Paolo Meoni in mostra a Lo Spazio
Lo Spazio Pistoia, Libreria e Bacaro, in collaborazione con la galleria Die Mauer arte contemporanea, per l’anteprima dell’edizione di Paris Photo che si svolgerà al Grand Palais a Parigi dal 7 al 10 novembre
Comunicato stampa
Siamo giunti al terzo appuntamento presso Lo Spazio Pistoia, Libreria e Bacaro, in collaborazione con la galleria Die Mauer arte contemporanea, per l’anteprima dell’edizione di Paris Photo che si svolgerà al Grand Palais a Parigi dal 7 al 10 novembre.
Questa volta presentiamo il lavoro di un’artista con cui la galleria Die Mauer ha iniziato la sua attività nel dicembre del 2010 e che non ha bisogno di presentazioni, Paolo Meoni. Le sue opere, oltre che in numerose collezioni private in Italia e all’estero, sono nelle collezioni di molti dei più importanti musei italiani, basti ricordare il Mart di Rovereto, la Galleria Nazionale, e il Museo del Novecento di Firenze. Hanno scritto di lui importanti critici italiani, fra questi Saretto Cincinelli, Elio Grazioli e Roberta Valtorta.
Autodidatta, nei primi anni novanta Paolo Meoni si iscrive ad un corso di nudo da un eccentrico artista pratese, con il quale riscopre il piacere del disegno, segno che riaffiorerà più volte sotto rinnovate vesti. Ad una frequentazione femminile, come riporta una sua intervista, risale invece l’incontro con la fotografia. Da questi due eventi inizia il suo percorso di artista.
Per Paolo Meoni fotografare, non è semplicemente produrre un’immagine fedele alla realtà ma far emergere l’immagine all’interno dei possibili processi fotografici attraverso un’utilizzo non convenzionale del mezzo fotografico, come sosteneva anche Gianfranco Chiavacci a proposito della sua ricerca in ambito fotografico.
In questo contesto mi piace ricordare la formidabile intuizione di un fantasma della fotografia, ironicamente ma anche intelligentemente ipotizzato dallo storico dell’arte Saretto Cincinelli, probabilmente davvero presente nella ricerca artistica di Paolo Meoni. Presenza che lo porta a dar vita a un percorso artistico tra arte, fotografia e video con opere che dopo una fase iniziale che definirei azzardatamente distratta, lasciano spazio a una elaborazione molto personale e spesso profondamente concettuale.
Altro aspetto che trovo interessante e mi preme ricordare del suo lavoro è come da alcune esperienze video del primo decennio degli anni duemila prenda forza una sua personale idea di sequenza che, a seconda dei casi, porta a una processualità distante dall’idea convenzionale di video o di fotografia, penso in particolare a video come Unità residenziale d’osservazione del 2009 o alla straordinaria serie Streams del 2007, che consente ancora una volta il riemerge di quell’attenzione al segno ricordato nella sua giovanile necessità di ritorno al disegno.