I capolavori in mostra e le prime vendite alla fiera BIAF 2024 di Firenze
Inaugurata la scorsa settimana, prosegue fino a domenica la Biennale Internazionale dell'Antiquariato di Firenze a Palazzo Corsini. Da Michelangelo a Tiziano, da Bronzino a Boccioni, tante le opere di respiro museale presentate dai migliori mercanti del mondo e diverse le vendite nei primi giorni di apertura
Si è aperta nei giorni di preview per stampa e collezionisti del 26 e 27 settembre 2024 la 33esima edizione della BIAF, la storica Biennale Internazionale dell’Antiquariato di Firenze, che accoglie fino al prossimo 6 ottobre i migliori mercanti, galleristi e antiquari italiani e internazionali negli ambienti barocchi da togliere il fiato di Palazzo Corsini a Firenze. Numerosa l’affluenza sin dalle prime ore di inaugurazione, e diverse le vendite già andate in porto e condivise dagli espositori, che premiano l’autorevolezza consolidata dell’evento.“Il successo della Biennale risiede nell’alta qualità dei mercanti che vi espongono, ai quali va il mio più grande e sentito ringraziamento”, dichiarava in cerimonia di apertura pochi giorni fa Fabrizio Moretti, Segretario Generale BIAF. “Sono loro il vero motore che, grazie alle loro opere, rendono questa mostra veramente speciale. Questo anno, posso dirlo con la massima sicurezza, abbiamo l’onore di avere i più grandi mercanti di arte antica nel mondo”.
I risultati dei primi giorni di BIAF 2024 a Firenze
Sono più di 80 gli espositori presenti quest’anno alla BIAF, con 14 al loro debutto, e molte partecipazioni anche dall’estero, un segnale chiaro di fiducia nella rassegna, premiata anche da un buon afflusso di pubblico sin dalle prime aperture. Si sono contate infatti oltre 3.500 persone alla preview riservata a collezionisti e istituzioni museali il 27 settembre, con un incremento di presenze del 35% circa rispetto al 2022, e stesso segno positivo anche per l’afflusso nel primo weekend aperto al pubblico, che ha registrato quasi 3.000 visitatori il sabato e oltre 3.000 la domenica. Una conferma del riconoscimento della BIAF come un momento sentito e importante nel calendario dell’arte e della città di Firenze, non solo per gli addetti ai lavori, ma anche per un’audience più allargata, che non si fa sfuggire l’opportunità di guardare e imparare dai migliori galleristi e di scoprire una selezione di capolavori in alcuni casi da museo, e con un occhio speciale agli artisti italiani.
Gli highlight da BIAF 2024 a Palazzo Corsini a Firenze
Sarebbe impossibile davvero restituire un racconto completo ed esaustivo di una fiera come la BIAF, che ha il respiro museale di una grande mostra internazionale sul meglio dell’arte antica e moderna. E la capacità di orientare il gusto dei collezionisti, grazie a un patrimonio di conoscenza, nuovi studi, restauri, expertise, che consentono al mercato di ritrovare opere rare, inedite e in condizioni ottimali di conservazione, tutti fattori fondamentali nella valutazione dell’antico.
A far da apripista formidabili alla fiera, negli stand più vicini all’ingresso sul Lungarno Corsini a Firenze, c’erano alcuni degli highlight più imperdibili, da Tiziano a Michelangelo, da Bronzino a Boccioni. Ha scelto la mostra fiorentina, infatti, la galleria Dickinson di Londra per presentare la riscoperta di Studio di Giove, considerato da molti studiosi il primo disegno conosciuto di Michelangelo e presentato qui per la prima volta dopo oltre trent’anni. Non lontani si trovano, in infilata, Madonna col Bambino di Angolo di Cosimo, il Bronzino, presentato da Galerie Canesso e già esposto alla 2° Biennale dell’Antiquariato di Firenze nel 1961 ma con attribuzione a Pontormo, e Madonna con il Bambino e Santa Maria Maddalena di Tiziano Vecellio da Carlo Orsi, databile tra il 1555 e il 1560 e proveniente da una collezione privata di New York. Per non parlare poi delle opere di Battistello Caracciolo e Canaletto da Lampronti, della nuova attribuzione a Luca Giordano proposta da Lullo Pampoulides o del pastello Ritratto di giovane di Umberto Boccioni da Antonacci Lapiccirella. Proseguendo nel percorso di visita, è seducente, da Fondantico, una Venere dormiente con Cupido e un amorino di Lanfranco, del 1618-1620 circa, a cui risponde il Gioco di amorini di Guido Reni da Altomani, e ricorderemo poi le sculture di Mirko Basaldella da Copetti Antiquari e il bel focus da Richard Saltoun su Antonietta Raphaël. Così come eccentriche e irresistibili sono da Flavio Gianassi Quattro teste urlanti realizzate in bronzo dorato da Gian Lorenzo Bernini e dichiarate di eccezionale interesse storico e artistico nel 2019. Realizzati da Bernini come decorazioni per la sua carrozza personale, i bronzetti sono restati fino ad oggi della famiglia degli eredi di Bernini, parte di ciò che resta dell’eredità dell’artista, con opere sue e di artisti da lui collezionati.
