegna della Casa Museo Bagatti Valsecchi, che si propone di far conoscere al pubblico una parte delle Collezioni Credem. Si tratta dei capolavori riconducibili al Seicento dell’area emiliana, caratterizzato dal diffondersi del gusto del Barocco.
Nella lussuosa e opulenta cornice della dimora milanese, sono accolte dieci opere dei maestri del periodo, poste in dialogo con una serie di sculture di Carlo Zauli, provenienti dall’omonimo museo faentino (colpito dall’alluvione del 2023) che l’istituzione milanese si impegna a supportare nei restauri.
Tra i nomi in mostra, spicca prima di tutto Guido Reni – grande erede di Caravaggio – con il suo Ecce Homo, accanto a Lanfranco e a Camillo Procaccini. È un’occasione rara e preziosa per vedere esposte queste tele, di solito non visibili, e di scoprire l’arte del ceramista italiano originario di Faenza, tra i più importanti della scena novecentesca.
Lo sguardo del sentire
Museo Bagatti Valsecchi, Milano
Dal 10 maggio al 10 novembre 2024
Lorenzo Bartolini – Fondazione Rovati di Milano
Nel tempio milanese degli Etruschi associati al contemporaneo, fa ingresso per la prima volta un autore dell’Ottocento: Lorenzo Bartolini. Lo scultore più importante del Purismo italiano – corrente incentrata sul ritorno all’ispirazione religiosa e sulla rilettura dell’arte quattrocentesca – alternativo al Neoclassicismo di Canova. Con la mostra Il volto e l’allegoria, la Fondazione Luigi Rovati vuole introdurre al pubblico la figura dell’artista, focalizzando l’attenzione sui due aspetti chiave suggeriti nel titolo. Il ritratto e le allegorie.
Il percorso espositivo si snoda tra le sale del Piano Nobile del Museo, a partire dal maestoso gruppo scultoreo della Carità educatrice, presente nella versione del 1846. L’opera incarna l’ideale allegorico di quelle donne che abbandonano la loro bellezza naturale, per diventare madri e per accudire la prole. La Sala d’Armi esplicita il percorso creativo e di realizzazione seguito da Bartolini, che parte dal modello, prosegue coi prototipi, e arriva poi al risultato finale.
Il secondo tema, il ritratto, viene invece affrontato ricostruendo la ricerca dell’artista, che con la sua sensibilità era capace di collegare la bellezza naturale a quella esistenziale dei volti. Ciò si realizzava grazie a una forte caratterizzazione psicologica, percepibile al di là della fredda pietra. In mostra, questa capacità si apprezza guardando ai riccioli delle chiome dei busti femminili, resi con eleganza minuziosa, o attraverso le fotografie che riproducono altrettanti ritratti del grande scultore.
Il volto e l’allegoria. Sculture di Lorenzo Bartolini
Fondazione Luigi Rovati, Milano
Dal 25 settembre 2024 al 16 febbraio 2025
Alberto Martini – Castello Sforzesco di Milano
Per commemorare i settant’anni dalla morte del disegnatore e artista Alberto Martini – considerato tra i precursori del Surrealismo – il Castello Sforzesco espone il nucleo di opere dell’autore conservato nelle collezioni civiche. La mostra è dunque un’occasione speciale per poter ammirare i suoi oltre 120 disegni.
Il progetto espositivo si snoda attorno al tema chiave della serie di illustrazioni che Martini realizzò per i racconti di Edgar Allan Poe. Si tratta dunque di una lettura della sua produzione che, nel ricostruirne la storia, centra l’attenzione sul mondo onirico e oscuro. Protagonista dei disegni in possesso del Castello è proprio la Danza macabra: soggetto indagato a lungo dall’autore e profondamente legato alla matrice surrealista della sua arte. Tra le opere in mostra, si possono ammirare L’Albo della morte – un corpus di opere di ispirazione nordica – e le celebri cartoline della Danza macabra europea, che furono pubblicate ai tempi dello scoppio della Prima Guerra Mondiale.
Alberto Martini. La Danza Macabra
Castello Sforzesco, Milano
Dal 2 ottobre 2024 al 19 gennaio 2025
Marcello Maloberti – PAC di Milano
Con la mostra organizzata in stretta collaborazione con il PAC, l’artista Marcello Maloberti, originario di Codogno (nell’hinterland milanese) vuole rendere omaggio alla città, Milano, che lo ha accolto fin dagli inizi della sua carriera. La sua ricerca è infatti strettamente intrecciata al tessuto urbano: si ispira alle realtà marginali cittadine, prestando particolare attenzione alla precarietà del vissuto e all’informità. Nelle sue performance e nelle grandi installazioni, si legge un approccio archeologico alla storia dell’arte, unito a uno sguardo neorealista straniante e onirico. Il tutto volto a cercare di interagire e coinvolgere il pubblico, invitato a fare esperienza di queste opere che vogliono essere vere atmosfere da vivere.
