Come viaggiano le opere d’arte. Intervista all’azienda di logistica Arterìa 

Abbiamo chiesto a una delle maggiori aziende di logistica d’arte d’Italia di raccontarci il loro lavoro. Un mix di competenze per garantire il trasporto delle opere in sicurezza per mostre e collezionisti

Chi può accedere alle sale delle mostre prima della loro inaugurazione incrocia spesso dei professionisti muniti di carrelli, avvitatori, livelle e che indossano magliette blu con il logo di Arterìa, una società leader in Italia per i trasporti di opere d’arte. Tanto per fare qualche esempio, nel 2024 ha movimentato i capolavori per le mostre Rome, the Eternal City del Tokyo Metropolitan Art Museum e Preraffaelliti a Forlì, e i bronzi di San Casciano per le esposizioni di Roma, Napoli, Reggio Calabria. L’amministratore delegato Antonio Addari ci spiega come si svolgono quelle operazioni delicate, e fondamentali, per l’organizzazione dei grandi eventi espositivi. 

Antonio Addari, amministratore delegato di Arterìa
Antonio Addari, amministratore delegato di Arterìa

Intervista ad Antonio Addari di Arterìa 

Ci racconta in breve la storia della vostra azienda? 
Arterìa nacque nel 2000 per iniziativa del presidente Alvise di Canossa che acquisì quattro aziende storiche, incorporando le loro maestranze e i manager, con l’obiettivo di creare una società che potesse competere a livello internazionale nella movimentazione delle opere d’arte. Oggi abbiamo quattro sedi principali a Milano, Firenze, Roma e Venezia, più una all’aeroporto di Malpensa e un’altra più piccola a Torino; collaborano con noi più di cento professionisti tra autisti, imballatori, Art Handler, restauratori e personale per il coordinamento. Ci occupiamo anche di logistica per beni di lusso e per opere di collezioni private, gallerie, case d’asta. 

Come si svolge il vostro lavoro?  
Per prima cosa forniamo agli organizzatori delle mostre un budget. Nel momento in cui ci viene affidato l’incarico, redigiamo uno studio della logistica considerando le dimensioni delle opere, le provenienze, quali oggetti possono viaggiare su camion e quali in aereo. Contattiamo poi i prestatori per raccogliere le loro richieste sul tipo di imballaggio, sulla spedizione, sull’accompagnamento di un funzionario del museo. Si mette quindi a punto il programma degli arrivi e si stabiliscono i tempi per l’allestimento con l’organizzatore, quando è richiesto. Consegniamo quindi le casse, le apriamo e controlliamo le condizioni di arrivo (il controllo avviene anche in partenza e a chiusura della mostra), poi procediamo con l’allestimento e, a fine mostra, con il ritiro delle opere e la restituzione ai prestatori. 

Courtesy Arterìa
Courtesy Arterìa

Come affrontate la questione della sicurezza? 
È cruciale evitare il danneggiamento dell’opera, ma se è imballata bene i rischi sono minimi: i camion hanno sospensioni pneumatiche, sono monitorati da remoto, non rimangono mai fuori la notte e non vengono mai abbandonati, quindi i furti sono quasi impossibili. Adottiamo inoltre soluzioni che regolano le condizioni di umidità e temperatura per scongiurare i danni per variazione microclimatica. Le aree di maggior rischio sono quella aeroportuale e le fasi di allestimento della mostra: nella prima la movimentazione può essere fatta solo dal personale dell’aeroporto che non una una formazione specifica ed è per questo che la “supervisione” da parte di personale formato diventa importante. Durante le fasi di allestimento in sede espositiva è importante che non ci siano “interferenze” e che tutte le fasi di preparazione dell’allestimento siano terminate prima dell’arrivo della prima opera.



Come viene formato il vostro personale? 
In Italia non esistono scuole di formazione e solo di recente alcuni istituti privati stanno creando dei percorsi formativi ad hoc. Il livello più problematico è quello relativo alla movimentazione delle opere: ci occupiamo internamente della formazione e affianchiamo i giovani al personale con maggiore esperienza per tutto il percorso di formazione.

Courtesy Arterìa
Courtesy Arterìa

Arterìa: trasporti accessibili con la navetta 

A proposito di costi, Antonio Addari illustra un progetto di Arterìa che sta avendo successo: “Abbiamo attivato un servizio di sharing che, due volte alla settimana, collega gli aeroporti di Milano e Fiumicino con le nostre sedi. Riusciamo così caricare su un camion più opere destinate alle mostre o per altri tipologia di servizi con budget più limitati. Oggi un mezzo “Fine Art” con due autisti che percorre la tratta Roma-Milano può costare 2mila euro, mentre con la navetta il costo può limitarsi a 300 euro per una singola opera. Il vantaggio della navetta è doppio: ambientale ed economico”.

Marta Santacatterina 

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Marta Santacatterina

Marta Santacatterina

Giornalista pubblicista e dottore di ricerca in Storia dell'arte, collabora con varie testate dei settori arte e food, ricoprendo anche mansioni di caporedattrice. Scrive per “Artribune” fin dalla prima uscita della rivista, nel 2011. Lavora tanto, troppo, eppure trova sempre…

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