Depero e Vitturi un binomio di gusto per le mostre autunnali di Earth Foundation a Verona

Da una parte un pittore ma anche designer, scultore; dall’altra un fotografo ma anche scultore, performer. La Earth Foundation sceglie due artisti a tutto tondo per aprire la nuova stagione espositiva

Earth Foundation apre la III stagione espositiva con Fortunato Depero e Lorenzo Vitturi, due artisti diversi accomunati da un interesse per il cibo e la convivialità.

Depero in mostra da Earth Foundation a Verona

La mostra Fortunato Depero. Sete di Futurismo, Fame d’America, a cura di Federico Zanoner e Luca Bochicchio si compone di un corpus di opere eterogeneo che evidenzia la portata avanguardistica di Depero. Artista che, nella prima metà del Novecento, colse le dinamiche del marketing, ebbe la lungimiranza di legarsi a un brand, sperimentò nuovi materiali e capì, all’alba degli Anni Cinquanta, che il mondo stava entrando in nuova dimensione, “passando”, per citare Federico Zanoner, “da una lirica dell’acciaio a una del nucleare e di rappresentare il cambiamento in una dimensione sintetica, immaginando il futuro, tenendo presente il passato ma mettendo al centro il presente”.

Fortunato Depero in mostra da Earth Foundation a Verona. Il percorso espositivo

Le opere, provenienti dal Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, con cui è realizzata la mostra, mettono in evidenza il rapporto di Depero con cibo, ristoranti, convivialità. In un percorso cronologico che procede dall’adesione al Futurismo, nel 1914, “quando a Roma si sentiva ingabbiato dalla pittura figurativa”, agli Anni Cinquanta. Con un focus sulla prima esperienza newyorkese, a ridosso della crisi del ’29. “Periodo critico per il Depero artista ma fruttuoso per il Depero pubblicitario”. Come spiegato da Luca Bochicchio, che continua: “A New York Depero ha approfondito quella poetica verbo-visuale, cara ai futuristi, che gli aveva permesso già nei primi Anni Venti di collaborare con diverse aziende. Anticipando i tempi (e il Carosello), come mostrano i bozzetti per Campari, Depero aveva colto l’essenza del marketing, andando a catturare l’attenzione del pubblico, prima con l’immagine, poi con la parola e utilizzando gli stessi modelli emotivi come un ritornello”. Al ritorno in Italia, anche Depero seguì la scia del ritorno all’ordine ma sempre mantenendo i suoi caratteri originali e giocosi.

Depero. L’eredità futurista

Dal Futurismo Depero aveva mutuato l’idea di un’opera d’arte totale e di una fusione tra arte e vita, elaborata con Balla nel ‘15 con il manifesto “Ricostruzione futurista dell’Universo”. Depero fu un artista febbrile che, conservando l’essenza del bambino, essere creativo per eccellenza, riuscì a far scivolare l’arte nella quotidianità, in una routine improntata alla creazione continua. Fusione che, nella pratica artistica, realizzò in più occasioni, come l’allestimento del Cabaret del Diavolo di Gino Gori nel 1922.

Lorenzo Vitturi in mostra da Earth Foundation a Verona

Toccante è Borgo Roma. Paesaggio in transizione, personale di Lorenzo Vitturi (Venezia, 1980) fino al 6 gennaio 2025,a cura di Giangavino Pazzola, con Giulia Adami e l’antropologa Caterina Borelli. Mostra costituita da tre nuclei: Borgo Roma, site specif; il progetto sul mercato di Dalston, Londra, 2013 e quello sul Balogun Market, Lagos, 2017; accomunati dall’essere una riflessione sulle trasformazioni urbane determinate dai movimenti migratori di merci e persone nelle città contemporanee.

Vitturi, un artista a tutto tondo

Definire Vitturi fotografo sarebbe riduttivo, dal momento che la sua pratica artistica va ben oltre il documentarismo. Come ha sottolineato il curatore, “la sua è una fotografia espansa che si discosta dal reportage per incrociare altre traiettorie: la scultura, l’installazione, il testo”. Al centro dell’indagine c’è il paesaggio analizzato da un punto di vista fisico e sociale per evidenziare come la configurazione della città influenzi la socialità. Gli spazi, come Borgo Roma, cuore pulsante della Verona industriale postbellica, ora riconvertito in centro commerciale e culturale, sono colti dall’artista in una fase di transizione. Vitturi per l’appunto “congela” il momento e, facendo del ghiaccio un elemento fondamentale del progetto, si lega ulteriormente al luogo, che diventa anche soggetto della mostra. Come spiega il curatore: “le opere di Lorenzo sono vere e proprie bombe semantiche che condensano in uno scatto numerosi significati”. L’artista, sublima in chiave poetica una serie di elementi che, frutto della fase di ricerca, rispecchiano le sfaccettature del luogo, lasciando che si leghino liberamente attraverso il ghiaccio.

Lorenzo Vitturi. Un vocabolario visivo per decodificare la complessità

“Borgo Roma è un luogo complesso, di scoperta”. Afferma l’artista, “Per questo ho adottato un vocabolario visivo sintonizzato su tale complessità. Il progetto, realizzato in tre fasi, ricerca sul campo, per dare contesto e ampiezza di visione; operatività in studio (trasferito all’Earth) per decodificare e condensare gli input raccolti e il background di ritratti e paesaggi, rappresenta il quartiere di ieri e di oggi. Sono partito dal reportage di Gabriele Basilico del 2005 che coglieva lo stato di degrado degli Ex Magazzini Generali; passato per l’esperienza partecipata di Interzona che, restituendo un’identità allo spazio, ha dimostrato come i collettivi artistici e culturali fungano apripista per la trasformazione urbana; fino ad arrivare all’oggi, in cui, grazie ad Earth Foundation, questo spazio diventa una piattaforma per mettere in comunicazione il quartiere e i suoi abitanti con una realtà museale”.
Da un punto di vista artistico, le fotografie di Lorenzo Vitturi sono estremamente pittoriche; tanto per i soggetti: sculture effimere che ricordano le nature morte del XVII Secolo, mementi mori della contemporaneità; quanto per i colori. Accesi, sgargianti, decisi; per una gamma cromatica costruita sui contrasti audaci ma, proprio come in una tela antica, sempre contenuti.

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Ludovica Palmieri

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Ludovica Palmieri

Ludovica Palmieri

Ludovica Palmieri è nata a Napoli. Vive e lavora a Roma, dove ha conseguito il diploma di laurea magistrale con lode in Storia dell’Arte con un tesi sulla fortuna critica di Correggio nel Settecento presso la terza università. Subito dopo…

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