Il nuovo presidente del Maxxi sarà un buon presidente se confermerà il direttore Francesco Stocchi
Stando allo Statuto della Fondazione Maxxi il direttore cade quando cade il presidente. E dunque Stocchi se ne dovrebbe andare non appena verrà nominato il sostituto di Giuli
Suo malgrado il Maxxi è rifinito nell’affaire Boccia-Sangiuliano che ha provocato le imbarazzate e imbarazzanti dimissioni del Ministro della Cultura. Il Museo d’Arte Contemporanea del XXI Secolo, controllato dallo Stato Italiano e gestito da una fondazione, ha dovuto rinunciare al suo presidente Alessandro Giuli che è diventato ministro al posto del dimissionario Gennaro Sangiuliano. E fin qui tutto bene.
Il valzer delle nomine al Maxxi
Anzi no, non tutto bene. Non tutto bene perché la nomina di Giuli al Collegio Romano ha confermato quello che su Giuli si diceva dal giorno uno del suo insediamento a Via Guido Reni: una nomina-parcheggio, temporanea, in attesa di altro e di meglio. Giuli era lì perché non si era riusciti (ancora) a farlo ministro; Giuli era lì perché non si era riusciti (ancora) a farlo presidente della Rai e così via. Dopodché Giuli si è appassionato al ruolo e lo ha svolto con impegno, nessuno lo nega. Ma è giusto considerare la casella della presidenza del Maxxi come una casella dove appoggiare pedine in attesa di spostarle in posizioni più desiderate? Con quali conseguenze e danni per il museo?
Il Maxxi dentro l’affare Boccia-Sangiuliano
E infatti i danni, d’immagine, per il museo sono arrivati immancabilmente. Secondo lo Statuto del Maxxi, in attesa del nuovo presidente è il consigliere anziano del Consiglio d’Amministrazione a prendere la reggenza. La consigliera anziana però sarebbe stata Raffaella Docimo, professoressa universitaria che ha come principale competenza del suo curriculum ufficiale l’igiene dentale. Come mai una esperta di denti è finita nel CdA del più importante museo d’arte contemporanea del paese? Particolarmente appassionata d’arte? Collezionista? E chi l’ha nominata in quel ruolo per cui non sembra avere particolari competenze? Ovviamente Sangiuliano, che domande. E, giusto per chiudere il cerchio, è proprio durante le iniziative elettorali di Docimo – candidata quasi eletta alle scorse Europee – che Boccia e Sangiuliano si sono conosciuti. Bingo per i giornali (che ci hanno ricamato un paio di giorni) e schizzi di fango sul museo che di certo non ne aveva bisogno.
La reggenza del Maxxi a Maria Emanuela Bruni
Docimo è stata dunque giustamente consigliata a rendersi indisponibile, dunque l’incarico ancorché temporaneo è scalato a Maria Emanuela Bruni, seconda consigliera anziana della Fondazione Maxxi. Lei quanto meno storica dell’arte, ex assessora alla cultura (nella cittadina di Frascati) e con un cursus honorum non da poco nei gangli più profondi dello stato come capo del Cerimoniale di Stato. E per finire capo ufficio stampa dell’Ordine degli Architetti di Roma. Insomma, inattaccabile a differenza di Docimo.
Che ne sarà di Francesco Stocchi?
Ma al di là della “reggenza”, lo Statuto del Maxxi prevede anche che con il Presidente se ne cadano anche il ruolo del Segretario Generale (Francesco Spano) e perfino del direttore artistico (Francesco Stocchi). Ora quale è il rischio? Che venga nominato un nuovo presidente e che questi, legittimamente, voglia sostituire tali figure mettendocene altre di suo gradimento. E così addio continuità nella gestione del museo, considerando tra l’altro che Francesco Stocchi è a lavoro sulla programmazione da solamente un anno. Un buon presidente dunque sarà quello che non obbligherà il museo a rifare tutto da capo ricominciando dal principio e che riconfermerà il team che già sta lavorando alla programmazione e alla gestione del Maxxi. Va bene usare il Museo come parking temporaneo di nomine, ma almeno si garantisca la continuità operativa che per un museo è valore essenziale.
Massimiliano Tonelli
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