Un sogno che diventa realtà. In vendita la villa in cui Boccaccio scrisse ed ambientò il Decameron
Avvolta in un'aura di fascino senza tempo, la villa del Decamerone oggi diventa un sogno possibile grazie alla prestigiosa Dreamer Real Estate, che la propone sul mercato a una cifra per pochi
Sono gli anni tra il 1348 e il 1353. A Firenze serpeggia la peste nera e pensare di sopravvivere rimanendo in città è pressoché impossibile. Urge trovare un rifugio: Giovanni Boccaccio (1313 – 1375), all’epoca ancora giovane poeta e scrittore, lo trovò in una tenuta non lontano da Firenze, alle pendici di Fiesole. “Il veder questo giardino, il suo bello ordine, le piante e la fontana co’ ruscelletti procedenti da quella, tanto piacque a ciascuna donna e a’ tre giovani che tutti cominciarono ad affermare che, se Paradiso si potesse in terra fare, non sapevano conoscere che altra forma che quella di quel giardino gli si potesse dare.” Queste le parole con cui lo scrittore, nell’introduzione alla Terza Giornata del Decamerone, descrisse il giardino di quella che ancora oggi è forse la proprietà più lussuosa della Toscana, nonché una delle cinque residenze più costose in Italia. Una tenuta di impareggiabile magnificenza per storia, e dimensioni che, con circa 9 ettari di parco, si attesta come il secondo giardino più ampio dopo quello di Boboli a Firenze.
Un rifugio di lusso contemporaneo: la Villa del Decamerone
E se già nel XIV Secolo, con il giardino paradisiaco, i prati e le fonti, le piante meticolosamente curate e la fontana con ruscelli, la tenuta incantava al punto da spingerne il noto autore a eleggerla come ambientazione per la sua opera più famosa, oggi non è da meno. I colori e i profumi sono rimasti intatti, arricchiti dai comfort che ne fanno non solo un monumento alla storia, ma anche un rifugio di lusso contemporaneo, con tanto di campo da tennis privato, un’antica vasca convertibile a piscina e pista di atterraggio dedicata agli elicotteri; oltre a una limonaia, l’area più antica del parco,una cappella neo-barocca e altri annessi, convertibili secondo le necessità. L’elegante giardino, caratterizzato dal disegno geometrico delle aiuole recintate da siepi di bosso – come testimoniato da un’incisione settecentesca di Giuseppe Zocchi – fu concepito secondo la visione Quattrocentesca sviluppata da Leon Battista Alberti nel De re aedificatoria.
La storia della Villa del Decamerone
La tenuta, originariamente proprietà della famiglia Fini, fu ceduta nel 1454 a Matteo di Marco Palmieri. Nel 1697 Palmiero Palmieri avviò una significativa ristrutturazione, aggiungendo una terrazza rivolta a sud, un loggiato a cinque arcate e le caratteristiche scalinate curvate “a tenaglia” che conducono al giardino dei limoni. Nel 1760, la villa fu acquistata dal terzo conte Cowper e, successivamente, passò al conte inglese di Crawford e Belcaress, che a metà Ottocento trasformò il giardino in un parco all’inglese, arricchendolo con numerose piante esotiche e architetture scenografiche, tra cui la splendida Fonte dei Tre Visi e una cappellina in stile neo-barocco. E se, durante un controverso restauro del dopoguerra, le decorazioni barocche della facciata andarono purtroppo perdute, passeggiare all’interno dell’edificio padronale equivale comunque a vivere un viaggio nel tempo. Stili e arredi diversi, decorano i diversi ambienti, con carte da parati, soffitti affrescati e opere d’arte, facendosi testimoni silenziosi di un vissuto di oltre cinque secoli: gli ampi saloni al piano terra sono arricchiti da stucchi e decori del Ghilardini, sulle scale monumentali troneggiano due opere di Pandolfo Reschi, e gli altri piani offrono la possibilità avvalersi di arredi dal design contemporaneo.
Ospiti regali alla Villa del Decamerone
Nell’Ottocento la tenuta fu più volte meta della Regina Vittoria d’Inghilterra, come testimoniano le targhe su alcuni alberi del giardino e gli appartamenti privati che,arredati dai Windsor, ne riflettono la regale eleganza. E per quanto la bellezza della tenuta sia mutata al cambiare delle epoche, la sua fortuna è rimasta inalterata, come dimostrato dall’essere stata scelta, nel 2020, da Clare Waight Keller, l’allora direttrice creativa di Givenchy, come location per la sfilata della collezione primavera-estate 2020.
Ludovica Palmieri
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