Dove solo un giullare può arrivare. Storia del Teatro Oscar di Giacomo Poretti a Milano

Ci sono cose profonde che solo un comico può (forse) comunicare. È questo il motore alla base del lavoro scenico dei tre direttori del Teatro Oscar, come ci raccontano nel presentare la nuova Stagione 2024/2025

Diceva il grande Dario Fo “Il riso aiuta il pensero e l’intelligenza e aiuta a radicarsi nella realtà“. È il primo commento che sorge spontaneo nelle parole di Luca Doninelli – fondatore del Teatro Oscar di Milano, insieme a Giacomo Poretti e Gabriele Allevi – durante la presentazione della nuova Stagione 2024/2025. Parole che fanno eco a un cartellone teatrale che intende fare uso proprio della comicità per trattare di temi e verità che nessuno, altrove, oserebbe – o saprebbe – affrontare. Parole che inducono a riflettere profondamente sul ruolo del teatro oggi: sul potere e l’impatto che possa avere… purché non sia fatto “tanto per far ridere per un’ora e mezza” e basta. 

I tre direttori artistici del Teatro Oscar, ossia Giacomo Poretti, Luca Doninelli e Gabriele Allevi
I tre direttori artistici del Teatro Oscar, ossia Giacomo Poretti, Luca Doninelli e Gabriele Allevi

Il potere comunicativo del giullare contemporaneo secondo Giacomo Poretti e Gabriele Allevi

Ci sono certe porte che il giullare riesce ad aprire più facilmente“. Un altro pensiero, tutt’altro che scontato, che emerge dallo scambio introduttivo tra Gabriele Allevi e il ben noto Giacomino del trio di Aldo, Giovanni e Giacomo. Unita alle anticipazioni su un inizio di Stagione che vede la collaborazione con il Monzino – l’importante Centro Cardiologico di Milano – tale breve frase rivela un lato della comicità che spesso non si considera adeguatamente. Chi fa teatro comico, oggi – chi fa il “giullare”, come amano auto-definirsi – ha in mano un potenziale comunicativo incredibile. Facendo ridere, si può allo stesso tempo far pensare. Si può far riflettere la gente, trattando tematiche con altri mezzi inarrivabili. È il magico potere della parola accompagnata dalla risata o dalla situazione rocambolesca: far digerire argomenti intoccabili, per quanto importanti per l’uomo contemporaneo. È un po’ l’intento che voleva ottenere il poeta latino Lucrezio con le sue opere. Ossia usare la poesia per addolcire una materia difficile da mandare giù come la filosofia, paragonandola al “miele sul bordo del bicchiere di una medicina amara”. Insomma: i pensieri che fanno bene all’uomo non sono mai semplici da ascoltare e accettare di discutere. I poeti ieri, i comici oggi, possono dare una mano in questo senso. 

Parlare di “cuore” con la comicità di Poretti, Allevi e Doninelli a Milano

Come anticipato, ad aprire le danze della nuova Stagione sarà la seconda edizione di uno spettacolo nato dall’incontro tra il Teatro Oscar e il Centro Cardiologico Monzino di Milano. Quest’ultimo si impegna ormai da anni a organizzare un’occasione di divulgazione e sensibilizzazione – la Settimana del Cuore – verso il tema delle malattie cardiologiche. Da qui è nata l’idea di portare queste iniziative anche sul palcoscenico, sfruttando proprio la comicità per passare il messaggio. Sfruttarla, sì, ma rendendola al contempo insolita e sfidante per i protagonisti che sono chiamati a metterla in scena. A differenza di ciò che accade di solito – dove ciascun comico ha i suoi sketch e i suoi argomenti forti e tende a tornare sempre su quelli – ogni edizione ha un prompt, uno spunto, che poi i singoli attori sono chiamati a interpretare. Nel 2023, si è parlato di “Ridere di CUORE”; oggi ci prepariamo a tre serate che interpreteranno “Prendersi a CUORE”. In una di esse è atteso Giacomo Poretti stesso, con la sua versione personale del soggetto.