Le vendite nel primo weekend di BIAF 2024
Ad andare più nel concreto poi – che con la BIAF non di mostre ma di fiere parliamo – non sono mancate le vendite, andate in porto già nei giorni di preview e durante il primo weekend di apertura. Se per le trattative con le istituzioni museali, molto presenti a Palazzo Corsini, bisognerà attendere ancora un po’, sono state già rese note alcune delle negoziazioni concluse. A cominciare da Testa del Vescovo Andrea de’ Mozzi realizzata da un collaboratore di Arnolfo di Cambio e in stand dalla Galleria Botticelli Antichità con un prezzo di richiesta di €100.000. In un range simile di valutazione Caretto & Occhinegro segnala la vendita di un olio su tavola del 1540 c. di Cornelis Massys, Paesaggio con la Fuga in Egitto, insieme ad altre proposte concluse, tutte accomunate dal tema del paesaggio. La galleria fondata a Londra nel 2013 da Flavio Gianassi ha venduto un’opera di Bicci di Lorenzo, tre rondelle su tavola dal titolo Vir dolorum con la vergine Maria e San Giovanni Evangelista, per un prezzo di richiesta di €180.000. Ha riscontrato un’ottima affluenza e qualità di pubblico la Galleria Antonacci Lapiccirella, che ha venduto, tra le altre, opere di Nicola Palizzi (Scena di Caccia, 1863, in un range di €150.000-200.000), Simon Denis e Ippolito Caffi.
Collezionisti pubblici e privati a Palazzo Corsini
Una storia interessante, sul collezionistmo delle istituzioni pubbliche, è quella che ha visto la galleria Frascione Arte permettere al Comune di Pienza di acquisire, con il contributo di due sponsor privati, un San Luca di Pietro Lorenzetti per il Museo Diocesano di Palazzo Borgia, dove andrà a riunirsi alla Madonna col Bambino già nella collezione del museo e ad aggiungere così un tassello a un polittico che era stato realizzato per la chiesa di San Leonardo a Monticchiello e poi disperso. Sono stati numerosi inoltre, a detta degli espositori, i collezionisti giovani presenti in fiera, un segnale di un interesse ritrovato, non solo presso gli appassionati più tradizionali, per l’arte antica e i suoi maestri. Tanti sono i giovani ad esempio ricordati da Tiziana Sassoli della galleria Fondantico, “da Milano, Bologna, Roma, ma anche americani, francesi, inglesi”. E chissà se è andata a qualche collezionista di ultima generazione l’opera di Elisabetta Sirani esposta dalla galleria e andata venduta praticamente quasi subito.
I premi della BIAF 2024 e il Premio Margutta54
Si è aggiudicata due premi su tre Alessandra Di Castro, per la scultura e per l’arte decorativa, rispettivamente con una terracotta di Francesco Maria Nocchieri e una coppia di vasi di fine Settecento di Giacomo Raffaelli (Roma, 1753 – 1836) e Nicola De Vecchis. È arrivato come una felice sorpresa invece a Matteo Salamon il Premio per il più bel dipinto di BIAF2024 con i Giocatori di carte di Giacomo Ceruti (1698-1767), quel Pitocchetto riscoperto anche in occasione della grande mostra retrospettiva al Museo di Santa Giulia, a Brescia, nel 2023. Sarà poi assegnato giovedì 3 ottobre, in occasione di una cerimonia dedicata nella Sala del Trono di Palazzo Corsini, il Premio Margutta54, alla sua prima edizione e meritoriamente promosso dalla Galleria Antonacci Lapiccirella Fine Art di Roma come riconoscimento al miglior giornalista d’arte under 40. Per sostenere, da parte chi espone l’arte, chi quell’arte, pur in mezzo a qualche difficoltà sistemica, la racconta con le parole
Cristina Masturzo
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