“Dopo due anni di lavoro sulla famigerata mostra sul Futurismo mi hanno fatto fuori” 

L’ex Ministro aveva annunciato a dicembre 2023 l’intenzione di lanciare una grande mostra sul futurismo a Roma. Da lì non si è capito più nulla. E oggi il co-curatore Alberto Dambruoso racconta ad Artribune una vicenda che ha un po’ il sapore di déjà vu

Della mostra sul Futurismo voluta da Gennaro Sangiuliano si è lungamente dibattuto e ancora si discute. Al punto che è forte la richiesta verso il neo Ministro Giuli di sospendere un evento culturale che sta diventando un grande pasticcio e probabilmente un significativo boomerang.  

La mostra sul futurismo

Grande passione dell’ex Ministro della Cultura, il movimento artistico fondato nel 1909 da Filippo Tommaso Marinetti doveva essere fulcro di una grande esposizione programmata per il 30 ottobre del 2024 alla Galleria Nazionale di Roma e curata da Gabriele Simongini. Il tempo del Futurismo 1909-2024, dove l’anno in corso sta ad indicare l’attualità del movimento e probabilmente gli effetti della compagine sul presente, ha però fino ad ora generato una valanga di polemiche. Molte nel mondo dell’arte, da chi probabilmente non condivide la scelta di prestare spazi e fondi pubblici ai desiderata della politica, altrettante circa il gruppo di lavoro che avrebbe dovuto lavorare al progetto (si leggano a tal proposito le inchieste di Guglielmo Gigliotti sul Giornale dell’Arte). 

Il caso Dambruoso e la mostra sul futurismo 

Oltre a Simongini, infatti, e al prestigioso comitato scientifico di esperti, a costruire l’apparato espositivo ci sarebbe dovuto essere il co-curatore Alberto Dambruoso, storico dell’arte ed esperto di Umberto Boccioni, autore di una corposa pubblicazione edita da Maretti nel 2022 sulle opere inedite di quest’ultimo. Poi qualcosa va storto. Simongini, come riporta appunto Gigliotti su Il Giornale dell’arte, “viene tecnicamente esautorato  poco prima di questa estate da un  Comitato organizzatore  (costituito dalla  neo direttrice della Galleria Nazionale Cristina Mazzantini, da  Osanna e da  Alessandro Giuli, allora presidente del MAXXI, ora ministro), il quale, per questioni di budget fa tagli copiosi alla mostra, dimezzandone le opere, ma senza consultare né il curatore né il Comitato scientifico, lasciando di stucco prestatori pubblici e privati”. Dambruoso letteralmente scompare e non viene più menzionato nelle carte. Ci siamo fatti raccontare dal critico e storico dell’arte la sua versione dei fatti. 

Come è nata la storia di questa mostra sul Futurismo? 
La mostra sul Futurismo scaturisce da un libro monografico su Boccioni a mia firma sul quale Gabriele Simongini  aveva fatto una recensione per Il Tempo letta dal Ministro Gennaro Sangiuliano che, anche a seguito di questa, lo incarica di curare una importante mostra sul Futurismo. Simongini accetta e mi associa all’iniziativa come co – curatore.  

Hai mai ricevuto un incarico formale? 
Come ho detto l’incarico mi è stato conferito da Simongini e subito riconosciuto e confermato dagli organi competenti.   

Cosa è successo quindi? 
Successivamente nonostante la ufficializzazione della mia nomina anche da parte degli organi del Ministero, voci circolanti tendenti a squalificare la mia figura, hanno asserito la mia presunta inadeguatezza alla co – curatela. Questo ha provocato un grosso trambusto nell’andamento dell’intera macchina organizzativa che sostanzialmente si blocca. Conseguentemente non si ha più notizia di contratti formalizzati circa i ruoli dei soggetti interessati a eccezione della nomina di Simongini come curatore. 


Quale sarebbe stato il progetto?  
Il progetto nasce come una mostra di Boccioni, allargatasi successivamente al Futurismo con suggerimenti di estendere il panorama espositivo fino ai giorni nostri.   

Ci sono mai state delle interlocuzioni tra te e il Ministro? O con il suo staff? 
Il Prof. Osanna, direttore generale dei Musei, mi ha espressamente citato come co – curatore nelle missive che sono state inviate per le campagne di prestito delle opere. Ho conferito personalmente con il Dott. Merlino capo segreteria del Ministro Sangiuliano e sono stato convocato insieme ad altri alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna dalla Dott.ssa Mazzantini per discutere della mostra 

 
Perché pensi che a un certo punto dopo oltre due anni di lavoro ti sia stato revocato l’incarico? E in che modalità è avvenuto il tutto? 
Nessuna revoca dell’incarico mi è mai pervenuta. Mi risulta che siano circolate delle voci che hanno tentato di diffamare la mia persona e il mio operato di studioso di Boccioni. 
 

Quali risposte hai avuto dalla Galleria Nazionale? 
Come detto nessuna risposta. Né dalla Galleria Nazionale né da altri enti preposti  
 
Come hai vissuto tutte le polemiche del mondo dell’arte su questo progetto?  
Mi sono messo in una posizione di attesa per capire quali fossero le reali intenzioni del Ministero e del Comitato Organizzatore. L’unica cosa certa che io so è che Simongini ha insistito e continua ad insistere sulla conferma della mia persona come curatore.  
 
Se ci fossero le condizioni te la sentiresti di continuare? 
Dipende dalle condizioni.   

Santa Nastro 

Libri consigliati: 

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Santa Nastro

Santa Nastro

Santa Nastro è nata a Napoli nel 1981. Laureata in Storia dell'Arte presso l'Università di Bologna con una tesi su Francesco Arcangeli, è critico d'arte, giornalista e comunicatore. Attualmente è vicedirettore di Artribune. È Responsabile della Comunicazione di FMAV Fondazione…

Scopri di più