Tutte le anticipazioni sulla Biennale di Lahore 2024
Fra emergenze ambientali e tematiche sociali, la terza edizione della Lahore Biennale promuove il patrimonio della città e il dialogo tra artisti pakistani e stranieri. Ci raccontano tutto in anteprima i protagonisti
Città tra le più affascinanti dell’Asia, ma anche, purtroppo, una delle più inquinate al mondo, Lahore cerca di riposizionarsi sulla mappa mondiale attraverso la cultura. Alla sua terza edizione, che si svolge dal 5 ottobre all’8 novembre, la Lahore Biennale riflette proprio sulle problematiche ambientali viste dagli artisti, senza tralasciare le questioni sociali. Il direttore Qudsia Rahim e il curatore John Tain ci anticipano il programma e spiegano l’interazione tra l’evento e la città.
Il titolo e i progetti della Biennale di Lahore 2024
Cominciamo con il titolo di questa terza edizione 2024.
Qudsia Rahim: Intitolata Of Mountains and Seas, la terza edizione della Biennale è incentrata sui temi dell’ecologia e del futuro sostenibile, mettendo in evidenza la convergenza fra arte, coscienza ambientale e collaborazione globale, per aiutare a immaginare futuri alternativi. La Biennale presenterà opere site-specific, che richiamano l’attenzione sui problemi causati dal degrado ambientale e sottolineano l’importanza del patrimonio popolare e indigeno come risorsa per immaginare la sostenibilità futura. Implementando attivamente forme di solidarietà tra artisti, pensatori, ricercatori e la comunità nel suo senso più ampio, la Biennale punta i riflettori sugli sforzi collaborativi per affrontare le sfide condivise in Asia e nel Sud del mondo, facilitare lo scambio di conoscenze riguardanti i collegamenti storici e proporre percorsi collettivi per affrontare il futuro.
Può anticiparci qualcosa dei progetti che vedremo alla Biennale?
John Tain: Ci saranno opere di circa sessanta artisti e tutti quanti contribuiscono al grande dibattito sulle connessioni tra le persone e gli ambienti in cui vivono. Alcune delle opere riguardano questioni specifiche.
Qualche contributo che ritiene particolarmente rappresentativo?
J. T.: Aerial Studies (2023), l’opera commissionata ad Hamra Abbas, ad esempio, richiama l’attenzione sullo scioglimento dei ghiacciai sulle montagne del Pakistan. Phoenix (2024), di Zheng Bo, è un nuovo video sui braccianti pakistani che lavorano in una piantagione di datteri a Dubai, e che sensibilizza sulla relazione simbiotica sia tra piante e persone, sia tra manodopera dell’Asia meridionale ed economie degli Stati del Golfo. Altre opere, come Memory Orbits (2024) di Ehsun ul Haq e Iqra Tanveer, o The Fortress di Sin Wai Kin, adottano un approccio più filosofico nel considerare le relazioni tra esseri umani e mondo. E il progetto Sound of Silence (2024) di Elyas Alavi, sebbene costruito attorno alla storia delle comunità di cammellieri fra Asia e l’Australia, dove ora vive l’artista, mette anche in evidenza l’importanza delle tradizioni musicali e poetiche nella costruzione e nel mantenimento degli universi umani. Nel complesso, gli artisti scelti per la Biennale creano collettivamente un quadro delle pratiche ecologiche dal punto di vista dell’Asia e del Sud del mondo.
La Biennale e il rapporto con la città di Lahore in Pakistan
In che modo la Biennale interagisce con la città di Lahore?
J. T.: Le opere d’arte, molte delle quali nuove commissioni, saranno esposte in una dozzina di sedi in tutta la città, tra cui i siti patrimonio mondiale dell’UNESCO, come il Forte di Lahore nella Città Murata, che ha già ospitato spettacolari installazioni nelle prime due edizioni, e i Giardini Shalimar, un esempio di giardino islamico inserito per la prima volta nella Biennale. Mettendo in dialogo siti storici con opere più contemporanee, la Biennale fa emergere i modi in cui la cultura architettonica e paesaggistica della città – generalmente vista come un simbolo dei legami di Lahore con l’Asia e l’Europa attraverso le rotte commerciali e le migrazioni umane – si collega anche a dibattiti più recenti sul significato di forme di conoscenza e pratiche storiche e indigene come alternative necessarie all’estrattivismo che affligge le società moderne. La prova di queste forme di cultura locale e popolare può essere vista ovunque nell’architettura, nell’arte, nella cosmologia, nella cucina e nella letteratura della città, così come nella diversità dei suoi abitanti, persone il cui rapporto con gli ecosistemi locali e regionali è stato perfezionato nel corso di millenni di convivenza e adattamento.
La Biennale ha dunque contribuito a collocare Lahore sulla “mappa globale” e a far sì che le persone si sentano consapevoli di alcune delle sfide della nostra epoca?
Q. R.: Nel 2018, la prima Biennale ebbe 1,5 milioni di visitatori, un numero straordinario per una mostra che durò solo due settimane. La cerimonia di inaugurazione della seconda edizione, invece, comprendeva non solo una spettacolare schiera di artisti e politici locali e internazionali, ma anche eminenti personalità mediorientali, che spaziavano da membri della famiglia reale di Sharjah a personalità autorevoli della cultura come Noura Al Kaabi, Ministro di Stato degli Emirati Arabi Uniti. Inoltre, erano presenti anche numerosi rappresentanti di importanti istituzioni artistiche globali come Sotheby’s, Christie’s, Abu Dhabi Art e Art Dubai. Le Biennali hanno dunque un ruolo importante nel creare un ambiente stimolante per il fiorire delle arti in generale in Pakistan. Consentono al mondo dell’arte internazionale di impegnarsi maggiormente negli sviluppi del Paese, promuovendo il dialogo tra le comunità di artisti locali e stranieri.
Pensa che la Biennale possa contribuire a migliorare il dialogo tra Oriente e Occidente, Nord e Sud del mondo?
Q. R.: Data la relativa scarsità di dialoghi su base regionale nell’Asia meridionale, la Biennale mira a promuovere uno scambio più profondo anche con il resto del mondo, dove i confini fisici sono sfumati per avviare conversazioni e intraprendere una missione globale per costruire un futuro sostenibile. Allo stesso tempo, la città di Lahore diventa un meraviglioso catalizzatore per coinvolgere il pubblico locale con l’arte contemporanea e incorporare artisti regionali nella scena artistica globale.
I protagonisti della Biennale affrontano argomenti urgenti in una regione che negli ultimi anni ha visto inondazioni calamitose e un ambiente degradato, aggravato da disastri agricoli, inquinamento urbano e disuguaglianza sociale. Tutti problemi, questi, che ora non possono essere più ignorati.
Niccolò Lucarelli
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