Giacomo Poretti in Condominio mon amour. Photo Federico Buscarino
Giacomo Poretti in Condominio mon amour. Photo Federico Buscarino

La Stagione “impegnata” del Teatro Oscar di Milano

E l’impegno del giullare contemporaneo al Teatro Oscar non termina con il tris sul cuore. È solo l’inizio di una programmazione che, con un ricorso più o meno conclamato alla risata, parla al pubblico di ciò che la realtà chiama ad affrontare. Il fatto che la Stagione si intitoli Il vizio della speranza conferma e dà una carica ulteriore ai singoli spettacoli. Malgrado le guerre, le difficoltà, le notizie negative che ci toccano più o meno nel personale, “la speranza risorge di continuo, come un’eresia” e ci spinge ad alzarci dal letto ogni mattina e continuare a vivere. 
Ecco dunque alcuni focus degli spettacoli più rilevanti in questo senso: titoli e trame che – al di là dell’opera – offrono spunti per indagare quali siano “le porte” che il teatro sa aprire. 

I giovani e il lavoro

Da padre, Poretti è il primo a sottolineare quanto bisogno ci sia, oggi, di parlare di lavoro. Del senso del lavorare per la vita dell’uomo moderno. Una volta, “ai suoi tempi”, non c’era motivo di chiedersi “perché devo lavorare?!”. Dopo la scuola, si andava a fare un mestiere, senza obiettare sul fatto che si dovesse “perdere otto ore della propria vita in un posto qualsiasi”. Oggi, i giovani si domandano – e domandano ai genitori – l’utilità e la ragione di tutto ciò. Non trovando risposte soddisfacenti, spesso finiscono per vagare senza meta per anni, prima di trovare la propria strada. A partire da qui, Condominio mon amour (con Giacomo Poretti e Daniela Cristofori) sviluppa il tema e lo rende un’occasione utile di riflessione anche per chi si trova – dall’altra parte – a dover dare spiegazioni a loro, e in fondo anche a se stesso. 

Fatto un corpo, bisogna fare un’anima

Una seconda nuovissima proposta di valore nasce genuina ancora da una dinamica familiare di Poretti. Da un ricordo: la frase che gli lasciò un sacerdote di passaggio, poco dopo la nascita del suo primo figlio. Congratulandosi per il lieto arrivo, gli disse: “Bravi, avete fatto un corpo. Ora dovete fare un’anima”. Come per dire che la parte più dura dei genitori è formare i propri bambini in senso immateriale. Costruire il loro futuro come persone, ancor più che come percorso di studi e carriera. La fregatura di avere un’anima (di Giacomo Poretti) parla di questo. 

Due uomini che hanno visto la storia

Un terzo e ultimo spettacolo che vale la pena citare a questo proposito è Due uomini. Roncalli e Montini alla prova del tempo (di Massimo Popolizio). Chi sono i due uomini? Esattamente i due papi: quei due nomi che si trovarono a reggere il peso inverosimile di due momenti del XX Secolo tanto diversi, quanto diverse furono le loro persone. Per la prima volta, il Teatro degli Incamminati si propone di riflettere su questo binomio parte della storia contemporanea che segnò – ciascuno a suo modo – il proprio periodo di operato. Un’eredità, la loro, che fu poi raccolta dal Cardinale Carlo Maria Martini: colui al quale, alla fine degli sconvolgimenti, le Brigate Rosse “consegnarono le armi”. Sarà interessante vedere cosa e come il teatro riuscirà a trasmettere su questi soggetti così insoliti e difficili da affrontare. 

Uno sguardo ai comici di domani: il progetto del Teatro degli Angeli accanto al Teatro Oscar di Milano

In prospettiva di quello che potrà essere la comicità milanese del futuro, la presentazione della nuova Stagione è stata anche l’occasione di un annuncio importante. Quello della prossima apertura – prevista per inizio ottobre – del Teatro degli Angeli. Un nuovo spazio dedicato alla prosa e alla formazione dei giovani, costruito nell’ex palestra sottostante alla Chiesa degli Angeli Custodi di Milano. Come hanno commentato i tre attori, questo progetto vuole essere il loro modo di “avvicinare al teatro e intercettare i giovani a cui lasciare un giorno le redini di tutto”. Ma c’è di più. In linea con l’idea che il mestiere del comico – e dell’attore in generale – abbia anche un valore sociale, il Teatro ospiterà anche un programma formativo biennale, aperto anche (ma non solo) a persone con disabilità. Questo, con l’obiettivo di costruire figure professionali, che possano poi lavorare nei teatri sociali diffusi in tutta Italia. 

Emma Sedini

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Emma Sedini

Emma Sedini

Etrusca e milanese d'origine in parti uguali, vive e lavora tra Milano e Perugia. È laureata in economia e management per arte, cultura e comunicazione all'Università Bocconi, e lì frequenta tutt'ora il MS in Art Management. Nel frattempo, lavora in…

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