Materia, tempo, tensione. La mostra dell’artista Arcangelo Sassolino a Lugano
'No flowers without contradiction', a cura di Luca Massimo Barbero, apre alla Repetto Gallery con otto lavori inediti realizzati per questi spazi. Dove gli elementi industriali incontrano materiali della tradizione scultorea
Olio che cola, legno che esplode, carta pressata e vetro che pare lì lì per creparsi. È una trasfigurazione premonitrice quella che prende possesso della Repetto Gallery di Lugano, principesca dimostrazione della poetica e della pratica artistica di Arcangelo Sassolino (Vicenza, 1967). La mostra No flowers without contradiction, in apertura il 20 settembre 2024, è un percorso raccolto ma brutalmente denso, che focalizza l’attenzione – l’ossessione, a tratti – dell’artista nel “catturare l’istante in cui qualcosa sta diventando altro da quello che è“, attraverso un processo di manipolazione delle forze fisiche. Un processo che è distruttivo e rigenerativo insieme.
Arcangelo Sassolino in mostra a Lugano
Con la curatela di Luca Massimo Barbero, direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini, curatore associato delle Collezioni di Arte Moderna e Contemporanea di Intesa Sanpaolo e della Collezione Peggy Guggenheim di Venezia, il percorso accosta in modo apparentemente contraddittorio – come suggerito dal titolo – elementi propri della produzione industriale a materiali della tradizione scultorea. Ne scaturisce uno spunto che oltre a essere multisensoriale, con il coinvolgimento dell’udito e dell’olfatto degli spettatori, è soprattutto esistenziale.“Arcangelo è così bravo da nascondere nel suo lavoro i grandissimi contenuti della vostra vita e della nostra società: le tensioni, i contrasti… e allo stesso tempo una gioia, e quel processo che ci spinge sempre a farci domande”, spiega Barbero. “Il suo lavoro non è contemporaneo ma umano, e indica con una grande precisione non ciò che è ma ciò che accadrà. Si è qui come davanti alla Sfinge, così bella e così terribile”.
Gli inediti di Arcangelo Sassolino in mostra a Lugano
Accompagnata da un catalogo Magonza con testi di Andrea Cortellessa, Paolo Repetto e una conversazione tra curatore e artista, la mostra è la seconda personale di Sassolino con la galleria, dopo quella londinese del 2017 (nella sede ora chiusa), e la prima nei nuovi e grandi spazi di Lugano. Per i luminosi ambienti di Via Maraini, quasi vista lago, l’artista veneto ha peraltro nutrito un particolare interesse, motivo per cui gli otto lavori inediti sono stati realizzati ad hoc per questi spazi. Le caratteristiche della galleria, la sua permeabilità e apertura, favoriscono l’organicità del processo creativo dell’artista e ne valorizzano l’impatto: se non muscolare, l’opera di Sassolino resta comunque impressionante, come nel caso del disco mobile, colante e ipnotico, No memory without loss (che eternamente perde il suo olio e periodicamente viene ristorato) o la tensione del granito su vetro di Non separare il sì dal no: “Non sappiamo se il vetro cederà tra cinque minuti o cinque anni. Io cerco quell’incertezza”, racconta Sassolino. “Quello che mi interessa è che la tensione, che tanti prima di me hanno teorizzato come concettuale, sia reale”.
L’installazione “viva” di Arcangelo Sassolino a Lugano
Culmine dell’intero percorso è l’opera che accoglie i visitatori sin dall’esterno della galleria, un’installazione “viva”, che crescerà e cambierà forma per tutta la durata dell’esposizione, in chiusura a gennaio 2025. È il sistema idraulico di Violenza casuale, un esplosivo (a tratti doloroso) testimone del passaggio dalla dimensione naturale a quella tecnologica. Con un processo continuo, che vede un pistone spezzrea lentamente e inesorabilmente dei ciocchi di legno, che aspettano il proprio turno ammonticchiati in una catasta che si fa via via più disordinata, quasi viva: sono il duro frutto della tempesta Vaia, che qui cerca (e trova) un nuovo senso.
Giulia Giaume
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