Il progetto proposto al Padiglione contemporaneo milanese si inserisce a pieno in questa poetica di Maloberti. È un percorso che ripercorre tutta la sua produzione, con una dedica speciale alla metropoli. Meglio: una “dichiarazione d’amore” che l’artista indirizza a Milano e ai suoi abitanti. Centrali sono i concetti di spiritualità e sacralità, con continui rimandi al contesto urbano e quotidiano. L’allestimento gioca e utilizza tanto lo spazio interno del PAC, quanto l’esterno, accompagnando il pubblico fin dal suo arrivo in loco.
Marcello Maloberti, Metal Panic
PAC, Milano
Dal 27 novembre 2024 al 9 febbraio 2025
Jean Tinguely – Pirelli HangarBicocca di Milano
All’HangarBicocca nell’autunno 2024 è in programma un’imperdibile occasione per approfondire la figura di uno dei grandi pionieri dell’arte del XX Secolo. Il tedesco Jean Tinguely: esponente di spicco dell’arte cinetica, rimasto nella storia per la sua ricerca legate alle macchine, il cui movimento è letto in modo sognante e filosofico. Nelle sue mani, gli ingranaggi si animano, esprimendo nel loro funzionamento e nei loro suoni un’affascinante poesia intrinseca.
Tra i suoi contemporanei, Tinguely fu tra i primi a impiegare materiali di recupero per le sue opere, con cui costruiva complessi marchingegni. Spesso rumorosi al punto da risultare cacofonici. Nell’esposizione, bisogna dunque aspettarsi motori realmente in funzione, in attesa di coinvolgere il pubblico nei loro moti performativi. Ruote e ingranaggi fanno da protagonisti delle opere, il cui normale funzionamento è sradicato, a indicare l’intento di liberare i macchinari dalla “tirannia dell’utile”. In luogo della logica, emerge l’imprevisto, l’effimero, e persino l’assurdo.
La mostra organizzata a Milano è la più grande retrospettiva a lui dedicata mai fatta in Italia da dopo la sua morte. Il percorso conta una trentina di lavori chiave nella produzione dell’artista, collocabili tra gli Anni Sessanta e Ottanta. La tematica legata ai motori e alle macchine è inoltre il soggetto perfetto da porre in dialogo con il passato industrialedell’Hangar. Il concept espositivo rievoca infatti l’idea di un atelier-fabbrica, comune tanto allo spazio milanese, quanto al vero luogo in cui Tinguely era solito lavorare: la sua officina-studio di Friburgo. Una mostra immersiva, insomma, che guida il pubblico alla scoperta dell’artista, avvolgendolo in un’atmosfera sonora, cinetica e inaspettata.
Jean Tinguely
Pirelli HangarBicocca, Milano
Dal 10 ottobre 2024 al 2 febbraio 2025
Carlo Orsi – Palazzo Morando a Milano
Palazzo Morando invita a riscoprire il fotografo Carlo Orsi: uno dei protagonisti della Milano del Secondo Dopoguerra, che con le sue Leica raccontò per immagini la storia della città e i suoi sviluppi. Una carriera, la sua, che prese le mosse dal cuore di Brera: dal celebre Bar Jamaica, allora luogo di incontro di pittori, scrittori e poeti.
La mostra conta 140 fotografie in bianco e nero, che riassumono il suo lavoro, cominciato come reporter per Corriere della Sera, Panorama, Settimo Giorno, Il Mondo e Oggi, passando poi ad assistente di Ugo Mulas. Fino ad arrivare allo stile ironico e dissidente degli ultimi anni.
Quattro sono le sezioni. Si parte con un’ampia panoramica sulla Milano di Carlo Orsi: il Pirellone, la Metropolitana, il Velodromo Vigorelli. Si continua con i ritratti dei grandi personaggi che posarono per lui. Artisti – come Lucio Fontana e Arnaldo Pomodoro – e cantanti, ma anche politici e sportivi dell’epoca. La terza tappa esplora invece il suo operato nel mondo della moda e della pubblicità; in conclusione, uno sguardo ai reportage con cui Orsi immortalò episodi di sofferenza e speranza nei luoghi disagiati del mondo.
Miracoli a Milano. Carlo Orsi fotografo
Palazzo Morando, Milano
Dal 31 ottobre 2024 al 2 febbraio 2025
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